I primi risultati del censimento 2014

La Toscana paradiso degli uccelli acquatici svernanti a rischio global warming

100.000 esemplari, di cui 5.000 fenicotteri e 200 gru

[24 Febbraio 2014]

Il Centro ornitologico toscano (Cot), coi suoi rilevatori, organizza e coordina numerosi studi e ricerche sull’avifauna in Toscana, dagli “atlanti” su svernanti e nidificanti, ai progetti di monitoraggio della migrazione dei rapaci, passando dall’inanellamento e da ricerche “mirate” a singole specie o a piccoli gruppi di animali. Anche quest’anno, nonostante le condizioni meteo avverse, con vento e pioggia battente proprio nei giorni cruciali del censimento, l’edizione toscana del International Waterbird Census IWC, da decenni organizzata dal Cot, si è chiusa con ottimi risultati: «Sono stati contattati circa 100.000 uccelli acquatici nelle zone umide interne e costiere e lungo i litorali dell’intera Regione, isole comprese».

I ricercatori spiegano che «l’inverno insolitamente mite ha portato un numero decisamente minore di anatre a svernare in Toscana, alcune migliaia in meno, così come avvenuto su tutto il territorio nazionale. Quelle che hanno svernato, hanno privilegiato le principali zone umide protette; vale a dire le paludi della Maremma grossetana, la parte interdetta alla caccia del Padule di Fucecchio e le aree protette dell’alveo dell’ex lago di Bientina. Il calo sembra aver interessato molto meno le zone più settentrionali, a testimonianza del loro grande valore per lo svernamento, e quindi la sopravvivenza, di questi uccelli. In controtendenza e in continuo aumento la presenza di oche selvatiche, arrivate quasi a seimila. Questo grazie all’effetto “fedeltà” che porta intere famiglie di questi fantastici migratori a frequentare, per molti anni, siti ritenuti idonei. Di alcune di queste oche, ormai, si conoscono la storia e gli spostamenti negli ultimi anni, grazie ad un sistema di marcatura, leggibile a distanza, applicato nei paesi di origine del nord Europa».

E’ davvero una gran buona notizia  che siano tornate come ogni anno a svernare le aquile anatraie maggiori, mentre sembra un segno dei tempi l’avvistamento di un’aquila anatraia minore «Soggetto, quest’ultimo – sottolineano al Cot -, che dovrebbe andare in Africa ma, evidentemente, sperimentato l’inverno della costa settentrionale toscana nel suo primo svernamento, si è trovato proprio bene, visto che torna immancabilmente anche adesso che ha ormai raggiunto la maturità riproduttiva».

Sono più di 100 i falchi di palude ed è molto  interessante il contingente di falco pescatore, grande rapace tornato a nidificare in Italia, proprio in Toscana, pochi anni fa grazie ad un progetto di reintroduzione.

Un’esplosione di vita alla quale «fanno da cornice i circa 5.000 fenicotteri, le oltre 200 gru, il migliaio di pivieri dorati e le centinaia di spatole, chiurli e avocette». Il Cot segnala anche un’altra presenza interessante: i marangoni minori osservati a Montepulciano; il più piccolo dei cormorani europei, di origine sud orientale e in lenta espansione di areale.

Il Centro ornitologico toscano  sta controllando anche gli “alieni”; le specie introdotte dall’uomo, più o meno volontariamente, «che vanno monitorate con un occhio di riguardo a causa della competizione con la fauna locale ed il possibile impatto sugli ecosistemi. Sono state osservate alcune anatre mandarine e anatre spose, coloratissime, e quasi una dozzina di ibis sacri, che sembrano volati via dalle illustrazioni su un papiro egizio. Speriamo che la loro introduzione, sempre una avventatezza, non determini problemi futuri; per questo è importante il loro monitoraggio. Anche a questo servono le ricerche, non solo sugli uccelli acquatici, che il Cot organizza, su tutto il territorio regionale, con un numero di partecipanti in continua crescita».