Riceviamo e pubblichiamo

Parco della Versiliana, ecco i risultati dello studio sull’avifauna

La ricerca, a titolo completamente volontario, ha permesso di rilevare 92 specie di uccelli

[29 Gennaio 2019]

Nei giorni scorsi si è concluso lo studio del Wwf Alta Toscana sugli uccelli che frequentano il bosco della Versiliana. Dopo aver raccolto gli scarni dati bibliografici esistenti, i ricercatori, nel periodo 1 novembre 2017 – 4 novembre 2018, hanno svolto censimenti dell’avifauna con cadenza quindicinale, al fine di poter rilevare gli uccelli nidificanti, migratori e svernanti. I risultati saranno pubblicati sul prossimo numero di una rivista scientifica a diffusione nazionale: in questa nota vengono anticipati alcuni risultati, che saranno successivamente diffusi in modo organico.

La ricerca, a titolo completamente volontario, ha permesso di rilevare 92 specie di uccelli. Considerata la limitata superficie del Parco, appare rilevante già il numero di specie rinvenute. Interessante la presenza, durante la migrazione primaverile, del Gufo di palude, raro migratore regolare lungo la costa pisano – versiliese. Nel parco è presente un diversificato contingente di specie corticicole costituito da Picchio rosso maggiore, Picchio verde, Torcicollo, Picchio muratore, Rampichino comune, nonchè dal più raro Picchio rosso minore, presente in poche località della Toscana. Per la tutela di queste specie appare importante definire forme di gestione che permettano l’incremento di formazioni dominate o caratterizzate dalla presenza di esemplari arborei maturi e la permanenza in loco di individui morti o moribondi. Le aree caratterizzate da fitti rimboschimenti a Pino marittimo dovrebbero essere avviate verso fisionomie più naturali, così come le pinete a Pino domestico, in cui dovrebbe essere favorito il naturale processo di sostituzione da parte di formazioni di latifoglie autoctone, salvo eventuali lembi da conservare a scopo storico – paesaggistico, in particolare nei dintorni della villa “la Versiliana”.

Fra i nidificanti va evidenziata la presenza di almeno 3 coppie di averla piccolaspecie sempre più rara in pianura. Probabilmente la tromba d’aria che nel 2015 ha interessato l’area, abbattendo un notevole numero di alberi, ha fatto assumere a parte della tenuta caratteristiche ambientali gradite alla specie: un prato con erba bassa, con funzione di area di caccia, e sparsa presenza di alberi isolati, in particolare Lecci (Quercus ilex), e linee elettriche e pali della luce utilizzati come posatoi. La specie è risultata più numerosa rispetto a quanto rilevato negli anni precedenti l’uragano, confermando la sua capacità di colonizzare in modo veloce gli ambienti adatti, anche a seguito di eventi naturali.

Fra gli aspetti negativi va fatta rilevare la presenza di specie esotiche invasive, in particolare il Parrocchetto dal collare, già noto in altre aree urbane in quanto frequenta comunemente parchi, giardini e ville storiche, nidificando in cavità collocate sui Pini domestici. Considerato che la specie è sostanzialmente sedentaria e che all’interno dell’area di studio sono presenti numerosi pini domestici è possibile che vi si riproduca, anche se finora non è stata accertata alcuna nidificazione.

In conclusione, lo studio conferma che la diversità del popolamento avifaunistico dei parchi urbani è positivamente correlata con le dimensioni dell’area considerata e con il suo grado di connessione con sistemi ambientali extraurbani più ricchi e complessi, che possano fungere da serbatoi di biodiversità. Creare, o mantenere, un certo livello di collegamento tra le aree verdi, tra loro e con il contesto extraurbano, paiono requisiti indispensabili per raggiungere significativi livelli di ricchezza specifica del popolamento ornitico.

Le indicazioni gestionali per la tutela del patrimonio avifaunistico del parco della Versiliana vanno nella direzione di un miglioramento della connessione con sistemi ambientali più ricchi e complessi e della tutela della struttura vegetazionale. Questa dovrebbe essere costituita da un’alternanza di zone boscose con fitto sottobosco e macchie e zone aperte prative con alberi sparsi, in modo che possa sostenere la massima diversità di specie. La presenza di ambienti come pinete, leccete e piccoli specchi d’acqua non aumenterebbe di molto il numero dei nidificanti, ma consentirebbe la sosta e la permanenza di taxa di particolare interesse come i picidi e le specie acquatiche.

di Wwf Alta Toscana