Scoperta la causa delle estinzioni di massa? Nel mirino il Pianeta X

Sarebbero le “piogge” di meteoriti e comete a provocare le estinzioni ogni 27 milioni di anni

[31 Marzo 2016]

Le estinzioni di massa avvenute periodicamente sulla Terra «potrebbero essere collegato a un sospetto nono pianeta». A dirlo è uno studio pubblicato da Daniel Whitmire,  del dipartimento di scienze matematiche dell’università dell’Arkansas, su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Secondo Whitmire, un professore di astrofisica in pensione che ora insegna matematica, sarebbe il non ancora scoperto “Pianeta X” a provocare la pioggia di meteoriti e comete sulla Terra che provocano le estinzioni di massa periodiche sul nostro pianeta  ad intervalli di circa 27 milioni di anni.

Gli scienziati sono alla ricerca del Pianeta X da 100 anni, una teoria che è ritornata recentemente in auge quando gli astronomi Konstantin Batygin e  Mike Brown, del California Institute of Technology (Caltech) hanno dedotto la sua esistenza sulla base di anomalie orbitali negli oggetti della fascia di Kuiper, una regione oltre Nettuno, a forma di disco, che  pullula di comete e di altri corpi più grandi. Se i calcoli dei ricercatori del Caltech sono corretti, il Pianeta X avrebbe una massa di circa 10 volte quella della Terra e potrebbe attualmente essere fino a 1.000 volte più distante dal sole

Whitmire già pubblicato, insieme al suo collega John Matese, uno studio sul collegamento tra Pianeta X ed estinzioni di massa su Nature nel 1985, mentre insegnava astrofisica all’università della Louisiana – Lafayette. Il loro lavoro finì sulla copertina di Time con il titolo  di copertina di una rivista dal titolo, “Did Comets Kill the Dinosaurs? A Bold New Theory About Mass Extinctions”.

Allra c’erano tre ipotesi per spiegare le “piogge” di comete periodiche: il Pianeta X, l’esistenza di una stella sorella del sole, e le oscillazioni verticali del sole nella sua orbita attorno alla galassia. Le ultime due ipotesi alla fine sono state definite incompatibili con i dati paleontologici sulle estinzioni di massa e solo il Pianeta X è rimasto come teoria valida ed ora sta ricevendo una rinnovata attenzione.

Secondo  Whitemire e Matese, dato che il Pianeta X orbita attorno al sole, la sua orbita inclinata ruota lentamente e il Pianeta X passa attraverso la fascia di comete di Kuiper ogni 27 milioni di anni, spedendo le comete nel sistema solare interno. Le comete non cadono solo sulla Terra, ma si disintegrano anche nel sistema solare interno mano a mano che si avvicinano al Sole, riducendo la quantità di luce che raggiunge la Terra.

Nel 1985, analizzando la documentazione paleontologica si sosteneva l’idea che le piogge periodiche di comete risalissero a 250 milioni di anni. la ricerca più recente mostra segni di tali eventi che risalgono a 500 milioni di anni fa.

Whitmire e Matese pubblicarono la loro stima delle dimensioni e dell’orbita del Pianeta X nel loro studio originale e pensavano che fosse tra uno e cinque volte la massa della Terra e circa 100 volte più distante dal sole, numeri molto più piccoli rispetto alle stime del Caltech.

Secondo Whitmire, «Ciò che è veramente interessante è la possibilità che un pianeta lontano potrebbe aver avuto una notevole influenza sull’ evoluzione della vita sulla Terra.  Partecipo a questa storia da 30 anni. Se si arrivasse mai ad una risposta definitiva, mi piacerebbe scriverci un libro».

Il problema è che a questa storia planetaria delle estinzioni che sprofonda nella notte dei tempi si è aggiunta l’estinzione di massa innescata dalle attività antropiche e nessuno sa quale e quanta biodiversità le comete dell’apocalisse inviate dal Pianeta X sulla Terra del futuro.