Il ministro dell’ambiente Costa: «Vogliamo ripristinare legalità, efficienza e trasparenza per traghettare il parco fuori dal guado»

Ufficializzata la nomina del generale Di Palma commissario Parco Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese

Ma 4 consiglieri del direttivo uscente rispondono a Legambiente invece che al ministro

[19 Dicembre 2018]

Il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha ufficializzato oggi quel che aveva già anticipato Legambiente in un durissimo comunicato: la nomina del generale dei Carabinieri Alfonso Di Palma a commissario del Parco dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese.
In una nota il ministero dell’ambiente ricorda che «Il commissariamento si è reso necessario per ricondurre a regolarità l’attività di programmazione e gestionale dell’Ente e per superare le numerose illegittimità che sono state riscontrate nell’ambito di una verifica ispettiva dell’Ispettorato generale di finanza del MEF.
Come si legge nel decreto di nomina, il commissario straordinario dell’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese è stato investito dell’incarico per la durata di sei mesi e comunque non oltre la nomina degli organi di gestione, per l’esercizio delle funzioni dalla normativa riservate al Presidente ed al Consiglio direttivo del Parco».
Il ministro Costa non lascia spazio a dubbi sul perché del commissariamento: «Con la nomina del commissario vogliamo ripristinare legalità, efficienza e trasparenza nella gestione dell’ente parco, che per anni, purtroppo, ha avuto un’amministrazione non rispettosa delle regole di buon andamento, di efficienza ed efficacia della gestione. In un territorio così vulnerabile dal punto di vista ambientale e con molteplici problematiche da affrontare, restituiremo così ai cittadini un organismo strategico per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio naturalistico da esso tutelato. Al generale Di Palma i miei migliori auguri di buon lavoro, sicuro che con la sua esperienza e competenza traghetti il parco fuori dal guado».
Ma a quattro componenti del Consiglio Direttivo del Parco, Vittorio Triunfo, Marco Zipparri, Giuseppe Votta e Mimmo Carlomagno, non è andato giù il comuinicato nel quale Legambiene esprime grande soddisfazione per il commissariamento degli organi dell’ente parco Nazionale Appennino Lucano da parte del Ministro Costa.
»“Giustizia è fatta”, la richiesta dell’associazione ambientalista è stata esaudita – ironizzano Triunfo, Zipparri, Votta e Carlomagno – Legambiente ha finalmente dimostrato il primato della sua forza politica, dimenticando che il commissariamento esautora la rappresentanza territoriale; espressione della Comunità del Parco democraticamente eletta e rappresentativa dei cittadini. Adesso, comunque, la rappresentanza è assunta da Legambiente (sic!!!!). Le politiche ambientali dell’Ente Parco potranno di nuovo avere l’assenso di Legambiente, come peraltro avvenuto negli anni dal 2009 al giugno 2015, precedenti all’insediamento del Consiglio Direttivo. Anni nei quali grande, se non in via esclusiva, è stata la sua presenza nell’ambito delle attività di programmazione dell’Ente. Da oggi l’Ente Parco non sarà più contigua all’ENI (come più volte urlato da Legambiente). Resta, però, un mistero di come un Ente Pubblico possa essere compiacente con una società privata (senza commettere reati penalmente rilevanti) mentre un’associazione onlus, che si erge ad unica paladina a tutela dell’ambiente, possa essere credibile nel momento in cui viene lautamente compensata economicamente da coloro che sono ritenuti fautori di disastri ambientali.
Sarebbe opportuno, per coloro che vivono la realtà territoriale delle estrazioni petrolifere, condividere i risultati del progetto relativo alla Scheda A approvato nell’ambito del “Protocollo d’intenti sottoscritto il 18/11/1998 tra la Regione Basilicata ed Eni S.P.A.” con Delibera della G.R. n. 503/2017, di cui Legambiente ne beneficia. Altrettanto doveroso sarebbe spiegare, per l’irreprensibile associazione, con quale modalità giuridica viene individuato il beneficiario (DD 12A2.2017D.1425 del 02.08.2017), considerato che, la stessa, è operatore economico a tutti gli effetti di legge, soprattutto in considerazione dell’importo economico (ad una prima anticipazione con atto del 27.09.2017 seguono acconti di € 54.320,00 con atto del 16.10.2017 ed € 78.419,22 con atto del 2.08.2018). Liquidazioni effettuate da ENI (la stessa che sarebbe contigua all’Ente Parco). Per dovere di informazione è corretto segnalare ai lettori che qualora una Pubblica Amministrazione riceva contributi economici, gli stessi, vengono iscritti a bilancio e che eventuali affidamenti a terzi avvengono con procedure ad evidenza pubblica. Ciò, ovviamente, non accede con le associazioni Onlus, in quanto non amministrazioni pubbliche. Si resta in attesa di leggere i risultati di tale attività progettuale, in uno alle modalità amministrative che hanno portato individuazione del beneficiario in forma diretta (questo al solo fine di ampliare le proprie conoscenze giuridiche per una futura applicazione)».
Un misto di accuse e illazioni – Legambiente ha attaccato anche recentemente le politiche energetiche di Eni insieme a Greenpeace e Wwf e nel Parco dell’Appennino Lucano è da sempre una spina nel fianco della multinazionale petrolifera italiana e di Total e Shell – alle quali, se vorrà, risponderà il Ciigno Verde. Quel che è certo è che i 4 ex consiglieri del Parco, più che a Legambiente, farebbero bene a rispondere alle gravissime accuse di inefficienza, illegittimità, opacità  e inefficacia rivolte all’Ente parco appena commissariato dal ministro Costa con un Generale dei Carabinieri.