Regione Veneto e caccia: nuova proroga del Piano Faunistico del 2007

I dati del Piano risalgono al 2004, «Nel frattempo il Veneto è diventato la groviera d’Italia»

[9 Febbraio 2016]

Con 30 voti favorevoli (Lega, Lista Zaia, Forza Italia, FdI, IV, VC, Fare), 15 voti contrari (PD, Lista Moretti, M5S) il Consiglio regionale del Veneto ha approvato l’ennesima proroga per un altro anno del suo Piano Faunistico Venatorio. Il consigliere di Fratelli d’Italia, Sergio Berlato, presidente della Commissione caccia e relatore in aula del provvedimento, ha spiegato che «Il nuovo Piano faunistico venatorio regionale, adottato dalla Giunta nell’agosto 2014, non è stato approvato dal Consiglio regionale entro il termine della passata legislatura, per cui si reso necessario prorogare quello ormai scaduto per garantire la continuità dell’assetto faunistico venatorio esistente. Questa proroga permette alla Giunta di presentare il nuovo Piano, che, partendo dalle bontà dell’attuale, possa aggiornare gli strumenti garantendo sia tutte le categorie economiche interessate, sia la corretta gestione del patrimonio faunistico ambientale della nostra regione, nel rispetto, soprattutto, degli imprenditori agricoli».

Invece, secondo Graziano Azzalin (PD), vicepresidente della Commissione Caccia e correlatore del provvedimento, i«Si tratta dell’ennesima proroga all’ormai vecchio Piano Faunistico Venatorio, che vanifica gran parte del lavoro fatto fino ad oggi per elaborare un nuovo Piano aggiornato. Ed espone il Veneto ad impugnazioni perché la Regione prolunga la durata di un provvedimento ormai superato sul piano scientifico e in infrazione delle direttive europee. Nella passata legislatura, per preparare il nuovo Piano, sono stati spesi tanti soldi pubblici in consulenze e studi preparatori: ben 183.000 euro, ai quali vanno aggiunti i costi del lavoro degli uffici regionali. Tutte risorse e tempo che ora, con questa proroga, vengono gettati alle ortiche».

Durissime le associazioni animaliste e ambientaliste. In un comunicato congiunto, Ente Nazionale Protezione Animali Padova, Gruppo d’Intervento Giuridico Veneto e Coordinamento Protezionista Padovano dichiarano: «Ci risiamo! “Si propone la rideterminazione del termine di validità del Piano faunistico venatorio vigente al 9 febbraio 2017.” Un’altra proroga!». Le tre associazioni spiegano l’aggrovigliato iter della vicenda: «Con Legge Regionale n. 1 del 5.1.2007 (BUR n. 4 del 9.1.2007), modificata dall’ultima DGR n. 2463 del 4/08/2009, venne approvato il Piano Faunistico venatorio regionale 2007/2012, avente validità quinquennale. Successivamente, con Legge Regionale n. 1 del 4.2.2014 la validità del Piano Faunistico venatorio regionale è stata rideterminata al 10.2.2016». Quindi « I cacciatori veneti, nel 2016, stanno andando a caccia secondo quanto previsto da un Piano faunistico  venatorio regionale che registra la situazione del Veneto nel lontano 2004, poiché i dati del Piano faunistico venatorio regionale 2007/2012 – prorogato fino ai giorni nostri – sono del 2004! Nel frattempo il Veneto è diventato quello che è: la groviera d’Italia, quella dell’autostrada A31 Rovigo – Piovene Rocchette, della Superstrada Pedemontana Veneta e di tutte le massacranti “grandi opere”. La Regione che detiene il primo posto in Italia (in termini di m3 per abitante e m3 per km2) per centri commerciali, ipermercati, supermercati, capannoni, case, ecc. Ma se i piani faunistico-venatori hanno durata quinquennale (art. 9 co. 2 L.R. veneta 50/93), come diavolo è possibile che ci stiamo trascinando dietro un piano faunistico-venatorio del 2007 (con dati del 2004)?! E soprattutto, con quale coraggio si vuole prorogarlo ancora fino al 9 febbraio 2017?!».

Con 16 voti favorevoli (PD, Lista Moretti, M5S), 27 voti contrari (Lega, Lista Zaia, Forza Italia, FdI, IV,) e 2 astenuti (VC, Fare) è stato invece bocciato l’emendamento di Andrea Zanoni (PD), vice presidente della Commissione ambiente, che avrebbe consentito ai proprietari di terreni di chiedere il divieto di caccia nei propri terreni e Zanoni sottolinea: «Se la mia regione non riesce dopo 5 anni dalla scadenza del piano ad approvarne uno di nuovo, almeno poteva riaprire quella finestra temporale di 30 giorni nei quali consentire ai proprietari di terreni di esercitare il diritto di legge di vietarne la caccia. Di fatto, con questa proroga, si nega ulteriormente un diritto sacrosanto, sancito dalla legge nazionale sulla caccia».

Le Associazioni si schierano con Zanoni: «Il nuovo rinvio del piano faunistico-venatorio continua infatti a privare proprietari e conduttori di fondi agricoli (e sono in tanti ad attendere questa occasione), da 5 anni a questa parte, della possibilità di vietare sui propri appezzamenti l’esercizio dell’attività venatoria. L’ennesimo regalo alla minoranza distruttiva venatoria, lo ricordiamo, lo 0,85 % della popolazione (42.000 cacciatori su 4.937.854 veneti). L’ennesimo colpo di mano per cancellare gli animali e l’ambiente del Veneto dalla faccia della Terra».