La presidenza italiana fallisce nel suo impegno di portare a compimento i lavori negoziali

Buco nell’acqua per la Tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf) in Europa

L'Ecofin prende tempo. Campagna 005: «Tradito impegno di un’intesa a fine anno»

[10 Dicembre 2014]

Obiettivo mancato per l’introduzione della Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) europea. I Ministri delle Finanze degli 11 Paesi dell’UE impegnati nel progetto di cooperazione rafforzata per l’introduzione della TTF non hanno annunciato l’accordo per la prima fase di implementazione dell’imposta, tradendo così l’impegno assunto a maggio, con cui si prometteva il raggiungimento di un’intesa entro la fine di quest’anno.

Un risultato purtroppo mancato anche per la presidenza italiana, impegnata da luglio nel ruolo di coordinamento dei lavori negoziali, che tuttavia non ha mai palesato pubblicamente una forte volontà politica di incidere su questo dossier cruciale per il contrasto alla speculazione finanziaria e per il reperimento di risorse quanto mai necessarie per la lotta alla povertà, per la solidarietà internazionale e per l’ambiente.

Lo stato dell’arte dei lavori negoziali, presentato dalla presidenza italiana stamane a Bruxelles, evidenzia come, al di là di un progresso registrato sul fronte della tassa sulle azioni, vi siano ancora sostanziali nodi da scogliere: le classi di strumenti derivati da sottoporre a tassazione, i principi di applicazione della tassa, le modalità di raccolta e spartizione del gettito.

«Constatare come ancora una volta i Ministri delle Finanze non siano riusciti a trovare la quadra per la definizione della TTF europea è un segnale che la nostra Campagna registra con allarme e preoccupazione, un segnale che ancora una volta getta luce sulla cronica difficoltà di accordarsi su misure comuni in materia di regolamentazione finanziaria – dichiara Leonardo Becchetti, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque – Siamo ben consapevoli delle divergenti posizioni tra i Paesi coinvolti nel progetto e, in particolar modo, dell’impasse creata dalla Francia, fortemente ancorata a un’architettura modesta della TTF nazionale in difesa del proprio settore bancario, particolarmente attivo nel trading dei derivati che è veramente il simbolo in negativo di una finanza ipertrofica e disfunzionale che tutti gli studiosi riconoscono oggi non più in grado di servire adeguatamente l’economia reale. Proprio per questo l’unica nota positiva da registrare è che, a fronte dell’ennesima, ingiustificabile, promessa non mantenuta, per lo meno non si sia ceduto alla tentazione di arrivare a un accordo al ribasso che avrebbe di fatto sancito l’adozione di una TTF farsa».

Gli 11 Ministri delle Finanze e la Commissione Europea hanno ieri di nuovo e pubblicamente ribadito il proprio impegno su questo dossier e la prosecuzione dei lavori nel 2015 sotto l’entrante presidenza di turno lettone. Le Robin Hood Tax Campaigns in tutta Europa non abbasseranno quindi la guardia. Anche l’8 dicembre a Roma, Madrid, Parigi e Berlino le campagne hanno reso visibile il proprio messaggio ai leader politici. Nella capitale, in Piazza del Popolo la Campagna ZeroZeroCinque ha posto un quesito al Premier Renzi che resta attuale e attende una risposta: “Matteo, tu da che parte stai? Dalla parte dei soldi facili, dei profitti per pochi, della speculazione o dalla parte della lotta alla povertà, dell’equità, della solidarietà internazionale?”.

«Chiediamo al governo italiano, svincolato nei prossimi mesi dal ruolo istituzionale di Presidenza di turno dell’UE – aggiunge il portavoce Becchetti – di assumere una posizione più progressista e incisiva al tavolo negoziale per ottenere in Europa una Robin Hood Tax efficace, ovvero applicata al più ampio spettro di strumenti finanziari inclusi i derivati; ricorrendo ai principi di tassazione (residenza, controparte e emissione) che ne rendano difficile l’elusione; tassando tutte le transazioni effettuate e non i saldi netti giornalieri; intercettando le operazioni intra-day e contrastando fattivamente il trading ad alta frequenza. Sulla TTF la UE cincischia, non passa l’esame ed è rimandata. E’ paradossale cedere alle lobbies su un’iniziativa che può portare nelle casse europee una cifra attorno ai 35 miliardi di euro all’anno secondo le stime della Commissione. Un gettito cruciale da destinare per la lotta alla povertà e alle crescenti e preoccupanti disuguaglianze che stanno connotando le nostre società, e per incrementare le risorse su istruzione, salute globale e contrasto al cambiamento climatico nei Paesi in via di sviluppo».

di Campagna ZeroZeroCinque