Forum QualEnergia: «Verso Parigi, come cogliere la sfida del clima e dell’economia circolare»

L’85% degli italiani: “lotta ai cambiamenti climatici per il benessere delle generazioni future”

Per il 54% degli italiani la Cop21 potrà costituire un successo per la lotta ai mutamenti climatici

[26 Novembre 2015]

«I cambiamenti climatici sono un’emergenza da affrontare al più presto e che riguarda tutti noi». E’ quanto emerge dalla ricerca “L’Italia verso Parigi” realizzata da  Lorien Consulting e Legambiente e presentata oggi alla seconda giornata del Forum QualEnergia,

Il sondaggio, realizzato su un campione di 1.000 persone, fa il punto sull’attenzione e i sentimenti degli italiani verso le tematiche ambientali in vista della Conferenza internazionale sul Clima e ne viene fuori che per l’85% degli italiani «la lotta ai cambiamenti climatici deve essere un tema prioritario per la qualità della vita delle generazioni future e le principali priorità sulle quali occorre lavorare sono: ridurre il traffico motorizzato e quello di merci su gomma e pensare ad una riconversione della produzione di energia elettrica in rinnovabile».

Tra i cittadini cresce anche l’attenzione sulla conferenza internazionale di Parigi che prenderà il via tra pochi giorni a Parigi: «Il 38% degli italiani dichiara di conoscere la conferenza sul clima (contro il 29% rilevato ad ottobre). Un summit intorno al quale c’è molto ottimismo. Il 69% è convito che la conferenza potrà incidere positivamente sulle azioni dei singoli Paesi e sui comportamenti dei cittadini. Ma la Cop21 costituirà davvero un successo per la lotta ai cambiamenti climatici? Per il 54% degli intervistati la risposta è sì. E tra i centotrenta capi di Stato che discuteranno per trovare un accordo sul taglio delle emissioni, i Paesi che avranno una maggiore influenza sono gli Stati Uniti (così per il 47% del campione), seguiti con grande distanza da Unione Europea (23%) e Cina (12%)».

Secondo l’amministratore delegato di Lorien Consulting, Antonio Valente, «Gli italiani hanno aspettative molto consistenti rispetto ai risultati dell’imminente Conferenza sul Clima di Parigi. E la metà della popolazione ritiene che la lotta ai cambiamenti climatici produrrà vantaggi sensibili anche sull’economia: un aspetto particolarmente importante in questo periodo di lunga crisi».

Legambiente sottolinea che «Di certo gli attentati di Parigi hanno dato una forte scossa: se fino a due mesi fa le due principali preoccupazioni erano disoccupazione (67%) ed emergenza immigrazione (66%), oggi prendono il sopravvento il terrorismo e la guerra (47%). Nonostante il clima di incertezza e paura, cresce la consapevolezza di adottare stili di vita sostenibili. Il 79% del campione è disposto a fare più sacrifici in nome dell’ambiente, a sostenere maggiori costi, pur di acquistare prodotti o servizi a minor impatto ambientale, accompagnati da stili di vita sostenibile».

Negativo, invece, il giudizio sull’operato del Governo per la riduzione delle emissioni: il 49% del campione boccia le politiche ambientali e climatiche di Renzi  e giudica inefficace l’operato dei suoi ministri.

Per quanto riguarda le trivellazioni petrolifere nel sud e nel Mediterraneo, per il 41% deli italiani è una scelta non compatibile con la lotta ai mutamenti climatici, mentre per il 37%  si tratta di una scelta compatibile.

In occasione del Forum QualEnergia, Legambiente ha rinnovato l’invito ai cittadini a mobilitarsi per partecipare alla Marcia per il clima del 29 novembre, organizzata a Roma dalla Coalizione Italiana Clima con partenza alle ore 14.00 da piazza Campo de’ Fiori. «La COP21 rappresenta una tappa cruciale nella battaglia contro i cambiamenti climatici e dalla quale dipende il futuro del mondo – ha detto  Rossella Muroni, direttrice generale di LegambienteE’ fondamentale che alla Conferenza sul Clima si arrivi con un accordo vincolante e ambizioso, in linea con le indicazioni della comunità scientifica. Ma per riuscirvi è importante continuare in Italia e in tutto il mondo mobilitazioni per far pressing sui leader mondiali e far sentire la voce e le proposte della società civile. I risultati della ricerca Lorien-Legambiente presentati oggi confermano l’attenzione e la consapevolezza dei cittadini sui temi ambientali e la voglia di fare azioni concrete a favore dell’ambiente. Per questo è fondamentale essere in tanti il 29 novembre a Roma, per chiedere con forza una giustizia climatica e sociale, un nuovo scenario energetico che fermi le emissioni di gas serra e apra la strada a equilibri nuovi e sostenibili».

Secondo Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club, «I cittadini, come d’altronde le tante imprese che si sono incontrate in questo Forum, son consapevoli dell’importanza dei cambiamenti climatici E come quel pezzo sempre più rilevante di sistema economico che ha deciso di puntare sulla green economy, sono sempre di più gli italiani che vedono con lucidità il legame che c’è fra rilancio dell’economia e la questione ambientale. Per questo appare più forte la critica alla politica, evidente nel giudizio negativo sull’operato del Governo, ma che emerge anche nella fiducia ridotta verso l’Unione Europea, una volta leader indiscussa sul fronte dell’economia circolare e che oggi, paralizzata dai suoi contrasti interni, sembra aver perso lo scettro dell’innovazione a favore degli Usa di Obama».

Dopo la presentazione del sondaggio Lorien Consulting/Legambiente, nella giornata conclusiva del Forum QualEnergia  si è parlato della “rivoluzione italiana verso l’economia circolare” e il – dice il presidente del Cobat, Giancarlo Morandi, ha sottolineato che «Grazie all’applicazione dell’economia circolare si possono ottenere nuove materie prime da reimmettere nel processo produttivo senza ricorrere a estrazioni o, come nel caso dell’Italia, a importazioni che ci rendono sempre più dipendenti dall’estero. Un altro vantaggio dell’economia circolare è il risparmio energetico: con il recupero si ottiene il massimo dell’efficienza e non è necessario utilizzare sempre più energia per produrre nuovi beni. Un aspetto che va di pari passo con l’attenzione alle energie rinnovabili di Cobat: il Consorzio infatti è in grado di riciclare i moduli fotovoltaici a fine vita e i sistemi di batterie e esso collegati, anche dopo 20 o 30 anni, grazie a un sofisticato sistema di tracciabilità e un meccanismo finanziario che permette il ritiro gratuito del prodotto».