Proposte per un nuovo modello di gestione delle aree protette nella Regione Siciliana

[30 Giugno 2014]

Noi (il Ramarro onlus – Associazione di Ecologia e Cultura di Pace) non siamo un Ente Gestore riconosciuto ed ufficiale ma ormai da tempo ci comportiamo come se lo fossimo in quanto, di fatto, amministriamo una piccola area interna alla R.N.O. (desaparecida) Bosco di Santo Pietro estesa  12 Ettari.

Probabilmente siamo dei mezzi clandestini ma lo siamo ormai da 21 anni, da quando cioè il Comune di Caltagirone ci affidò su nostra richiesta, una piccola quota degradata di quel bosco fino ad allora utilizzata come discarica per inerti da  trasportatori con pochi scrupoli o come pascolo abusivo da mandriani d’assalto.

Anche la Forestale, che fino a quel momento lo gestiva in convenzione, ci aveva piantato un migliaio di pini ma poi l’aveva dimenticato lasciando che quelle piantine venissero su come asparagi, affastellati e spelacchiati.

Forse, senza saperlo, nel 1993, il Comune di Caltagirone sottraendo quell’appezzamento boschivo al Corpo Forestale per affidarlo a dei volontari inventava anche una forma diversa e possibile per la cura e la conduzione del territorio protetto, per di più a costo zero.

Neanche noi sapevamo come si sarebbe evoluto quell’atto di comodato che si ispirava al principio della sostenibilità e della educazione ambientale ma accettammo la scommessa con entusiasmo dandoci subito da fare.

Da allora quel triangolino di progressi ne ha fatti tanti che oggi chi non lo vede non ci crede: con il progetto denominato “Oikos” il vecchio rudere è risorto ed è diventato rifugio, infopoint per la Riserva e Centro di Educazione Ambientale (riportato quale esempio virtuoso per l’area di riferimento anche dal “Piano di Interpretazione del Sistema delle Riserve” gestite dal DRAFD (Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali, dettagli all’indirizzo: http://www.regione.sicilia.it/Agricolturaeforeste/Azforeste/pianinterp.asp?lang=it).

I pini sono stati decimati da una serie di catastrofi ecologiche (debolezza congenita, cicloni, incendi, siccità) e al loro posto tutt’intorno è un gran proliferare di centinaia, centinaia e centinaia di alberi ed arbusti della Macchia Mediterranea alcuni dei quali alti anche 5 metri: Roverelle, Sughere, Lecci, Carrubi, Alaterni, Olivastri, Filliree, Corbezzoli, Rosmarino, Timo, Camedrio, Palme Nane, Mirti e tanti altri in condizioni di pieno rigoglio e salute.

Pur lavorando principalmente per raggiungere obbiettivi sociali ed ambientali di interesse Planetario la nostra regola economica principale è stata sempre quella dell’autofinanziamento.Sul suo suolo si sono avvicendate centinaia di volontari/e provenienti da ogni parte per partecipare ai  campi di lavoro denominati “del Sole Cocente” e continuamente vi si svolgono eventi a tema per la promozione della cultura della sostenibilità… le ultime in ordine di tempo sono state, la “Festa del Baratto” ed una tappa del “Cammino Ibleo”, iniziativa di turismo naturalistico a cura di 8 diverse Associazioni del Val di Noto nonché eventi ed incontri con l’ Associazione Centro Educazione Ambientale (CEA) Messina onlus con cui da oltre un quinquennio si è stabilito uno stretto legame di collaborazione tra i Territori dei Peloritani e del Calatino.

Non senza difficoltà ma sicuramente senza pesare sulla spesa pubblica fissa l’associazione che scrive è riuscita negli anni a canalizzare sul suo progetto risorse finalizzate sia pubbliche e private per un equivalente di oltre 250.000 Euro, a coinvolgere migliaia di studenti ed appassionati, a tesserare poco meno di 1000 soci e a fondare un altro sodalizio dal nome similare (Ramarro Sicilia), attualmente rappresentato in otto delle 9 province Siciliane, che ha tra i suoi principali obbiettivi quello di esportare in tutta la regione l’esperienza tuttora in corso.

Eravamo presenti il 4 giugno 2014 all’audizione della IV Commissione Territorio ed Ambiente dell’ARS per la discussione sulla nuova Legge relativa a Parchi e Riserve e quella occasione ci è stata preziosa per avere un quadro delle forze e dei relativi orientamenti e in campo.

Per questo, nella convinzione che anche l’intesa con le forze del volontariato può consentire il conseguimento di  risultati di gestione apprezzabili nel quadro generale della economia ambientale regionale, raccogliendo l’invito a formulare suggerimenti e proposte chiediamo, in via prioritaria, che la nuova legge (od una sua rivisitazione) possa riconoscere e promuovere realtà ed esperienze come quella appena descritta e mettere i soggetti di riferimento in condizione di accedere ai bandi di settore.

Di seguito un breve elenco per punti dei temi che ci piacerebbe fossero previsti nella nuova legge:

  • Il territorio delle aree protette siciliane è terra di pace orientata verso lo sviluppo sostenibile e non violento. Esso è luogo privilegiato per la tutela e la conservazione di quell’insieme inscindibile di ambienti,  cultura, paesaggi, pratiche  e   tradizioni che legano il presente della Sicilia e dei siciliani alla loro identità e alle loro speranze di futuro.
  • Al suo interno è tassativamente interdetta ogni attività anche temporanea collegata con l’installazione di basi ed impiantistica militare o esercitazioni di qualsiasi genere e forma e rimangono altresì interdette le attività di  estrazione, ricerca e/o prospezione  mineraria, petrolifera e l’ esercizio di attività che impiegano tecnologie a forte impatto ambientale.
  • D’intesa con i Comuni e gli Enti Gestori di riferimento i soggetti firmatari della “Carta di Intenti” dopo un percorso con firma a Palermo, mercoledì 12 dicembre 2012 (dettagli del Programma di Educazione alla Sostenibilità (PEAS) 2011/2012 all’indirizzo: http://www.arpa.sicilia.it/context.jsp?ID_LINK=736&area=5)  possano svolgere attività di Educazione Ambientale e servizio di accompagnamento di gruppi  interessati al turismo naturalistico
  • Le associazioni di volontariato che da almeno 10 anni gestiscono  appezzamenti limitati all’interno di riserve naturali promuovendo la sostenibilità e l’educazione ambientale possano essere in qualche modo assimilate agli Enti Gestori e partecipare a bandi per la concessione di finanziamenti su progetti. (cioè non debbano essere preliminarmente costrette a dimostrare di essere sul mercato come produttori di beni e servizi, cosa che sta accadendo negli ultimi tempi.
  • Aree protette contigue aventi continuità territoriale e medesime caratteristiche, ancorchè appartenenti a province diverse, possano essere accorpate sotto unica gestione.
  • Sia previsto l’obbligo, per l’Ente Gestore, di procedere a monitorare e/o censire periodicamente  la consistenza delle specie animali la cui espansione potrebbe compromettere gli equilibri biologici del sito e sia obbligatorio procedere di conseguenza all’attuazione dei piani di cattura o di prelievo e abbattimento.

Francesco Cancellieri Cea Messina e Renato Carella Presidente “il Ramarro Sicilia”