Il georadar rileva nella spiaggia di Capalbio uova di Caretta Caretta

Talamone, liberata tartaruga marina dopo il ricovero al centro di riabilitazione

Le coste maremmane sono la zona più a nord del Mediterraneo per la nidificazione della specie

[16 Agosto 2016]

Bia, la tartaruga marina ospite del centro di recupero per le tartarughe marine all’interno dell’acquario di Talamone, è stata rimessa in libertà nei giorni scorsi. Curata e recuperata dopo il ritrovamento degli scorsi mesi, la Caretta Caretta ha ripreso la via del mare grazie alla Capitaneria di Porto che, con la collaborazione del Parco della Maremma e di Legambiente, l’ha rilasciata a largo del porto di Talamone. Il rilascio della tartaruga marina, organizzato all’interno di Festambiente, il festival nazionale di Legambiente che si è chiuso ieri, arriva in un momento importante per la specie marina protetta, tornata nel corso degli ultimi anni alla nidificazione nelle coste maremmane. Un evento straordinario ripetutosi anche nel 2016, come testimonia il recente ritrovamento di un nuovo nido nella spiaggia di Capalbio: rilevamento confermato anche dal georadar che ha scandagliato la spiaggia e ha rilevato la presenza delle uova. Questo conferma anche il crescente legame fra questa specie marina e il territorio maremmano, la zona più a nord del Mediterraneo per quanto riguarda la nidificazione delle tartarughe marine europee.

«Il fatto che quest’anno vi sia stata a Capalbio una nuova nidificazione di tartarughe Caretta Caretta – ha sottolineato Lucia Venturi, presidente Parco regionale della Maremma – è un segnale importante per tutta la nostra costa, che dimostra quanto la tutela dell’ambiente sia un fattore essenziale per conservare l’habitat di queste tartarughe marine, quotidianamente minacciate dall’attività umana.  Il centro recupero di Talamone, gestito dal Parco della Maremma, è tutti i giorni in prima linea per curare gli esemplari in difficoltà.  L’augurio è che a termine del periodo di incubazione si possa avere una schiusa e che nuove tartarughe possano prendere il mare. Il Parco farà la sua parte assieme alla rete Otb affinché tutto possa avvenire in piena sicurezza».

Dopo una visita guidata all’interno dell’acquario di Talamone, alla presenza di esperti a guidare i presenti all’interno della struttura impegnata nella conservazione e alla conoscenza delle tartarughe marine, Bia ha ritrovato quella libertà che aveva perso dopo essere stata ritrovata ferita e portata al centro di recupero. Un centro ormai attivo da anni, che ha contribuito a salvare molte tartarughe ferite, spesso gravemente.

«La tutela e la salvaguardia delle tartarughe marine, coordinata dall’Osservatorio Toscano per la biodiversità, rappresenta – ha spiegato Angelo Gentili, della segreteria nazionale Legambiente – un segnale molto significativo della presenza di questa specie nei nostri mari. L’acquario del Parco a Talamone è un punto di riferimento significativo, e costante, per accogliere tartarughe ferite o in difficoltà, che vengono curate per poi essere reintrodotte nel loro ambiente naturale».