Via gli erbicidi dai suoli pubblici della Toscana. La regione diventi un modello

Petizione per “una primavera toscana” indirizzata a Rossi

[22 Febbraio 2016]

Il Gruppo di acquisto solidale Ortica di Empoli ha promosso su change.org la petizione “Liberiamo il suolo pubblico dall’erbicida: primavera toscana 2016!”, indirizzata al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi,   e che ha già avuto l’adesione di Slow Food – Condotta Empolese Valdelsa.

A scrivere materialmente l’appello è stata Tullia Casini che spiega: «Sono una residente nel comune di Capraia e Limite, da poco inserita nel neonato Biodistretto del Montalbano, il terzo in Toscana dopo Chianti e San Gimignano. Ne sono molto felice, ma rimango incredula all’idea che veramente la testa degli amministratori possa cambiare in fretta, soprattutto se un po’ di opinione pubblica non preme davvero. Nel mio comune infatti si fa diserbo chimico in ambito extra-agricolo da quando ci abito, ovvero dal 2005. Intendo dire che si distribuisce diserbante sulle strade con selciati di pietra serena, o sui marciapiedi con autosigillanti… Eppure abbiamo una bella legge regionale che tutti ci invidiano che lo dovrebbe impedire, addirittura dal 1999!  A nulla sono valse negli anni le lettere di protesta: c’è sempre una deroga Usl opportunamente firmata da sbandierare. Non parliamo poi dei privati: si diserba a ridosso delle strade di paese, senza alcuna cartellonistica preventiva, in barba alla normativa, nella totale indifferenza dei vigili urbani, di tutti».

Per questo,  in  occasione della nascita del Biodistretto del Montalbano, insieme al suo Gruppo d’acquisto solidale e alla Condotta Slow,  la Casini ha voluto «contribuire a scuotere di più le coscienze, e in numero maggiore» con una petizione che chiede che sia «davvero  bandito ogni erbicida, e non solo il glifosate (come ricorda una delibera regionale dello scorso agosto), dalla pratica delle Pubbliche Amministrazioni, senza più postille che parlano di “casi eccezionali” in cui si dovessero rendere necessario, delegando alla USL la firma di una deroga che, nei fatti, avviene poi solo d’ufficio».

La Caini sottolinea: «Vediamo a Firenze che, quando non si vuole apparire sciatti con i turisti, si riescono a trovare alternative: sui binari della tranvia non sono forse state sapientemente fatte crescere piantine grasse per evitare il diserbo? In nome del paesaggio, se non della salute, speriamo quindi di poter raggiungere più persone:  il paesaggio è pane, come sanno tutti gli operatori turistici… »

La petizione chiede a Rossi e agli amministratori locali toscani. 1. di farsi promotori di buone pratiche sostenibili NON utilizzando diserbante per pulire le aree di propria competenza ma piuttosto sfalcio/competizione con specie erbose nane o decorative, etc. 2. di fare pressione su quei soggetti pubblici, come l’ANAS, che potrebbero valutare, in accordo coi Comuni, procedure diverse di contenimento dell’erba a salvaguardia del paesaggio. Spazio alle alternative: esistono anche “greggi tosaerba” affittabili! 3. di sensibilizzare i privati sul fatto che il diserbante, benché in libera vendita, NON è innocuo. La Toscana ha già una legge regionale in questo senso, la 36/1999, attualmente quasi lettera morta: non si vede cartellonistica, non si rispettano le distanze dalle abitazioni…Imporne il rispetto rigoroso pena precise sanzioni avrebbe un sicuro effetto deterrente!