Le mamme balene franche “sussurrano” ai cuccioli per non attirare orche e squali

Le neo-mamme non sembrano emettere “up call” e comunicano con i loro cuccioli a “bassa voce”

[15 Ottobre 2019]

Come le megattere  (Megaptera novaeangliae), dopo aver partorito e mentre allattano le femmine di balena franca nordatlantica  (Eubalaena glacialis) attenuano le loro vocalizzazioni sottomarine e “sussurrano” ai loro cuccioli per evitare di attirare i predatori, in particolare le intelligenti e micidiali orche (Orcinus orca). E’ quanto emerge dallo studio “Acoustic Crypsis in Communication by North Atlantic Right Whales Mother-Calf Pairs on the Calving Grounds” pubblicato su Biology Letters da un team di scieenziati statunitensi delle università di Syracuse e Duke University e del ‘Northeast Fisheries Centre della Noaa Fisheries.

Le balene franche nordatlantiche sono a forte rischio estinzione anche se, grazie alle loro enormi dimensioni, hanno pochi predatori naturali, si può dire che le uniche a rischio predatori – squali e soprattutto orche – sono i cuccioli.

Il nuovo studio pubblicato su Biology Letters , rivela che le mamme con cuccioli riducono al minimo le vocalizzazioni, note come “up call” che le balene franche utilizzano per comunicare con i loro co-specifici. Una “up call” produce un “whoop” breve e forte che cresce bruscamente, dura fino a 2 secondi e può essere sentito sott’acqua da lontanissimo. Le neo-mamme di balena franca nordatlantica non sembrano emettere “up call” e comunicano con i loro cuccioli a “bassa voce”, con un suono simile a un grugnito che è udibile solo a brevissima distanza,

La principale autrice dello studio, Susan Parks che insegna biologia all’Università di Syracuse, evidenzia che «Si può pensare a questi suoni, precedentemente sconosciuti agli scienziati, quasi come a un sussurro umano. Consentono alla madre e al cucciolo di rimanere in contatto tra loro senza pubblicizzare la loro presenza ai potenziali predatori nella zona».

Per raccogliere i dati acustici, i ricercatori hanno attaccato con delle ventose dei piccoli tag di registrazione non invasivi alle balene franche nordatlantiche balene giovani e incinte e alle coppie madre-cucciolo che frequentano le aree riproduttive al largo delle coste della Florida e della Georgia.

Un altro autore dello studio Douglas Nowacek, del Duke University Marine Lab, conferma che «Le madri hanno ridotto significativamente il numero di segnali di comunicazione a grande distanza e di ampiezza maggiore prodotti rispetto alle balene giovani e in gravidanza, Hanno anche prodotto questi suoni molto silenziosi, simili a sussurri. Ciò suggerisce che le coppie madre-cucciolo di balena franca si affidano alla cripsi acustica – un tipo di comportamento inteso ad evitare il rilevamento – per ridurre il rischio di intercettazioni da parte di orche o squali in agguato nelle vicine acque torbide».

La Parks conclude: «Le balene franche affrontano una serie di sfide, tra cui un numero molto basso di cuccioli nati negli ultimi anni, insieme a un numero elevato di femmine riproduttive morte a causa di collisioni con grandi navi o di impigliamenti negli attrezzi da pesca. Gli scienziati stimano che oggi esistano in natura solo circa 420 balene franche nordatlantiche e che negli ultimi 3 anni ci siano state 30 morti confermate, quindi ogni morte in più è un duro colpo per le probabilità di sopravvivenza della specie. Ci sono ancora molte cose che non sappiamo sui loro comportamenti, e la mia speranza è che studi come questo aiuteranno a migliorare gli sforzi per la loro conservazione».