Nidificazione delle tartarughe marine in Toscana, Legambiente scrive all’assessore all’Ambiente

No alle attività di pulizia meccanica sul sito interessato. Sì alla pulizia manuale

[4 Novembre 2015]

Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, e Angelo Gentili, della segreteria nazionale del Cigno Verde, hanno scritto all’assessore all’ambiente della Regione Toscana, Federica Fratoni «per mettere in evidenza due eventi eccezionali e al tempo stesso di grande significato da un punto di vista scientifico, che si sono verificati su due spiagge della costa della Maremma Toscana, a distanza di due anni l’uno dall’altro: il 13 ottobre 2013 sulla spiaggia del Puntone nel comune di Scarlino e il 6 settembre 2015 sulla spiaggia della Giannella nel comune di Orbetello».

Ferruzza e Gentili, nella lettera inviata anche a Sergio Ventrella,  responsabile quadri conoscitivi per la programmazione integrata del settore parchi e biodiversità della Regione Toscana, sottolineano che «Gli eventi in questione sono il rinvenimento di alcuni piccoli e l’identificazione di uno dei due nidi della tartaruga marina Caretta caretta, specie compresa all’interno della Direttiva “Habitat”, protetta da Convenzioni internazionali e inserita nella Lista Rossa dell’Unione mondiale per la conservazione della natura, ma che rischia di estinguersi a causa di molteplici minacce. Si tratta delle prime segnalazioni documentate relative alla nidificazione della specie in Toscana l’area più a nord del mediterraneo e proprio per questo di grandissimo significato».

Nella lettera all’assessore Fratoni i due esponenti ambientalisti ricordano che «Ogni anno, nel mar Mediterraneo, muoiono migliaia di esemplari di Caretta caretta (oltre 130.000 secondo alcuni studi, ma probabilmente i dati sono sottostimati) per catture accidentali da parte di palangari pelagici, reti a strascico e da posta, per traffico nautico, inquinamento e scomparsa dei siti di nidificazione. Proprio per ridurre la mortalità da catture accidentali, la Commissione europea ha finanziato alcuni progetti specifici per la salvaguardia di questa specie tra i quali con Life Natura il progetto “Tartalife” che coinvolge altre a Legambiente e a numerosi parchi e aree marine protette, CTS, CN Ismar, il Consorzio UNIMAR».

Gentili e Ferruzza ringraziano la Regione Toscana e l’Osservatorio Toscano per la Biodiversità per il ruolo prezioso che stanno  svolgendo e che hanno svolto anche in occasione delle nidificazioni di tartaruga marina avvenute in maremma: «E’ molto significativo ed importante infatti coordinare una rete di diversi soggetti del mondo scientifico, istituzionale ed associativo che coinvolge anche la nostra associazione, avvalendosi del ruolo determinante dell’ARPAT e dell’UNISI».

Legambiente si rende disponibile «a proseguire ed incrementare ulteriormente la collaborazione con la Regione Toscana attraverso la rete territoriale maremmana ed il parco della Maremma in particolare chiediamo per il caso specifico che venga effettuato un attento monitoraggio della recente zona di nidificazione. È necessario a tal proposito che si continui ad applicare con scrupolosità il piano d’azione nazionale per la conservazione delle tartarughe marine e si faccia una attenta opera di divulgazione e promozione dello stesso anche attraverso materiale informativo ed incontri appositi tra i soggetti e le istituzioni coinvolte. Molto Importante “a tal proposito può essere il coinvolgimento attivo del ruolo delle strutture ricettive site lungo la fascia costiera che possono diventare ,attraverso un percorso formativo apposito, delle sentinelle ambientali e dei luoghi dove si possono ricevere informazioni specifiche in merito alla specie in oggetto».

Gli ambientalisti chiedono in particolare che «A titolo cautelativo si dismettano le attività di pulizia meccanica sul sito in esame (nel periodo estivo) gestite dai comuni costieri. Siamo disposti in tal senso a collaborare per la pulizia manuale (con i nostri volontari), dell’area in questione, per la realizzazione e predisposizione di una adeguata cartellonistica che segnali il sito e informi i cittadini e i turisti sull’importanza dell’evento in oggetto, per la delimitazione del luogo al fine di evitare intrusioni e disturbo in special modo nel periodo di nidificazione. Riteniamo di fondamentale importanza sostenere le attività dei Centri di recupero che operano lungo la costa Toscana. Luoghi specializzati che intervengono con personale formato per soccorrere animali in difficoltà che dopo cure veterinarie (che in molti casi possono durare mesi) vengono restituiti al mare: un lavoro prezioso, costante e oneroso che nella maggior parte dei casi ricade sulle spalle delle associazioni e delle istituzioni locali coinvolte. Inoltre, accanto al recupero, monitoraggio e ricerca sulle tartarughe, non vanno dimenticate le altre importanti attività che possono essere programmate al fine di attuare una corretta e capillare formazione, informazione e sensibilizzazione degli attori coinvolti: enti locali, pescatori, turisti, popolazioni locali, mondo scolastico, associazionismo. Sarebbe infatti oltremodo necessario dare seguito a questi eventi eccezionali di particolare rilievo per la salvaguardia della biodiversità marina e per la tutela di una specie simbolo per l’area definita dal Santuario dei Cetacei e per l’intero mar Mediterraneo, con un incisivo e determinante progetto che miri alla maggiore e migliore tutela della Caretta caretta oltre che ad una campagna di informazione basata su dati scientifici e sui risultati di specifici monitoraggi.  Infine, ma non meno importante, sarebbe opportuno che i soggetti aderenti alla rete regionale per la conservazione e il recupero delle tartarughe marine, chiedendo la consulenza di esperti a livello nazionale, si incontrino per definire insieme linee guida per l’Assistenza delle schiuse e l’ispezione del nido, naturalmente tenendo in considerazione le linee guida ISPRA».