Papa Francesco, combattere il cambiamento climatico è un dovere morale

Ban Ki-moon: «Scienza e religione non sono in opposizione sul cambiamento climatico»

[29 Aprile 2015]

Il segretario generale dell’Onu,  Ban Ki-moon, ieri ha incontrato Papa Francesco con il quale ha lungamente discusso del cambiamento climatico. L’incontro è avvenuto a margine del workshop internazionale: “Protect the Earth, Dignity Humanity. The Moral Dimensions of Climate Change and Sustainable Development” organizzato in Vaticano dalla Pontificia academia delle scienze del Vaticano e che ha riunito leader religiosi, rappresentanti delle società civile e capi di Stato come i presidenti dell’Italia e dell’Ecuador.

Il portavoce di Ban Ki-moon ha sottolineato  che «Il Segretario generale ha detto che attende con impazienza l’enciclica del Papa su questo tema», ma Papa Bergoglio e Ban hanno anche discusso di esclusione sociale, taffico di esseri umani, di ogni forma di schiavitù  e del ruolo dello sport come strumento per l’educazione e lo sviluppo umano. Poi hanno parlato della terribile situazione della guerra civile nel Sud Sudan.

Intervenendo al  workshop in Vaticano,  Ban ha ricordato che «Il cambiamento climatico è intrinsecamente legato alla salute pubblica, alla sicurezza alimentare ed all’acqua, alle migrazioni, alla pace ed alla sicurezza. Si tratta di una questione morale. E’ una questione di giustizia sociale, di diritti dell’uomo ed etica. Noi abbiamo la responsabilità di proteggere la fragile rete della vita su questa Terra, per questa generazione e per quelle che seguiranno. E’ per questo che è importante che i gruppi religiosi di tutto il mondo siano chiari sulla questione ed in armonia con la scienza. La scienza e la religione non sono in opposizione sul cambiamento climatico. In realtà sono pienamente allineate. Insieme dobbiamo chiaramente far sapere che la scienza del cambiamento climatico è solida e non suscita dubbi. Il cambiamento climatico si produce adesso e le attività umane ne sono la principale causa».

Secondo una nota del Vaticano dal workshop è emerso che «Sono soprattutto i poveri a pagare il prezzo dei cambiamenti climatici. Intervenire sulle cause di questo fenomeno rappresenta perciò un dovere “morale” – oltre che un’urgenza sociale ed economica  – al quale nessuno deve sottrarsi».

Commentando le parole di Ban Ki-moon e i risultati del wiorkshop, Pierluigi Sassi,  presidente di Earth Day Italia,  ha detto che   «L’attenzione che Papa Francesco e la Chiesa stanno mostrando di rivolgere alle grandi questioni ambientali è, in una sola parola, provvidenziale – È alle viste un’Enciclica sull’ecologia e appena qualche giorno fa, nella ricorrenza mondiale dell’Earth Day, il Papa ha ricordato con grande efficacia l’importanza e il dovere di custodire il Creato, che è solo un prestito per l’uomo. È molto importante che una voce tanto autorevole e amata come quella del Pontefice porti all’attenzione di tutti l’urgenza di questi problemi, affinché non vengano oltre percepiti come questioni da salotto, ma sia chiaro che riguardano ciascuno di noi e la sopravvivenza stessa della nostra specie, a cominciare dai più poveri e indifesi. Sono questioni che accomunano l’umanità intera e devono pertanto essere motivo di condivisione interculturale, interrazziale e interreligiosa».

Sassi è convinto che «In questo orizzonte è importante che i cittadini italiani e il Governo raccolgano il testimone e si impegnino concretamente nella battaglia che mette la cura del Pianeta e il contrasto ai cambiamenti climatici come una priorità assoluta. È in quest’ottica che Earth Day Italia, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, il prossimo 5 giugno dall’Expo rivolgerà un grande invito alle comunità rurali e montane a testimoniare le esperienze che le hanno rese in grado di produrre valore economico, sociale ed ambientale per il territorio. Le comunità rurali insegnano infatti come ‘mangiare tutti e mangiare bene’, perché i temi della sicurezza alimentare, della sopravvivenza economica e dei cambiamenti climatici sono fortemente correlati tra loro. Perché -scandisce Sassi – il cambiamento parte dal basso».

Secondo Roberta Cafarotti  , direttrice scientifica di Earth Day Italia, «Ognuno di noi  può fare la sua parte, consumando con attenzione e unendosi ad altri cittadini sensibili per chiedere a gran voce impegni vincolanti a tutti i Paesi del mondo, affinché le emissioni di gas serra diminuiscano e ci permettano di mantenere la temperatura terreste sotto un aumento di 2° come indicato dalla comunità scientifica. Parigi con la sua Conferenza delle Parti a dicembre – sottolinea Cafarotti – è un momento essenziale e il suo successo è possibile solo se uniamo le nostri voci consapevoli. Earth Day Italia, dal canto suo, cercherà di mobilitare più cittadini italiani possibili e di utilizzare la grande tensione morale ed etica che si respira. Daremo nei prossimi mesi contezza di tutti gli appuntamenti che da ogni parte della società civile si attiveranno su questo».

Anche Greenpeace ha voluto ringraziare con una lettera Papa Francesco per le iniziative che sta prendendo «a difesa del clima globale, assunte anche in vista dell’annunciata Enciclica».

Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia , ricorda che «Una delle maggiori minacce per il clima della Terra proviene dallo sfruttamento irresponsabile di carbone e petrolio. ”, si legge nella lettera a firma di, che oggi sta seguendo la Conferenza in Vaticano. “I governi mostrano poca saggezza in questo campo e grandi interessi industriali sono ancora legati a queste fonti di energia, distruttive per l’ambiente, per il clima e oggetto di sanguinosi conflitti. Le conseguenze per la vita umana sono disastrose e spesso non vengono colte fino in fondo. Eppure i segnali sono tanti: fenomeni meteorologici estremi, scioglimento dei ghiacci, siccità, alluvioni, tempeste, carestie. E anche crescenti migrazioni di intere popolazioni in cerca di condizioni ambientali più favorevoli. Abbiamo il dovere di dare aiuto e sollievo immediato ai migranti, ma altrettanto importante è non negare il legame con le ragioni profonde che spingono le persone a migrare: fame, povertà, violenza, conflitti per l’accesso alle risorse. Tutte questioni che possono essere esacerbate – e già lo sono – dai cambiamenti climatici in corso. È per questo, Sua Santità, che Le chiediamo di rivolgere un appello a tutti i governi e ai leader dell’industria perché s’impegnino concretamente nella direzione del contrasto al riscaldamento globale, per un sistema energetico basato al 100 per cento sulle fonti rinnovabili, che sia accessibile a tutte le persone nel Pianeta».

Anche la la direttrice di Oxfam International, Winnie Byanima, ringrazia il Papa:  «La risposta che daremo al cambiamento climatico rappresenta la cartina di tornasole della nostra umanità. Sosteniamo con convinzione l’impegno di Papa Francesco per costruire un movimento globale interreligioso per la lotta al cambiamento climatico e la protezione delle persone più vulnerabili».