Venti milioni di uccelli cadono vittime di bracconaggio ogni anno, in Europa e Mediterraneo

Una piaga che rappresenta la causa principale del rapido declino di diverse specie in questa regione. Il Piano strategico di Roma per voltare pagina

[15 Maggio 2019]

Catturati principalmente come cibo, per sport e per il commercio: è questa la triste fine di 20 milioni di uccelli che cadono vittima di uccisioni, cattura e commercio illegali in Europa e nel Mediterraneo ogni anno. Un numero enorme, tanto che è questa la causa principale del rapido declino di diverse specie in questa regione. «Il crimine sugli uccelli è un fenomeno complesso, che richiede un approccio multisettoriale per essere efficacemente affrontato. La collaborazione tra i diversi attori è fondamentale e il fatto che due convenzioni internazionali abbiano accettato di rafforzare ulteriormente la loro cooperazione sviluppando una strategia comune rappresenta un significativo passo avanti», spiega Marco Barbieri, responsabile del segretariato della Convenzione sulle specie migratorie (Cms).

Per contrastare questa piaga che minaccia la biodiversità, infatti, la convenzione di Bonn e quella di Berna hanno dichiarato il loro impegno comune nella lotta al bracconaggio nella regione mediterranea. I membri della task force intergovernativa sulle uccisioni, la cattura e il commercio illegali di uccelli migratori nel Mediterraneo, istituita proprio dalla Cms e dalla rete di focal points speciali della Convenzione di Berna hanno concordato di elaborare una strategia comune per affrontare il problema nel prossimo decennio.

I rappresentanti di 25 Paesi del Mediterraneo ed europei – insieme  ad oltre 20 organizzazioni internazionali e Ong – hanno discusso delle modalità per affrontare gli atti illeciti contro gli uccelli durante una riunione internazionale tenutasi a Castelporziano (Roma).

A partire dal prossimo anno e fino al 2030 – spiegano dal ministero dell’Ambiente – il Piano strategico di Roma sviluppato nell’ambito della Cms e la Convenzione di Berna coordineranno un’azione per razionalizzare efficacemente gli sforzi per combattere gli illeciti contro gli uccelli selvatici: il coinvolgimento di governi, autorità giudiziarie, polizia, ambientalisti e cacciatori nel Piano strategico di Roma sarà la chiave del suo successo, o almeno questo è l’auspicio condiviso.

In particolare, il Piano strategico di Roma definirà gli obiettivi e le azioni a livello nazionale e internazionale per eradicare l’uccisione, la cattura e il commercio illegali di uccelli selvatici. In questo contesto l’Italia ha già adottato un Piano d’azione nazionale nel 2017 per ridurre il livello di uccisioni illegali di uccelli nel Paese, rafforzando l’attività di contrasto e migliorato la cooperazione nell’Italia meridionale. «L’Italia – commenta Maria Carmela Giarratano, direttore generale della direzione Protezione natura del ministero dell’Ambiente – è fortemente impegnata verso l’eliminazione della cattura, del commercio e delle uccisioni illegali di uccelli, principalmente attraverso il Piano di azione nazionale e la collaborazione di tutte le pubbliche amministrazioni, le forze dell’ordine e gli stakeholder. Queste attività illegali sono in diminuzione nel nostro paese, ma c’è ancora bisogno di ulteriori controlli, prevenzione e sensibilizzazione. È stato un grande onore – conclude la direttrice – ospitare la riunione congiunta della Convenzione di Berna e di Bonn nella prestigiosa sede della Tenuta Presidenziale di Castelporziano, offrendo l’opportunità di concordare la struttura e gli obiettivi del prossimo Piano Strategico per l’eradicazione dell’uccisione illegale, la cattura e il commercio di uccelli».