Scoperte planarie aliene in Italia: la minaccia strisciante alla biodiversità del suolo

Il Diversibipalium multilineatum è stato trovato in un giardino di Bologna

[29 Gennaio 2016]

Il suolo rappresenta uno degli ambienti terrestri più ricchi di specie e la sua biodiversità, pur essendo scarsamente conosciuta, offre importanti servizi ecosistemici come il ciclo dei nutrienti e la fertilità del suolo.

L’introduzione ad opera dell’uomo di planarie terrestri al di fuori dell’area in cui sono naturalmente presenti può mettere a repentaglio le comunità del suolo, come lombrichi, molluschi e altri invertebrati.

Lo studio “First report of the land planarian Diversibipalium multilineatum (Makino & Shirasawa, 1983) (Platyhelminthes, Tricladida, Continenticola) in Europe”, pubblicato su Zootaxa da un team internazionale che comprende gli italiani Giuseppe Mazza, Mattia Menchetti ed Elena Tricarico (università di Firenze), Luca Cavigioli (Società di Scienze Naturali del Verbano Cusio Ossola) e Emiliano Mori (Università di Torino) e ricercatori olandesi, spagnoli e francesi,  documenta proprio la prima popolazione di planarie terrestri aliene, ossia non native, scoperta in Italia. La specie trovata in un giardino privato a Bologna si chiama Diversibipalium multilineatum e l’articolo la segnala per la prima volta in Europa.

Gli esemplari della nuova popolazione bolognese di Diversibipalium multilineatum sembrano essere geneticamente identici ad altri individui trovati in Francia a Léguevin, la cui presenza è ugualmente riportata per la prima volta nello stesso articolo.

I ricercatori italiani spiegano che «La biologia di questa planaria, originaria del Giappone ma introdotta anche in Corea del Sud, è quasi del tutto sconosciuta, anche se probabilmente è simile a quella di Bipalium kewense, una specie introdotta in varie parti del mondo e intercettata sporadicamente anche in Italia.
Questi vermi piatti, in seguito a danneggiamento del corpo o alla necessità di riprodursi in via asessuale, possono rigenerare parte del loro corpo, cosicché individui completi possano nascere anche dai vari frammenti. Di fatto, alcune specie sono anche in grado di riprodursi sessualmente e di deporre uova. Sono proprio le uova e il corpo degli adulti delle specie Bipalium kewense e B. adventitium a contenere tetrodotossina (TTX), sostanza letale presente anche nei pesci palla».

Come abbiamo già scritto nel marzo 2014 su greenreport.it (“Il killer delle chiocciole è arrivato in Europa”), alcune planarie terrestri, tra cui la planaria killer Platydemus manokwari  e Arthurdendyus triangulatus, sono state responsabili del declino di popolazioni di molluschi e lombrichi in varie parti del mondo. «Infatti – spiegano ancora i ricercatori dell’università di Firenze –  le prede di queste planarie sembrano avere poche difese: lasciano  tracce odorose che vengono seguite da questi letali predatori, quindi, oltre ad avere un forte impatto sull’ecosistema, queste specie possono arrecare danni all’agricoltura».

Probabilmente anche la specie che è stata ritrovata a Bologna ha caratteristiche simili, che la rendono un pericoloso coinquilino per la fauna del suolo. Ulteriori ricerche potranno chiarirne biologia e impatti ecologici.

Quindi, anche se sono già stati descritti casi di questo tipo in varie parti del mondo, questo problema in Italia è stato portato alla luce solo adesso e i ricercatori mettono in guardia su ulteriori possibili ritrovamenti nel nostro Paese di questa specie e di altre simili.

Dal momento che spesso questi animali sono osservati in giardini privati o comunque in ambienti fortemente antropizzati, qualora venissero rilevati, si raccomanda di contattare Mattia Menchetti, uno dei ricercatori coinvolti in questo studio.