La vita segreta del pangolino gigante

Le rare immagini di un animale a forte rischio estinzione da bracconaggio

[13 Febbraio 2019]

Uno studio condotto dai ricercatori dello zoo britannico di Chester in collaborazione con l’Uganda wildlife authority (Uwa) e il Rhino fund Uganda (Rfu), sta rivelando nuove scoperte sulla vita segreta di specie notturne poco conosciute che vivono in Uganda e gli scienziati sperano soprattutto di raccogliere dati interessanti per poter contribuire alla salvaguardia a lungo termine dei pangolini giganti (Smutsia gigantea) in Uganda e in tutto il suo areale africano.

Come spiegano i ricercatori del programma Africa field and research dello zoo di Chester,  «I pangolini, a volte chiamati formichieri squamosi, sono gli unici mammiferi al mondo a essere ricoperti da incrostazioni e scaglie protettive di cheratina: la stessa sostanza delle unghie umane e del corno di rinoceronte. Vivono con una dieta composta interamente da formiche e termiti, che catturano con le loro lunghe lingue appiccicose, e quando minacciati sono in grado di arrotolarsi rapidamente in una palla stretta. Il pangolino gigante, lungo fino a  1,8 metri  che pesa fino a 35 kg, è di gran lunga la più grande delle 8 specie del mondo di pangolini e si trova solo nelle foreste pluviali e nelle praterie dell’Africa equatoriale».

Nonostante i pangolini siano protetti dalle leggi internazionali sulla fauna selvatica che ne vietano il commercio, restano il gruppo di mammiferi più illegalmente commerciato al mondo. In molti Paesi la loro carne è considerata una prelibatezza e le loro scaglie sono ampiamente utilizzate nelle medicine tradizionali asiatiche, in particolare in Vietnam e in Cina, nonostante sia provato che utilizzandole non ci sia alcun beneficio medico.

In Uganda, la caccia o il possesso di specie di fauna protetta come i pangolini comporta una pena di 5 anni di reclusione, mentre il traffico di pangolini o di altre specie selvatiche comporta una pena detentiva minima di 7 anni. Ma, nonostante  i pangolini siano protetti in Uganda e in altri Paesi africani, negli ultimi anni gli agenti doganali internazionali hanno intercettato grandi spedizioni di scaglie di pangolini africani. All’inizio di questo mese, i doganieri di Hong Kong hanno sequestrato la più grande spedizione di scaglie di pangolini mai scoperta al mondo: 8,5 tonnellate, cioè migliaia di pangolini africani uccisi. Ma questa settimana il triste record è stato battuto in Malaysia, dove, durante la più grande retata di trafficanti e bracconieri mai effettuata nel Paese, nel Borneo sono state 27 tonnellate di pangolini e di loro scaglie, che si ritiene valgano almeno 1,6 milioni di sterline. Traffic ha detto che nello Stato malese del Sabah, nel Borneo orientale. la polizia ha scoperto due grandi impianti per la lavorazione dei pangolini, con migliaia di scatole di carne. Kanitha Krishnasamy, direttore di Traffic nel sud-est asiatico, ha commentato: «Si spera che indagini approfondite possano portare a smascherare la mafia e le reti che operano dallo Stato e altrove.  Recentemente, in Uganda sono stati sequestrati 423,7 chilogrammi di scaglie di pangolino, che si ritiene provenissero dai traffici delle milizie armate che imperversano nella vicina Repubblica democratica del Congo.

Questi sequestri hanno fatto crescere l’allarme tra gli ambientalisti, ma proteggere questi animali è difficile perché, come spiegano ancora i ricercatori, «Si sa molto poco sul comportamento, sull’ecologia e sugli habitat dei pangolini giganti, informazioni essenziali che servono urgentemente per sviluppare strategie per monitorarne le popolazioni e proteggerle».

Attualmente i ricercatori dello zoo di Chester stanno esaminando la presenza di pangolini giganti in tre aree protette dell’Uganda. Lavorando a fianco dell’Rfu hanno svolto una ricerca intensiva nello Ziwa Sanctuary , utilizzando foto-trappole e tecniche di localizzazione come la ricerca di impronte, tane e altri segnalali lasciati dalla specie.  Le 70 foto-trappole e telecamere  dotate di un sensore di movimento installate a  Ziwa hanno scattato centinaia di immagini e girato videoclip di pangolini giganti, compreso il primo filmato a colori delle specie mai girato in Uganda. Grazie a queste immagini, i ricercatori sono ora in grado di identificare un certo numero di singoli pangolini con segni e schemi unici sulle loro scaglie e stanno registrando comportamenti precedentemente sconosciuti di questi appartati animali. Foto e filmati mostrano un cucciolo portato sul dorso dalla mamma, mentre esemplare adulto si arrampica su un albero.

Stuart Nixon, direttore del programma Africa field and research dello zoo di Chester, è molto soddisfatto, anche se non nasconde la sua preoccupazione: «Il pangolino gigante è una specie bellissima, misteriosa e assolutamente affascinante, ma studiarli è estremamente difficile. Sono esseri notturni, rari e molto timidi ed è solo con le nuove tecnologie come le trail cameras ad alta sensibilità che siamo stati in grado di imparare di più su come vivono e interagiscono tra loro e con il loro ambiente. Tragicamente, sappiamo che il pangolino gigante affronta un enorme rischio di estinzione in tutta l’Africa centrale. Senza pangolini giganti negli zoo o nei parchi safari di tutto il mondo, tutti i nostri sforzi di conservazione devono concentrarsi sul loro salvataggio in natura. Per salvare questa specie e proteggerla bene in futuro, la lotta è contro le reti criminali che danno valore solo ai pangolini morti. Le straordinarie immagini e video che stiamo riprendendo a Ziwa dimostrano che quando i siti sono ben protetti contro il bracconaggio, i pangolini giganti e altre specie possono prosperare».

Sam Mwandha dell’Uwa aggiunge: «Questi rari scorci sulla vita dei pangolini giganti sono molto entusiasmanti per quelli di noi che si dedicano a proteggere la ricca fauna selvatica dell’Uganda e ci sfidano a proteggere e conservare questa specie altamente minacciata per le generazioni future».

Oltre a quello gigante, in Africa vivono altre 3 specie di pangolini: il pangolino angolino tricuspide o pangolino arboreo (Phataginus tricuspis),  il pangolino di Temminck o pangolino del Capo (Smutsia temminckii) e il pangolino dalla coda lunga (Phataginus tetradactyla) e gli scienziati dicono che la situazione per questi animali è disperata, anche perché non sanno quanti ne siano rimasti in natura.  Nixon ha detto a BBC News: «Si incontrano così raramente in natura che non ci sono dati sufficienti per consentire una stima decente. E’ in corso uno studio per rilevare e monitorare i pangolini giganti sul terreno, come primo passo per l’identificazione delle loro roccaforti. Questa specie viene letteralmente spazzata via, è stata cancellata in tutta l’Africa centrale, su questo non c’è dubbio. Cercare di coinvolgere le persone e prendersi cura dei pangolini è davvero il punto essenziale».