Acque saline per irrigare gli olivi? Lo studio della Sant’Anna di Pisa per il clima che cambia

«Si tratta di informazioni essenziali per valutare se e come utilizzarle per sopperire alle sempre maggiori esigenze idriche degli ambienti mediterranei, esposti ai drastici cambiamenti causati dai cambiamenti del clima»

[16 Luglio 2019]

I cambiamenti climatici stanno già oggi facendo sentire con intensità i loro effetti in Toscana, con inevitabili impatti anche sulle risorse idriche: giugno 2019 è stato tra i più caldi da sessant’anni, in tutto il 2018 è stata registrata un’anomalia di temperatura media rispetto al periodo 1981-2010 di +1,0°C – con solo il 2003 e il 2014 impercettibilmente più caldi –, e l’ultimo inverno si è chiuso con circa il 20% di pioggia in meno, con zone nelle quali è piovuto decisamente meno del normale. Un trend che impone di pensare a come cambiare sul fronte dell’agricoltura, in difesa delle coltivazioni tipiche del nostro territorio come quella degli olivi.

Per questo l’Istituto di scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha condotto una ricerca dedicata agli effetti dell’irrigazione con acque saline sulla produzione di olio nei frutti di olivo: lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Plant Physiology and Biochemistry” dal gruppo di docenti e ricercatori della Sant’Anna composto da Samuele Moretti, Alessandra Francini e Luca Sebastiani – in collaborazione con Luisa Hernández e José M.Martínez-Rivas, ricercatori dell’Instituto de la Grasa (Csic) di Siviglia –, e parte dall’assunto che i cambiamenti climatici sono fenomeni che incidono sempre più sulle capacità produttive dei sistemi agro-forestali e sulla qualità dei relativi prodotti.

«I risultati rivelano, per la prima volta – sottolineano dalla Sant’Anna – i meccanismi di accumulo del sodio nel frutto di olivo e gli effetti sui geni regolatori della via biosintetica degli acidi grassi: si tratta di informazioni essenziali per valutare se e come utilizzare acque saline di scarsa qualità per sopperire alle sempre maggiori esigenze idriche degli ambienti mediterranei esposti ai drastici cambiamenti causati dai cambiamenti del clima».