Laguna di Orbetello e Parco della Maremma, due le ipotesi sul tavolo per la gestione

[14 Agosto 2015]

La laguna di Orbetello, dopo il trauma subito nei giorni scorsi che ha portato alla morte per anossia di circa 250 tonnellate di pesce, ha bisogno di una rinnovata strategia di governance che vada oltre il profilo emergenziale. La proposta avanzata in Regione, come noto, è quella di coinvolgere il Parco della Maremma; un esempio di buona gestione ambientale che ha appena tagliato l’importante traguardo dei primi 40 anni di vita. Sono state però molte le perplessità suscitate circa tempi, modalità e fattibilità di tale proposta, e Federica Fratoni – assessore regionale all’Ambiente (nella foto) – è tornata ieri ad occuparsi del tema per fare il punto della situazione.

«Il punto di partenza e approdo dell’intera riflessione – ha osservato Fratoni – riguarda il ruolo che il territorio tutto deve giocare in questa scelta. La Regione, pur in una fase di estrema difficoltà, non si è tirata indietro davanti all’emergenza ed ha avanzato una proposta tesa a trovare una soluzione permanente, ma di prospettiva, anche a fronte dei cambiamenti climatici. Si tratta dell’avvio di un percorso per il quale immagino anche un momento di confronto pubblico, lontano dalla fase emergenziale che purtroppo non possiamo dire ancora conclusa».

L’intento è quello di «non creare nuovi enti, di trovare una soluzione possibile con quelli già esistenti e di non lasciare ad un unico soggetto, perché da solo non può farcela, la gestione di questa complessa situazione. In quest’ottica – ha detto Fratoni . ho evidenziato la necessità di affidare la laguna a una gestione ordinaria, sistematica e adeguata, in grado di far evolvere l’attuale accordo fra Regione, Provincia e Comune nella direzione di un assetto più idoneo, attraverso uno strumento naturalmente vocato alla salvaguardia dell’ambiente quale è il Parco».

Al momento, gli uffici della Regione stanno approfondendo le modalità entro cui poter definire la proposta di gestione in capo all’Ente. In particolare, le ipotesi indagate sono al momento due: «Ho chiesto approfondimenti tecnici agli uffici – ha spiegato Fratoni – necessari a verificare alcuni aspetti. Il primo, se è possibile estendere i confini ai soli specchi lagunari, senza continuità territoriale e senza aggravare il livello dei vincoli già esistenti. L’altro, in alternativa al precedente, sulla possibilità di affidare la gestione della laguna al Parco della Maremma, tramite una convenzione. Sono in corso le opportune verifiche. La laguna, quale area di indiscutibile pregio, è già ricompresa da tempo, in tutto o in parte, in vari istituti: riserva naturale, area contigua, zps, sic, sin, convenzione di Ramsar. Credo che non sia necessario aggiungerne di nuovi, ma si debba lavorare a partire da quelli esistenti, discutendo della loro gestione e di come tale opzione non debba limitare in alcun modo le attività economiche, semmai promuoverle e valorizzarle ulteriormente».