Qualche speranza per i rinoceronti neri africani: stanno aumentando leggermente

Le iniziative di salvaguardia funzionano, ma il bracconaggio continua e difendere i rinoceronti sta diventando sempre più costoso

[20 Marzo 2020]

Secondo il nuovo aggiornamento della Lista rossa Iucn delle specie minacciate, «Il rinoceronte nero africano rimane in pericolo di estinzione, ma la sua popolazione sta lentamente aumentando mentre gli sforzi di conservazione contrastano la persistente minaccia del bracconaggio».

L’International union for conservation of nature (Iucn) spiega che «Tra il 2012 e il 2018, la popolazione del rinoceronte nero (Diceros bicornis) in tutta l’Africa è cresciuta a un modesto tasso annuo del 2,5% da circa 4.845 a 5.630 animali allo stato brado». Secondo il nuovo aggiornamento della Lista Rossa, «I modelli di popolazione prevedono un ulteriore lento aumento nei prossimi cinque anni».

Grethel Aguilar, direttrice generale ad interim dell’Iucn, sottolinea che «Mentre i rinoceronti africani non sono affatto al sicuro dall’estinzione, il continuo lento recupero delle popolazioni di rinoceronte nero è una testimonianza degli immensi sforzi compiuti nei Paesi in cui si trova la specie e allo stesso tempo un potente promemoria per la comunità globale che la conservazione funziona. E’ evidente che non c’è spazio per l’autocompiacimento poiché il bracconaggio e il commercio illegale rimangono minacce gravi. E’ essenziale che le misure anti-bracconaggio in corso e la gestione intensiva e proattiva della popolazione continuino, con il sostegno di attori nazionali e internazionali».

Jane Smart, direttrice globale dell’Iucn Biodiversity Conservation Group, è d’accordo: «Questi sviluppi per i rinoceronti africani mostrano i cambiamenti che possono essere ottenuti attraverso un’azione di conservazione impegnata. E’ fondamentale che la popolazione locale sia sempre più coinvolta e tragga beneficio dagli sforzi di conservazione. Gli attori internazionali, nazionali e locali devono lavorare insieme per affrontare la crisi della biodiversità. Sarà fondamentale che le voci di coloro che lavorano sul campo per proteggere le specie minacciate come i rinoceronti africani siano amplificate nei prossimi anni mentre fisseremo il programma di conservazione per il prossimo decennio».

L’aumento del numero di rinoceronti neri è dovuto principalmente al lavoro continuo delle forze dell’ordine e alle misure di successo della gestione della popolazione, compreso lo spostamento di rinoceronti selezionati di alcune popolazioni stabili in nuove località per mantenere produttive le popolazioni ed estendere/rioccupare l’areale della specie.  All’Iucn ricordano che «Una sottospecie del rinoceronte nero, il rinoceronte nero sudoccidentale (D. b. Bicornis) – precedentemente valutata come vulnerabile – nelle ultime tre generazioni ha visto una crescita della popolazione sufficiente da poter essere recentemente classificato come quasi minacciato. Le altre due sottospecie sopravvissute, quella sud-orientale (D. b. Minor) e quella orientale (D. b. Michaeli), rimangono entrambe in pericolo di estinzione a seguito di forti cali tra gli anni ’70 e la metà degli anni ’90. Mentre tutte e tre le sottospecie sopravvissute sono in un lento percorso di recupero, restano dipendenti da continui sforzi di conservazione».

L’specie di rinoceronti africani e la più numerosa, il rinoceronte bianco (Ceratotherium simum), continua a essere classificata come quasi minacciata nella Lista Rossa Iucn che però evidenzia che «I numeri della sottospecie del rinoceronte bianco meridionale (C. s. Simum) sono diminuiti del 15% tra il 2012 e il 2017, passando da un numero stimato di 21.300 animali a 18.000, il che ha ampiamente annullato la maggior parte della crescita dei numeri di rinoceronte bianco dal 2007 al 2012. Questo recente declino è stato in gran parte dovuto agli alti livelli di bracconaggio nel Kruger National Park in Sudafrica, dove vive la più grande popolazione di rinoceronti bianchi del mondo. L’altra sottospecie di rinoceronte bianco, il rinoceronte bianco settentrionale (C. s. Cottoni), rimane in pericolo critico (forse estinto in natura). Il rinoceronte bianco è più vulnerabile al bracconaggio poiché ha corna più grandi e preferisce di più gli habitat aperti, quindi è più facile da trovare rispetto al rinoceronte nero».

L’Iucn sottolinea che «Il bracconaggio di rinoceronti africani per rifornire il commercio internazionale illegale di corni di rinoceronte rimane la principale minaccia per le due specie. Tuttavia, le forti contromisure adottate negli ultimi anni dagli Stati, dai proprietari terrieri privati ​​e dalle comunità stanno avendo un effetto positivo: negli ultimi anni il bracconaggio registrato di rinoceronti africani è diminuito a livello continentale».

Dopo un picco nel 2015, quando è stato scoperto che rano stati abbattuti al minimo di 1.349 rinoceronti – una media di 3,7 rinoceronti uccisi al giorno – i numeri del bracconaggio sono diminuiti ogni anno. Nel 2018, ci sono stati almeno 892 rinoceronti uccisi – circa 2,4 rinoceronti africani abbattuti ogni giorno o uno ogni 10 ore. I dati preliminari per il 2019 indicano che i livelli di bracconaggio sono ulteriormente diminuiti.

Richard Emslie, coordinator della Red List Authority per l’African Rhino Specialist Groupdell’Iucn pecies Survival Commission, aggiunge: «Con il coinvolgimento del crimine organizzato transnazionale nel bracconaggio, i crimini contro i rinoceronti non sono solo crimini della fauna selvatica . Numerosi Stati vanno elogiati per i loro sforzi, perché hanno portato i crimini dei rinoceronti a un livello superiore e adottato un approccio più whole of government per combattere il crimine organizzato che sta dietro il bracconaggio. Se le incoraggianti riduzioni del bracconaggio potranno continuare, ciò dovrebbe avere un impatto positivo sul numero di rinoceronti. Saranno necessari continui sforzi e spese per mantenere questa tendenza».

E l’Iucn conclude avvertendo che «Mentre gli sforzi di conservazione hanno portato a livelli leggermente inferiori di bracconaggio di rinoceronti negli ultimi anni, i costi per mantenere i rinoceronti al sicuro sono aumentati notevolmente e i prezzi di vendita dal vivo sono notevolmente diminuiti nell’ultimo decennio, riducendo gli incentivi per i proprietari terrieri privati ​​e le comunità aa allevare rinoceronti. Con circa la metà dei rinoceronti bianchi e quasi il 40% dei rinoceronti neri attualmente conservati su terreni gestiti privatamente o dalla comunità, la tendenza che i rinoceronti vengano sempre più considerati come costose passività potrebbe minacciare di limitare o invertire la futura espansione dell’areale dei numeri delle specie».