Marea nera in Tunisia, anche il M5S chiede chiarezza

Santangelo e Crippa: «Il Governo è a conoscenza di questo incidente?»

[24 Marzo 2016]

Dopo l’articolo di greenreport.it sulla marea nera che ha colpito le isole Kerkennah , confermata da immagini inequivocabili, informazioni di media e associazioni locali e, soprattutto, dal governo tunisino, è partita sia un’opera di minimizzazione che di denuncia che fanno parte della battaglia referendaria in corso in Italia. Una battaglia politica che,  dopo gli allarmi lanciati da Legambiente e Greenpeace, vede il  Movimento 5 Stelle farsi promotore di una richiesta al governo italiano di «Intervenire per avere notizie certe».

Infatti, con due interrogazioni presentate al Senato e alla Camera a prima firma Vincenzo Santangelo e Davide Crippa, il M5S evidenzia che «In merito all’incidente che si è verificato domenica 13 marzo sulle coste delle isole Kerkennah, nella regione di Sfax in Tunisia, a 120 chilometri a sud di Lampedusa, l’incidente che è stato praticamente ignorato dalla stampa, escluso qualche sito tunisino che riporta che i ministeri tunisini della Salute e dell’Ambiente hanno aperto un’inchiesta per chiarire le responsabilità della società Thyna Petroleum Services, a cui sarebbe imputabile il danno. “La società civile residente sull’isola denuncia gravissimi danni” ha ricordato Legambiente».

Santangelo e Crippa chiedono: «Il Governo è a conoscenza di questo incidente? Quali azioni di competenza il governo italiano sta mettendo in atto per monitorare ed evitare che la marea nera, possa arrivare nei mari italiani e nelle vicine coste di Pantelleria, Lampedusa o dell’intera Sicilia?»

I due parlamentari pentastellati concludono: «Quanto sta accadendo ci ricorda ogni giorno di più l’importanza di superare la società delle fonti fossili, andando verso una nuova economia rispettosa dell’ambiente, come richiesto anche nell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco. Per questo è importante che il prossimo 17 aprile tutti gli italiani si rechino alle urne per votare Si al referendum sulle trivellazioni marine».