Le strade bianche e l’irrisolto problema della mobilità sul litorale pisano

Botta e risposta fra consiglieri, commercianti ed Ente Parco

[29 Luglio 2013]

La discussione è di quelle annose: aprire le “strade bianche” al passaggio estivo dei bagnanti, ovvero consentire, anche alle automobili, di percorrere quelle strade sterrate presenti all’interno del territorio Parco di San Rossore, oggi chiuse. Ad ogni stagione estiva il litorale pisano è oggetto di contesa e disputa sulla viabilità, lungo alcune direttrici “storiche”: le strade bianche, il trammino, i parcheggi, la viabilità alternativa al viale D’annunzio.

Quest’anno a riaccendere il dibattito sono stati i commercianti dell’Ascom, l’associazione di categoria di Confcommercio, che vedono anche il recente appoggio dell’assessore ai Lavori Pubblici, Andrea Serfogli. Dalle pagine de “La Nazione” infatti, schierata a fianco dei commercianti, ha fatto sapere di essere favorevole all’idea di aprire le strade bianche solo nei fine settimana, per mitigare il traffico.

Tra i contrari, oltre al gruppo “Salviamo il Paesaggio del Litorale pisano”,  ci sono in prima in prima fila anche i consiglieri della lista civica “Una città in Comune-Rifondazione Comunista”, Marco Ricci e Ciccio Auletta, che già in campagna elettorale avevano espresso una posizione netta sull’argomento: «L’unica vera strada da percorrere è quella di ripristinare un collegamento di mobilità pubblica – dicevano a maggio e ribadiscono oggi a greenreport.it- sul tracciato del vecchio “trammino” con le opportune modifiche, oltretutto già presente nelle previsioni del Piano del Parco. Invece si insiste col cercare nuovo spazio alle auto, pensando di creare serpentoni di lamiera anche all’interno dei boschi, con buona pace della flora, che sarebbe seppellita sotto un mare di polvere, e della fauna, disturbata e disorientata da queste nuove intrusioni».

«Si sente parlare di un Piuss del litorale e progetti condivisi – aggiunge Marco Ricci alla luce della posizione espressa dal Parco – Per noi la soluzione è innanzitutto nel trasporto pubblico, il resto sono ipotesi ad alto impatto e non risolutive, per questa ragione ci rivolgiamo all’amministrazione in primis».

Sui rinnovati entusiasmi, che vorrebbero il problema della mobilità sul litorale risolta con un intervento di fatto a vantaggio solo della mobilità privata, prende infatti la parola anche l’Ente Parco, che è stato accusato di “nicchiare” sulla vicenda:  «Vale la pena – si legge in una nota del Parco – alla luce di alcuni commenti poco utili alla reale comprensione delle criticità riguardanti la eventuale fruizione di tali percorsi e alla posizione dell’Ente Parco in merito, fare alcune precisazioni».

«Il Parco non è contrario “a prescindere” al riguardo: tale concetto è stato più volte ribadito da Fabrizio Manfredi, Presidente dell’Ente Parco, anche in alcune interviste rilasciate tra giugno e luglio, nelle quali, anzi, è stata sempre esclusa una chiusura a priori dell’Ente Parco sulla varie proposte per migliorare la viabilità del litorale, seppure demandando in ogni caso una presa di posizione definitiva sull’argomento ad una necessaria valutazione di carattere ambientale più approfondita».

«Con la sua nuova Presidenza – si legge ancora – l’Ente Parco ha infatti sempre inteso mantenere un costruttivo atteggiamento di dialogo con tutti i suoi interlocutori istituzionali ed associativi, dimostrandosi in più occasioni aperto al confronto anche su altri problemi spinosi, ma per il tema della mobilità del litorale, che è complesso e articolato, non si possono dare risposte affrettate, soprattutto se esso rappresenta una parte dei contenuti da affrontare nel tavolo tra Regione, Comune e Parco, già da tempo pianificato, e che lavorerà a pieno regime solo nei prossimi mesi».

«L’Ente Parco – prosegue la nota – ha già cominciato a fornire, a fronte delle richieste dei soggetti interessati, ed in particolare dell’amministrazione comunale, una serie di risposte concrete: ad esempio la variante normativa al Piano di gestione delle Tenute di Tombolo e Coltano, il cui lungo iter di approvazione, avviato da poco meno di due mesi, prevede anche la realizzazione di tre parcheggi scambiatori e l’allargamento delle strade di connessione tra il litorale e la viabilità interna, come la Bigattiera, che già per la prossima estate potrà quindi essere ampliata dalle autorità preposte nei punti di strozzatura».

Il Parco conferma quindi l’apertura al dialogo: «È chiaro però che l’ipotesi di utilizzo delle strade bianche quale viabilità alternativa, sebbene solo a senso unico e limitatamente ai momenti di massimo afflusso deve essere studiata – così come altri interventi anch’essi attualmente del tutto incompatibili con il Piano di gestione delle due tenute o, più in generale, con il Piano territoriale del Parco – con maggiore attenzione, sensibilità e responsabilità anche sotto il profilo della viabilità e della sicurezza stradale, oltre che dal punto di vista della tutela ambientale, missione irrinunciabile dell’Ente Parco soprattutto in considerazione del pregio assoluto del contesto ambientale, del quale però qualcuno sembra dimenticarsi nelle sue valutazioni: si parla infatti di un Sito d’importanza comunitaria e di una delle nove riserve della biosfera dell’UNESCO presenti in Italia».

Sul tema dell’apertura delle strade bianche l’Ente Parco è ancora più esplicito: «La Presidenza dell’Ente Parco manifesta nuovamente la sua più ampia disponibilità a discutere dell’argomento e ad effettuare, con i propri tecnici, opportuni sopralluoghi insieme agli uffici comunali, alle associazioni di categoria e a quelle ambientaliste, per verificare tutti gli eventuali pro e contro per un utilizzo eccezionale delle stesse in futuro». E conclude: «Rinunciare però ad esprimere, com’è giusto che sia, le proprie perplessità e i propri dubbi in assenza di informazioni più precise e di un quadro ben definito significherebbe abdicare al proprio ruolo».

C.C.