Ungulati, Cia: «Legge regionale non diventi solo un Manifesto»

Ma poi chiede «deroghe che consentano un efficace controllo dei predatori»

[11 Marzo 2016]

L’emergenza ungulati continua anche dopo l’approvazione delle Legge obiettivo, ma la direzione della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Toscana la pensa diversamente dalle associazioni animaliste e ambientaliste che protestano contro la legge  e conferma «l’apprezzamento sul rilevante impegno della Regione Toscana. Con l’approvazione della Legge obiettivo e delle modifiche alla Legge Regionale 3/1994, la Toscana ha fatto una scelta chiara ponendosi concretamente l’obiettivo ambizioso di dimezzare in tre anni il carico degli ungulati».

Ma la Cia sembra far proprie anche le perplessità avanzate da alcune associazioni ambientaliste sul ruolo preponderante affidato ai cacciatori e su alcuni “buchi” della legge. Infatti fa notare che «Per realizzare questi obiettivi, è necessario un grande impegno di strutture e di risorse, umane e finanziarie, senza le quali la “Legge obiettivo” rischia di trasformarsi in “Legge manifesto”».

La Cia Toscana avverte «Il rischio che il taglio di risorse, le carenze nell’assetto degli uffici preposti a livello regionale e territoriale, la tendenza a “scaricare” sui nuovi ATC la gestione degli ungulati, in una irrisolta definizione della natura degli ATC e dei profili di responsabilità degli amministratori, possano di far naufragare un progetto nato con le migliori intenzioni ma con molti “avversari”».

La Cia riapre anche un altro fronte, quello dei predatori – cioè i lupi che riducono gli odiati cinghiali e caprioli –  ed esprime preoccupazione perché «continuano a mettere a rischio i nostri allevamenti, mentre non vi sono certezze sul rinnovo degli interventi di risarcimento attivati negli scorsi anni. C’è bisogno di intervenire su questo tema, sia per ottenere deroghe che consentano un efficace controllo dei predatori, che garantendo il rimborso dei danni subiti agli allevatori».

Insomma, mentre si dice che gli ungulati – frutto d una scellerata politica faunistica – sono troppi e che vanno ridotti notevolmente da parte di coloro che li hanno fatti proliferare, poi si chiedono deroghe per un efficace controllo dei predatori (leggasi abbattimenti) che si cibano soprattutto di ungulati. Forse la politica faunistica “Manifesto” toscana soffre di questa sorta di schizofrenia e i danni all’agricoltura sono il frutto di una politica faunistico-venatoria fuori controllo che crede di risolvere tutto con la vecchia politica delle fucilate che ha portato alla situazione odierna.