Il rapporto Arpat sullo Zifio spiaggiato a Donoratico

Un evento inconsueto. Era un maschio lungo 5,38 metri e di circa 38 quintali. Specie rara ed elusiva

[11 Gennaio 2018]

Il 22 dicembre scorso un grosso cetaceo si è spiaggiato nel comune di Castagneto Carducci, lungo il litorale all’altezza del ristorante la Conchiglia (subito a nord rispetto al porto di San Vincenzo).

L’animale era ancora nell’acqua, ad alcuni metri dalla battigia su basso fondale, quando pima delle 9,00 del mattino un cittadino che passeggiava sulla spiaggia lo ha segnalato alla Capitaneria di Porto di Piombino. Il cetaceo sembrava ancora vivo e si è quindi pensato di poterlo rimorchiare a largo. Ma all’arrivo del personale Arpat si è constatato il decesso del delfino; ed inoltre le acque troppo basse per poter agire con mezzi nautici hanno fatto optare per un recupero via terra dell’animale, grazie anche all’intervento dei sommozzatori del Porto di Piombino.

E’ subito stato chiaro per gli esperti che si trattava di una specie piuttosto inconsueta: uno zifio (nome scientifico Ziphius cavirostris), animale poco frequente perchè, sebbene presente nelle nostre acque toscane, preferisce zone dove la profondità raggiunge e supera i 1000 m (zona di scarpata) e non frequenta mai aree vicine alla costa. Proprio dagli spiaggiamenti sappiamo che lo zifio non è poi così raro come si potrebbe supporre dall’esiguità degli avvistamenti.

La forma del suo corpo è abbastanza diversa dai delfini “classici”: il corpo è tozzo, la testa piccola con un rostro molto corto e la bocca a forma di S (“balena dal becco” è la denominazione volgare inglese, beaked whale); la mandibola, che ha solo un paio di denti nei maschi, sporge rispetto alla mascella (che non presenta denti); nelle femmine i denti non compaio mai. Il colore di fondo dello zifio è caratterizzato quasi sempre da graffiature chiare, più frequenti sui corpi dei maschi adulti, che sono il risultato di interazioni competitive e aggressive tra diversi individui (“cicatrici” lasciate sulla pelle molto sottile e delicata).

L’esemplare spiaggiato a Donoratico era un maschio lungo 5,38 metri e del peso di circa 38 quintali. Sullo zifio è intervenuta anche la task force Nazionale nata dalla collaborazione fra Ministero dell’Ambiente e l’Università degli studi di Padova (Cetacean stranding Emergency Response Team – Cert) per gestire le emergenze connesse agli spiaggiamenti di grandi cetacei (maggiori di 5 m di lunghezza).

I veterinari dell’Università di Padova e dell’Istituto zooprofilattico Lazio e Toscana (IZSLT), sezione di Pisa, hanno condotto una necroscopia accurata con campionamento di tutti gli organi e tessuti. L’università di Siena si è occupata dei campionamenti per le successive indagini ecotossicologiche.

Lo scheletro dello zifio, data la sua peculiare caratteristica di appartenenza a specie rara di “deep diver” e l’inconsueto rinvenimento di un esemplare in perfetto stato di conservazione, è stato recuperato dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, a Calci.

Arpat ha coordinato le operazioni di recupero e la trasmissione delle informazioni alla Banca dati Nazionale Spiaggiamenti (presso l’Università di Pavia) per conto dell’Osservatorio Toscano Biodiversitàdi Regione Toscana.

Il contenuto stomacale sarà analizzato in maniera congiunta da Arpat Università di Padova, Izslt, Università di Siena per standardizzare una procedura comune per l’individuazione di parassiti, residui alimentari (per la descrizione della dieta), macro e microplastiche.

Le indagini veterinarie (parassitologiche, virologiche, batteriologiche ecc.) sono ancora in corso ma si può intanto anticipare che lo zifio era un soggetto adulto/anziano, magro e molto debilitato da una grave parassitosi che aveva compromesso le funzioni cardiocircolatorie e gastro-enteriche (danni alle arterie degli stomaci e del pancreas). Ulteriori analisi sono ancora in corso per capire eventuali altri fattori che possano aver concorso alla morte l’individuo.

di Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana