Alla ricerca degli oceani scomparsi nel Belucistan iraniano

Si è conclusa la missione italo-iraniana finanziato da un pool di compagnie petrolifere

[19 Febbraio 2016]

Dal 31 gennaio al 14 febbraio, Michele Marroni e Luca Pandolfi, del dipartimento di scienze della Terra dell’università di Pisa, Emilio Saccani dell’università di Ferrara e gli iraniani Morteza Delavari e Ashgar Dolati, dell’università Kharazmi di Teheran hanno condotto ricerche sulla catena del Makran nella parte centrale del Belucistan, la vasta regione desertica al confine tra il Pakistan e l’Iran, dove si alternano montagne alte fino a 2.000 metri a deserti di sabbia.

«L’obiettivo – spiega il professor Marroni – era cercare i resti dei grandi oceani che dal Giurassico al Cretaceo Superiore, tra 160 e 80 milioni di anni fa, erano localizzati ai margini meridionali della placca euroasiatica  Questi oceani sono stati successivamente chiusi tramite la subduzione di litosfera oceanica, scomparendo definitivamente e dando luogo alla nascita della catena del Makran. Resti della litosfera oceanica si sono però preservati come rocce metamorfiche e deformate all’interno della catena e proprio questi resti hanno costituito l’obiettivo dei ricercatori pisani. Dallo studio di queste rocce, tramite le analisi di terreno e di laboratorio, sarà possibile ricostruire la storia di questi oceani e quindi conoscere la paleogeografia di questa area, che è tra  le meno studiate al mondo».

La missione si è svolta in zone difficilmente accessibili ed è stata possibile solo grazie all’utilizzo di guide locali e di fuoristrada, ma i ricercatori sottolineano che «Nonostante le difficoltà, è stato possibile raccogliere importanti dati di terreno e numerosi campioni di rocce in aree geologicamente significative.

La missione  nasce dal recente accordo siglato dal dipartimento di scienze della Terra dell’università di Pisa con facoltà di geologia dell’università Kharazami e fa parte del programma “Darius”, un vasto programma di ricerca finanziato da un pool di compagnie petrolifere che coinvolge numerosi ricercatori sia europei e che mediorientali.

All’università pisana spiegano che «La missione in Belucistan segna l’inizio di una importante collaborazione scientifica tra i due atenei che si inquadra nella progressiva apertura dell’Iran ai rapporti con i Paesi della comunità europea, sulla scia della recente visita di Hassan Rouhani, Presidente della Repubblica Iraniana. E’ prevista la prosecuzione delle ricerche mediante una ulteriore campagna di terreno in Belucistan programmata verso la fine del 2016».