Spedizione di Oceana per studiare i vulcani sottomarini nelle isole Eolie

Una ricerca per chiedere al governo italiano di mantenere la promessa di istituire l’area marina protetta

[8 Giugno 2018]

Le isole vulcaniche dell’Arcipelago delle Eolie a nord della Sicilia e nelle loro acque nuotano tartarughe marine, capidogli, pesci spada e tonni rossi, ma le loro montagne e i vulcani sottomarini sono stati poco esplorati e ci sono pochissime informazioni sugli organismi che vivono a grande profondità.

Oceana, l’Associazione ambientalista internazionale che difende mari e oceani è salpata per una spedizione scientifica alle Eolie e spiega: «Conosciamo, tuttavia, i problemi ambientali che affliggono l’arcipelago: pesca eccessiva, catture accessorie di specie protette, inquinamento … Ogni anno è visitato da oltre 200.000 turisti, e aumenta il numero di yacht ancorati nella sue coste. E’ un caso normale nel Mediterraneo. Questo mare è uno dei principali hot spot  della biodiversità del pianeta, ma le aree marine protette sono prevalentemente costiere e poco profonde. Il ritardo nel preservare le profondità è spesso giustificato dalla mancanza di informazioni scientifiche».

Per ovviare a questa mancanza di dati e contribuire alla protezione delle Isole Eolie, Oceana utilizza l’Oceana Ranger , che ha già navigato in queste acque nel 2007 e nel 2008, e un robot subacqueo (ROV) che è in grado di girare video e scattare foto fino a mille metri di profondità. Gli scienziati a bordo dell’Oceana Ranger avranno così la possibilità di esplorare e documentare la vita marina legata ad habitat rari e vulnerabili, come le  sorgenti idrotermali che rilasciano gas derivanti dall’attività vulcanica, barriere coralline e altri la cui protezione rappresenta una priorità.  Un progetto reso possibile dal generoso supporto di IF International Foundation, Pictet Charitable Foundation, SmileWave Fund e vari singoli donatori.

Nel 2016, dopo aver identificato la regione come una potenziale area da proteggere negli anni ’80, il governo italiano ha assunto ufficialmente l’impegno di designare un’Area marina protettsa nelle Eolie,. La spedizione di Oceana punta a sdostenere e stimolare il processo istitutivo dell’Amp delle Eolie raccogliendo dati sulla fauna selvatica che sono spesso trascurati a causa delle difficoltà tecnologiche legate alla ricerca in acque profonde. Questa ricerca marina contribuirà all’esistente progetto delle isole Eolie in corso di realizzazione da parte della Blue Marine Foundation (BLUE) in collaborazione con l’Aeolian Islands Preservation Fund, che punta a garantire l’istituzione dell’Amp a sostegno della pesca, dello sviluppo e del turismo sostenibili.

All’ l’Aeolian Islands Preservation Fund  spiegano che «Oceana è stata scelta per coordinare questa ricerca marina grazie alla sua competenza e a oltre un decennio di esperienza nell’uso di robot subacquei per esplorare le acque europee e del Mediterraneo. Oceana ha già condotto indagini nelle Eolie nel 2007, includendo questa regione tra le 100 aree MedNet, una proposta per una rete globale di aree protette nel Mediterraneo. Tra i suoi ultimi progetti, l’organizzazione internazionale per la conservazione del mare sta per portare a termine un progetto di sei anni per designare una rete di Amp a Malta, e nel 2014, ha esplorato aree di acque profonde e un vulcano sottomarino a El Hierro (Isole Canarie), un’area che è stata proposta per diventare il primo parco marino nazionale della Spagna».

Ricardo Aguilar, direttore della ricerca di Oceana Europa, conclude; «Le isole Eolie sono hot spot della biodiversità, a causa dei vulcani e dei monti sottomarini della regione. La spedizione di Oceana contribuirà a colmare una lacuna di conoscenze critiche sulla vita marina in acque profonde. Il Mar Mediterraneo sta affrontando una crisi dovuta allo sovrasfruttamento delle risorse ittiche, alla perdita della biodiversità e alla distruzione degli habitat. Le aree marine protette sono lo strumento migliore per preservare questi preziosi ecosistemi e il sostentamento delle persone da essi dipendenti».