Yama, il primo sciacallo dorato catturato in natura in Italia (VIDEOGALLERY e FOTOGALLERY)

E' stato munito di radiocollare nella Riserva naturale regionale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa (Go)

[22 Agosto 2019]

Il Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali (Di4A) dell’università di Udine ha reso noto che « Per la prima volta in Italia è stato catturato in natura un individuo di sciacallo dorato (Canis aureus), rilasciato dopo essere stato dotato di radiocollare». L’operazione, condotta dal personale del Di4A, è avvenuta nella mattinata del 14 agosto  nel territorio della Riserva naturale regionale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa, in provincia di Gorizia, nell’ambito del programma di monitoraggio del progetto Europeo Interreg Italia-SloveniaNat2Care. La cattura è stata realizzata dopo oltre un anno di ricerche e preparazione dei siti effettuate da Yannick Fanin e dalla studentessa Marta Pieri, anche grazie al supporto delle stazioni del Corpo Forestale regionale di Monfalcone, Duino e Trieste.

All’università di Udine sottolineano che «Ora “Yama” – così ribattezzato dal nome dei due operatori che hanno contribuito al suo monitoraggio nelle fasi di pre e post cattura – è il secondo sciacallo dorato munito di radiocollare in Italia dopo Alberto, sciacallo soccorso in seguito a un investimento stradale e rimesso in libertà lo scorso aprile dopo essere stato curato». Alberto,  un giovane sciacallo dorato di 11 mesi, trovato ferito ad Osoppo (Ud),  è stato curato prima al Centro recupero fauna di Campoformido e poi al Centro di ricerca e coordinamento per il recupero della fauna selvatica dell’Azienda Servadei di Pagnacco del Di4A.

I ricercatori friulani spiegano come si è svolta la delicata operazione: «Yama ha visitato il sito della cattura a partire dalle 5.30 del mattino attivando la trappola e i dispositivi di allarme che hanno consentito al team di raggiungere tempestivamente il sito e di cominciare le operazioni per la predisposizione del radiocollare e dei rilievi biometrici. Una volta giunti sul posto gli operatori hanno messo in sicurezza l’animale e il medico veterinario ne ha accertato le buone condizioni di salute valutate nuovamente subito prima del rilascio. Nei giorni successivi l’animale è stato seguito mediante la tecnica di radiotelemetria tradizionale per valutare che il collare funzionasse entro i normali parametri e per individuare le aree di riposo diurne. Il team di cattura diretto da Stefano Filacorda, ricercatore e coordinatore degli studi sulla fauna selvatica dell’Università di Udine, era composto dal medico veterinario Stefano Pesaro del Di4A, che ha valutato le buone condizioni di salute dell’animale e raccolto i campioni biologici; dal tecnico del Di4A Andrea Madinelli, che ha predisposto il radiocollare; dall’assegnista di ricerca Yannick Fanin e dalla studentessa Marta Pieri, che hanno monitorato e predisposto il sito di cattura e che hanno seguito le fasi di radiotelemetria VHF nelle fasi di post rilascio».

Filacorda evidenzia che «Yama  è un individuo adulto territoriale, che vive con il suo branco composto dalla compagna e da due figli, nati ad aprile sul territorio della Riserva Naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa. Pesa 14 chili e la sua dieta è prevalentemente composta da micro mammiferi (piccoli roditori), lepri e da carcasse di animali morti. Tra alcuni mesi i sui figli saranno abbastanza grandi da abbandonare il nucleo familiare e si disperderanno in altri territori nel tentativo di colonizzarli. Oltre alla predisposizione del radiocollare lo sciacallo è stato sottoposto a prelievi di sangue, feci e pelo utili alla raccolta di informazioni sullo stato sanitario del soggetto e della popolazione, e alla valutazione dei livelli di cortisolo, un ormone legato ai fattori di stress. I campioni verranno analizzati dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, sezione di Basaldella per la componente sanitaria, dalla ricercatrice Paola Beraldo del Di4A per la ricerca di parassiti e dall’Università di Udine e Padova per le analisi dei livelli di cortisolo».

Lo sciacallo dorato è un mesocarnivoro che vive in gruppi familiari composti mediamente da 5-6 individui. Diffuso nei Balcani, ha colonizzato spontaneamente il territorio del Friuli Venezia Giulia a partire dalla seconda metà degli anni ’80- Filacorda spiega ancora: «Lo sciacallo si è insediato in svariate aree della nostra regione ed è presente sull’altopiano carsico con diversi nuclei riproduttivi a partire dalla metà degli anni ‘90».
L’Università di Udine monitora costantemente questa specie utilizzando la stimolazione acustica, le foto-trappole e altre tecniche per stimare la consistenza, l’ecologia e lo stato di salute della popolazione sul territorio regionale. «Questa specie – aggiunge Filacorda – è in espansione in molti Paesi europei, ma molti aspetti della sua ecologia e biologia sono ancora poco noti alla comunità scientifica internazionale».

All’università di Udine dicono che «In quest’ottica la raccolta di informazioni mediante radiotelemetria satellitare sugli spostamenti degli sciacalli svolge un ruolo fondamentale per la comprensione e la protezione di questa specie». I radiocollari consentiranno di localizzare Yama e Alberto grazie a un modulo GPS e di trasmettere le informazioni in remoto mediante un modulo telefonico GSM. «Questi dati – precisa Filacorda – verranno usati per lo studio dello spostamento dell’animale e per la definizione del suo territorio ed il suo comportamento alimentare. I collari sono inoltre dotati di speciali sensori detti accelerometri che permetteranno di definire i ritmi di attività degli animali».

I collari satellitari sono stati acquistati grazie ai fondi del progetto Nat2Care finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Nat2care punta a coinvolgere la cittadinanza nella conservazione della biodiversità e di specie animali e vegetali a livello transfrontaliero e di prevenire la perdita e frammentazione degli habitat. Si tratta di un progetto è coordinato dal Parco delle Prealpi Giulie e che coinvolge il Parco delle Dolomiti Friulane, il Parco Nazionale sloveno del Triglav, l’Istituto Nazionale di Biologia Sloveno, la scuola Naklo e l’università di Udine.

Videogallery

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