Non solo tonno rosso: Oceana, in pericolo anche pesce spada e squali

[10 Novembre 2015]

Oceana esorta le Parti Contraenti della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi (ICCAT) – l’organizzazione responsabile della gestione di specie ittiche altamente migratorie nell’Atlantico e in acque adiacenti – a garantire che tutte le popolazioni sotto la sua supervisione siano gestite in modo sostenibile così da fermare e prevenire la sovrapesca. Ciò è specialmente urgente per lo stock del pesce spada del Mediterraneo e alcune specie di squali come la verdesca e il mako.

Nel 2006, anche grazie alla forte pressione dell’opinione pubblica, l’ICCAT ha stabilito un piano di recupero per il tonno rosso, specie di alto valore commerciale. Grazie alla messa in atto di stringenti misure di gestione, il tonno rosso inizia ora a mostrare i primi segni di recupero e tale piano di recupero è riportato come una storia di successo. La responsabilità dell’ICCAT però cade ben oltre il tonno rosso. La Commissione ICCAT quest’anno deve affrontare con urgenza la gestione sostenibile di altri stock.

«Degli stock valutati in ICCAT, 59% sono riportati come sovrapescati e la metà di questi rimangono ancora privi di gestione o mal gestiti – riporta Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa – Quest’anno ICCAT deve dimostrare concretamente il suo impegno per la gestione sostenibile di specie altamente migratorie oggetto della pesca. Tenendosi la riunione a Malta, nel cuore del Mar Mediterraneo, incoraggiamo le parti contraenti a raggiungere un accordo per un piano di recupero del pesce spada del Mediterraneo, sovrapescato e trascurato per troppo tempo. Sul versante Atlantico invece sono necessarie con urgenza misure di gestione per squali commercialmente sfruttati, quali verdesca e mako».

Pesce spada del Mediterraneo:

Secondo gli scienziati, questa risorsa è sovrapescata ed è notevolmente diminuita dagli anni ’80 fino a ridursi a livelli inferiori del 70% a quelli considerati sostenibili. Ad oggi, questa specie è catturata senza limiti e da una flotta sovramisura di oltre 15,800 imbarcazioni. Le poche misure di gestione messe in pratica a oggi sono insufficienti ad assicurare che questo stock possa recuperare, specialmente considerando che 75% delle catture si compongono di giovanili che non avranno la possibilità di riprodursi. Oceana richiede all’ICCAT di consentire a questa risorsa di recuperare ai livelli di abbondanza degli anni ’80, attraverso la messa in atto di un piano di recupero.

Squali:

L’ICCAT continua a fallire nel attuare misure di gestione concrete ed effettive per gli squali oggetto della pesca in Altantico. Oceana chiede all’ICCAT di:

Definire limiti di cattura basati su dati scientifici per lo squalo verdesca e lo squalo mako, così come consigliato dal comitato scientifico;

Proibire la ritenzione, sbarco e commercio dello squalo smeriglio, specie altamente minacciata;

Mettere in atto una proposta che fermi la dannosa pratica del taglio delle pinne agli squali e di gettarne il resto del corpo a mare. Dal 2012 la flotta europea ha l’obbligo di sbarcare gli squali con le loro pinne naturalmente attaccate. Oceana richiede che tale divieto venga esteso a tutte le flotti operanti nell’area della convenzione ICCAT.

La 24esima riunione dell’ICCAT si terrà dal 10 al 17 novembre e sarà ospitata dall’Unione Europea a St. Julien (Malta). Oceana, la più grande organizzazione internazionale per la conservazione dell’ambiente marino, chiede una gestione precauzionale per il pesce spada del Mediterraneo, squali Atlantici e tonno rosso.

di Oceana