Tanzania: il candidato presidente del Partito al potere promette di redistribuire le terre incolte

Per farlo dovrà scontrarsi con la dirigenza del suo Partito e fermare il land grabbing

[8 Settembre 2015]

Secondo Jeune Afrique  John Magufuli  il candidato alla presidenza della repubblica della Tanzania per il Chama Cha Mapinduzi (CCM), il Partito al potere, ha promesso di redistribuire le terre non utilizzate, se vincerà le elezioni del 25 ottobre.

Magufuli vorrebbe così mettere fine ad anni di scontri per la terra ed ha sferrato un attacco contro l’enstablishment del suo stesso Partito: «Ci sono persone altolocate, compreso nelle istituzioni dello Stato, che possiedono  migliaia di ettari di terre che non sono né coltivate, né utilizzate per l’allevamento – ha detto il candidato del CCM durante un incontro in televisione –  Io le redistribuirò». Il 55enne Magufuli spera di succedere all’attuale presidente Jakaya Kikwete, che non si è certo distinto per le politiche sociali.

In Tanzania la terra è fonte di conflitti intercomunitari dove spesso ci scappa il mortoni. La lotta per le risorse tra pastori e agricoltori è ancora una realtà ben presente e la demarcazione dei terreni agricoli e dei pascoli rappresenta un serio problema. Negli anni ’80 e ’90 la Tanzania, che dopo l’indipendenza aveva sperimentato una sorta di socialismo all’africana, è stato scosso da un’ondata di privatizzazioni, di accaparramento delle terre e da una forte corruzione che hanno aperto le porte anche al land grabbing delle multinazionali straniere. Problemni che spesso hanno ripercussioni  anche sui grandi Parchi nazionali e sulle Riserve naturali della Tanzania che difendono una delle biodiversità più ricche dell’Africa e del mondo.

Magufuli, che è l’attuale ministro ai lavori pubblici, ha messo la lotta alla corruzione (quindi contro esponenti in vista del Chama Cha Mapinduzi) al centro della sua campagna elettorale. Il CCM è il Partito Stato della Tanzania: Partito unico fino al 1992 (prima si chiamava Tanu) ha vinto tutte le elezioni dopo l’avvento del multipartitismo, trasformando però il suo socialismo comunitario in un liberismo temperato da elementi di populismo africano. Attualmente il CCM ha i due terzi dei seggi nel Parlamento unicamerale della Tanzania, ma è minato dai contrasti interni e dagli scandali legati alla corruzione di molti suoi esponenti e  Magufuli  si trova a dover fronteggiare la coalizione dei 4 principali Partiti di opposizione che sono riusciti a designare un candidato unico per la presidenza della Repubblica.

Le elezioni sono per la prima volta a rischio e il predominio assoluto del CCM potrebbe avere i giorni contati, provocando una vera e propria rivoluzione nella politica tanzaniana dopo l’abbandono della via al socialismo negli anni ‘90.

Con più di 50 milioni di abitanti, la Tanzania è il Paese più popolato dell’africa orientale e attualmente, secondo la Banca Mondiale, ha una crescita economica del 7% all’anno, ma il Paese resta «Molto povero riguardo agli standard regionali e internazionali».  E’ evidente che Magufuli punta proprio sui poveri per battere l’opposizione mai così agguerrita e i suoi nemici interni del CCM. Bisognerà vedere se questa svolta a sinistra del candidato governativo riuscirà ad essere vincente e se Magufuli da presidente vorrà e potrà mantenere le sue promesse di redistribuire le terre incolte, se avrà davvero il coraggio di scontrarsi con la stessa dirigenza cleptocratica del suo Partito e di fermare il land grabbing delle terre fertili della Tanzania.