I dati verranno presentati durante gli Stati generali della green economy

A causa della crisi climatica l’Italia rischia di perdere 130 miliardi di euro l’anno

Il trend attuale di emissioni non solo rallenterà la crescita del Pil, ma aggraverà anche il divario delle condizioni economiche del Sud Italia rispetto al resto del Paese

[30 Ottobre 2019]

Un focus sugli “Impatti economici dei cambiamenti climatici in Italia” sarà al centro della Relazione 2019 sullo stato della green economy, che sarà presentata in apertura degli Stati generali dell’economia verde (il 5 e 6 novembre 2019 a Rimini, nell’ambito di Ecomondo): l’occasione per capire meglio lo scenario già anticipato su queste pagine, secondo il quale – proseguendo con il trend attuale di emissioni – l’Italia rischia di avere perdite di alcuni punti percentuali di Pil già a metà secolo e fino al 10% di Pil nella seconda metà del secolo, pari circa 130 miliardi di euro l’anno.

La stima è fornita dall’European institute on economics and the environment, che in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Italy4Climate ha curato lo studio, dal quale emerge che pur non essendo fra le aree più povere e vulnerabili del pianeta, l’Italia in quanto paese mediterraneo è uno degli stati europei più esposti alla crisi climatica, un vero e proprio “hot spot” del clima.

La crisi climatica non solo rallenterà la crescita, ma aggraverà anche il divario delle condizioni economiche del Sud Italia rispetto al resto del Paese, con un aumento della disuguaglianza regionale stimato del 60% nella seconda metà del secolo. Le proiezioni contenute nello studio evidenziano una dicotomia nord-sud in cui le regioni meridionali e le isole maggiori riportano perdite del 5-15% nel 2050 e del 5-25% nel 2080,ma anche  al nord si registreranno spiccate perdite nelle aree del veneziano. Si nota anche, seppur meno marcata, una dicotomia tra aree adriatiche e tirreniche, con le prime meno impattate delle seconde.

«I temi della crisi climatica e dell’ambiente – osserva Edo Ronchi, del Consiglio nazionale della green economy e presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – sono oggi al centro di un dibattito pubblico e sui media come mai in passato. Il nuovo governo ha posto fra le priorità programmatiche un Green new deal: una proposta che gli Stati generali della green economy sostengono da qualche anno come via per affrontare congiuntamente la crisi climatica e il rilancio dello sviluppo sostenibile dell’Italia basato sulla green economy. Lo studio sugli impatti economici della crisi climatica vuole contribuire a meglio definire le ragioni della green economy per un Green new deal».

Senza un deciso cambio di rotta sulle politiche climatiche, secondo lo studio i danni economici maggiori in Italia sarebbero quelli causati dalle alluvioni; quelli all’agricoltura per una variazione delle produzioni e una diminuzione delle rese; quelli arrecati al turismo per le ondate di calore, l’avanzamento dell’erosione delle spiagge, la mancanza di neve in montagna, la frequenza degli eventi atmosferici estremi. Inoltre i costi dei consumi di energia elettrica per il raffrescamento continueranno a crescere e anche quelli, di più complessa quantificazione, sanitari per l’aumento delle patologie legate all’aumento delle temperature.