Agricoltura e irrigazione: è corsa contro il tempo, tra rischio gelate, siccità ed emergenza coronavirus

ANBI: «I Consorzi di bonifica continuano a lavorare per garantire cibo di qualità e sicurezza idrogeologica»

[25 Marzo 2020]

Tra le attività che non possono fermarsi, nonostante l’epidemia Covid-19, c’è l’agricoltura e per produrre cibo, oggi più che mai importante di fronte alla forte riduzione delle importazioni causata dalla pandemia di coronavirus, molta dell’agricoltura italiana ha bisogno dell’irrigazione,.

Per questo, nel pieno rispetto delle ordinanze sanitarie, prosegue il lavoro dei consorzi di bonifica per garantire l’avvio della stagione irrigua, che, dicono all’Associazione nazionale consorzi di gestione
e tutela del territorio e acque irrigue (ANBI) «E’ già iniziata nelle regioni centro-meridionali (ad inizio settimana è toccato alle Marche), ma che rischia di avere un prologo in controtendenza al Nord. Il previsto irrigidimento delle temperature potrebbe infatti comportare repentini abbassamenti notturni in una fase fenologica delicatissima per le colture.  Per questo, in alcune zone, sono possibili specifiche microirrigazioni antibrina, capaci di creare una cortina protettiva, stabilizzando la temperatura ed impedendo così le gelate».

Intanto, nelle aree irrigue si sta progressivamente procedendo ad invasare acqua nel reticolo idraulico dopo le “asciutte” invernali per permettere le ordinarie manutenzioni.

Secondo l’ANBI, «Sul piano delle disponibilità idriche, si aggrava la situazione in Sicilia, nei cui bacini mancano 110 milioni di metri cubi rispetto ad un anno fa (dall’inizio del mese, le riserve sono calate di ben 37 milioni di metri cubi), mentre resta stabile, ma largamente deficitaria in Basilicata (-144 milioni di metri cubi), Puglia (-142 milioni di metri cubi) e Calabria».

Al Nord invece si accentua una situazione idrica “a macchia di leopardo”: «Ai confortanti dati dei laghi di Garda e Maggiore (rispettivamente al 94,3% e 69,2% della capacità di riempimento) – dicono all’ANBI – si contrappone la progressiva discesa dei livelli dei bacini di Como e d’Iseo (rispettivamente al 14.7% e 23,6% della capacità di riempimento).Si mantengono sotto la media del periodo, ma superiori ad un anno fa, le portate dei fiumi Po ed Adige; andamento simile hanno i fiumi piemontesi (Dora Baltea, Tanaro e Stura di Lanzo). Esemplare è la situazione dell’Emilia-Romagna, dove i fiumi Savio e Secchia sono ampiamente sotto la media del periodo (rispettivamente al 20% ed al 15% delle portate storiche), ma le dighe piacentine di Molato in Alta Val Tidone e Mignano in alta Val d’Arda hanno quasi raggiunto il volume massimo autorizzato (sono rispettivamente al 91,5% e 94,3%)».

Francesco Vincenzi, presidente dell’ANBI, evidenzia che «Nel Nord Italia, la situazione è in divenire e da monitorare soprattutto in relazione allo scioglimento delle nevi. Resta evidente la necessità di stabilizzare le disponibilità idriche attraverso la costruzione di nuovi invasi, per i quali daremo indicazioni nel Piano per la Manutenzione Straordinaria, che contiamo di presentare prima dell’estate».

Massimo Gargano, direttore generale di ANBI, conclude: «In questo momento critico per la vita del Paese, vogliamo sottolineare lo sforzo dei lavoratori e delle lavoratrici dei Consorzi di bonifica ed irrigazione che, nel rispetto del servizio pubblico svolto, continuano ad operare in ufficio, in smart working e sul campo per garantire le condizioni per produzioni agricole di qualità e sicurezza idrogeologica».