Nuovo attacco di Survival al Wwf: in Congo bonus ai guardaparco in caso di arresti

Sono gli stessi al centro dello scandalo sugli abusi. Aperte inchieste in Gran Bretagna, Usa e Germania

[3 Maggio 2019]

Survival International dice di essere in possesso di prove che rivelano che i guardaparco supportati dal Wwf riceveranno dei Bonus in caso di arresti.

Si tratta dell’ennesima puntata della polemica tra l’ONG che difende i popoli autoctoni e la più grande associazione ambientalista/protezionista del Mondo e Survival International denuncia che «Il sistema dei premi fornisce alle unità paramilitari un chiaro incentivo ad arrestare quante più persone possibile. E questo nonostante i locali abbiano fornito innumerevoli testimonianze di arresti arbitrari e di molti altri abusi commessi da alcuni guardaparco nella regione del Bacino del Congo. I pagamenti sono specificati nell’accordo di finanziamento firmato tra l’Unione europea e il Wwf in merito alla creazione della controversa area protetta di Messok Dja, in Congo».

Secondo Survival, «L’accordo specifica anche che verranno pagati premi a chi fornirà informazioni che conducano a un arresto» e l’ONG ricorda che «Il Wwf porta avanti il progetto di Messok Dja nonostante la forte opposizione dei Baka locali, le cui terre vengono prese per far spazio al parco. Secondo la legge internazionale, questi progetti non possono essere realizzati se i popoli locali non vi hanno dato il loro effettivo consenso».

Ad aprile un Baka ha detto a Survival che «Per noi questa situazione è come una guerra, e la nostra foresta ormai per noi è chiusa. I guardaparco uccidono le persone per denaro, ecco come si guadagnano lo stipendio».

Survival rispolvera anche l’indagine di BuzzFeed  che a marzo ha rivelato che l’associazione ambientalista «finanzia, equipaggia e lavora direttamente con forze paramilitari accusate di pestaggi, torture, aggressioni sessuali e uccisione di moltissime persone» e che ha anche pubblicato alcuni documenti interni che «dimostrano che il Wwf sapeva da anni che i guardaparco erano accusati di gravi violazioni dei diritti umani, ma nonostante questo ha continuato a finanziarli». Il direttore generale di Survival, Stephen Corry, non molla la presa e accusa praticamente il Wwf di neocolonialismo culturale: «Il sistema del Wwf prevede che i suoi guardaparco siano pagati di più – dai contribuenti europei – per ogni persona che arrestano. Immaginate lo scandalo se lo stesso sistema venisse applicato alle forze dell’ordine dei paesi europei! Sorvegliare non è come vendere macchine, e non dovrebbe funzionare per “commissioni”. Chiunque si sia informato, sa bene quello che i Baka e altri popoli locali ci dicono da anni, ovvero che vengono continuamente arrestati e spesso picchiati, torturati o peggio. Ora sappiamo che i guardaparco sono persino incentivati a maltrattarli. Va da sé che i veri bracconieri, collusi con guardie e funzionari corrotti, la fanno franca, come sempre».

In risposta alla denuncia di BuzzFeed,e alle accuse di Survival il Wwf ha commissionato un’indagine indipendente a uno studio legale specializzato in gestione della reputazione, ma oggi Survival rivela che attualmente il Wwf è sotto indagine negli Usa, in Gran Bretagna e in Germania e rivela che ad aprile «L’Autorità di controllo britannica per le organizzazioni benefiche ha avviato un’indagine ufficiale sul Wwf».

L’indagine della Commissione britannica verificherà se il Wwf UK ha agito con la dovuta diligenza per garantire che i fondi raccolti e inviati all’estero non contribuiscano a violenze e la Commissione ha dichiarato che «Le atrocità e gli abusi dei diritti umani che sono stati ipotizzati sono in contrasto con tutto ciò che associamo al concetto di charity».

Corry. Conclude: «L’avvio dell’indagine da parte della Charity Commission è un passo avanti, ma non è una svolta. La Commissione si occupa solo di ciò che riguarda la sede britannica del Wwf, e non ha competenze per giudicare la sua complicità nella violazione dei diritti umani. La cosa più grave che potrà accadere sarà che la Commissione chieda al Wwf di effettuare un’indagine, cosa che l’organizzazione ha già detto che farà. E allora dovremo aspettare molto tempo, per poi ritrovarci solo con un mucchio di insabbiature. Il Wwf sa di queste atrocità da anni. E non dimentichiamo che in questo momento l’organizzazione chiede la realizzazione in Congo di una nuova area protetta, Messok Dja, che sta derubando i “Pigmei” Baka della loro terra. Abbiamo bisogno di una mobilitazione dell’opinione pubblica contro questo modello di conservazione, la conservazione fortezza, che è estremamente pericolosa per il pianeta e per i suoi popoli».