I parrocchetti alla conquista dei nidi degli uccelli autoctoni. In Israele sloggiano le upupa dai palmeti

Ma in Europa non c’è ancora competizione con l’avifauna autoctona per le cavità di nidificazione

[30 Dicembre 2016]

I parrocchetti dal collare (Psittacula krameri), originari dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale, sono stati introdotti in altri Paesi africani e mediorientali, in Cina e in Europa, dove si sono insediati anche in alcuni parchi italiani.  Lo studio “Invasive Ring-Necked Parakeet Negatively Affects Indigenous Eurasian Hoopoe”, pubblicato  su Annales Zoologici Fennici dall’israeliano Reuven Yosef dell’università Ben Gurion di Eliat, dal polacco  Piotr Zduniak dell’università di Umultowska e da Michał Żmihorski, che lavora sia per l’università svedese di Uppsala che per l’Accademia polacca delle scienze, si occupa del caso dei parrocchetti  dal collare che hanno invaso il sud di Israele e competono con le specie autoctone che nidificano nelle cavità degli alberi.

I ricercatori ricordano che anche i parrocchetti dal collare possono scavare cavità, «fornendo così agli altri uccelli luoghi per la riproduzione, per cui l’impatto finale sull’avifauna nativa è discutibile».

Per capire l’impatto dei parrocchetti sull’avifauna autoctona israeliana, i ricercatori hanno studiato per 10 anni, dal 2000 al 2009, le interazioni tra questi pappagalli invasivi e l’upupa euroasiatica (Upupa epops)  in due palmeti colonizzati nel  2002 e nel 2006 dai parrocchetti e che hanno a più alta densità di upupa, mentre altri due palmeti,  frequentati non stabilmente dai parrocchetti, sono stati utilizzati come siti di controllo nello studio.  Ne è venuto fuori che dove i parrocchetti non  avevano una presenza stabile la densità di nidificazione e allevamento delle upupa non è cambiata, mentre nei palmeti colonizzati dai pappagalli la densità delle upupa è diminuita in modo significativo. Inoltre, il palmeto che originariamente ospitava più upupa, dopo l’invasione dei parrocchetti ha avuto la densità di upupa più bassa.

Secondo ricercatori, «I risultati suggeriscono un impatto negativo del parrocchetto dal collare  invasivo selle upupa eurasiatiche autoctone, principalmente attraverso l’acquisizione aggressiva delle cavità da parte dei parrocchetti». Inoltre, «Gli attesi cambiamenti dell’uso del suolo nella regione molto probabilmente si tradurranno  in ulteriore espansione del parrocchetto dal collare».

Questi risultati si vanno ad aggiungere alla crescente evidenza della competizione per le cavità negli alberi adatte alla nidificazione con altri uccelli autoctoni, come il  picchio muratore e le cinciallegre, e potrebbero interessare anche i siti di nidificazione di alcune specie di pipistrelli.

I parrocchetti, fuggiti dalle gabbie o rimessi irresponsabilmente in libertà, sono diventati un bel problema anche in alcune città italiane ed europee. ma secondo  Liviu Pârâu, dell’università tedesca di Heidelberg, per ora le upupa europee sono al sicuro: «Attualmente, quasi tutta la popolazione europea di parrocchetti dal collare nidifica nelle aree urbane, mentre le upupe  generalmente non entrano città», ha detto a New Scientist.

Anche un altro ricercatore dell’università di  Heidelberg,  Michael Wink, tranquillizza: «Gli autori descrivono una situazione locale in Israele che non può essere generalizzata. Nella mia esperienza, in Germania  non  c’è nessuna apparente competizione  con le specie autoctone  per le cavità di nidificazione».