Come funzionano le previsioni meteo, e che differenza c’è con il clima?

Lo spiega il Centro meteo italiano, con il quale greenreport ha appena avviato una collaborazione

[31 Gennaio 2020]

L’Italia ha appena attraversato il decennio più caldo della sua storia: per il nostro Paese l’anomalia di temperatura rispetto al periodo 1880-1909 è circa +2,5°C, più del doppio del valore medio globale, e solo nell’ultimo anno sono stati registrati 157 eventi meteorologici estremi e 42 vittime a causa del “maltempo”. Di fronte all’evidenza della crisi climatica in corso è determinante che istituzioni e singoli cittadini collaborino in un percorso di rapida decarbonizzazione del nostra società, una semplice constatazione che rende urgente aumentare il tasso di alfabetizzazione della cittadinanza su temi come meteo e clima: in quest’ottica greenreport e Centro meteo italiano hanno avviato un rapporto di collaborazione. Sulle pagine del nostro quotidiano sono adesso presenti le puntuali previsioni meteorologiche del Centro meteo italiano – che vede tra i suoi clienti Autostrade per l’Italia, Anas, Enel l’Osservatorio meteorologico, agrario e geologico Raffaelli, e molti altri –, e potremmo avvalerci degli esperti del Centro (fisici dell’atmosfera, fisici, geologi, agronomi e ingegneri) per approfondimenti in grado di spaziare dalla meteorologia sino alla geofisica. Iniziamo con quest’intervista, realizzata insieme al meterologo Brando Trionfera.

Il mondo di Internet è in continua evoluzione, ma le previsioni meteo rappresentano da sempre – e ancora oggi – informazioni tra le più cercate in rete dagli utenti. In pochissimi al di fuori dei professionisti di settore conoscono però il lavoro che c’è dietro: come nascono le previsioni meteorologiche?

«In due parole: esperienza e competenza. Poi viene il resto. Così nasce una previsione meteorologica. Non basta consultare un singolo modello matematico per poter arrivare a quello che generalmente cerca l’utenza comune: che sia un simbolo o la semplice risposta alla domanda ”domani piove?”. Serve mettere insieme una serie di fattori molto specifici quali la conoscenza approfondita dei fenomeni meteorologici e di tutto ciò che regola l’atmosfera. Tra gli elementi più importanti vi è anche il confronto tra diversi meteorologi fino a raggiungere un punto di comune accordo».

Un altro argomento di grande interesse, molto dibattuto in rete e non solo, riguarda l’affidabilità delle previsioni meteo: quale grado di precisione possiamo effettivamente aspettarci?

«Nonostante nel 2020 la tecnologia si sia ormai evoluta tantissimo, un principio fondamentale nell’affidabilità delle previsioni resta quello di non spingersi oltre i canonici 3 giorni (48-72 ore). Tuttavia, ci sono casi in cui ci si può spingere oltre come i periodi anticiclonici, che sono di più facile lettura da parte dei principali centri di calcolo».

La crisi climatica che stiamo vivendo a livello globale impone una migliore alfabetizzazione di base della cittadinanza su macrotemi come il meteo e il clima, che invece vengono ancora oggi confusi spesso alimentando un atteggiamento negazionista verso i cambiamenti climatici. Tra meteo e clima c’è invece un’importante differenza: può riassumerla brevemente?

«Sono due termini che possono in qualche modo  ”dialogare”, ma che presentano allo stesso tempo profonde  differenze tra di loro.  Ciò che maggiormente separa meteorologia e climatologia è il tempo. La parola ”meteo” in senso stretto indica la previsione e l’osservazione dei fenomeni atmosferici nel brevissimo termine, oltre che lo studio di tutte le leggi che ne regolano le dinamiche. La climatologia è invece studia gli stessi eventi ma in un lasso temporale molto più esteso, fornendo parametri che descrivano le variabili medie di un determinato luogo o di un’area più estesa».

L’Italia ha appena attraversato il decennio più caldo della sua storia, che è stato accompagnato da una crescita di eventi meteorologici estremi: Legambiente ne ha documentati 157 solo nel 2019, mentre Ref Ricerche stima che a partire dal 2013 i danni provocati nel nostro Paese dal meteo arrivino a poco meno di 10 miliardi di euro. La crisi climatica si sta riflettendo in un aumento degli eventi meteo estremi?

«Un generale aumento delle temperature del Pianeta può dare certamente adito ad un incremento dei fenomeni estremi, che sia in una piccola area o a anche in vaste porzioni del nostro emisfero».

Sotto questo profilo, il Mediterraneo si profila come una delle aree più fragili di fronte all’avanzata dei cambiamenti climatici: cosa possiamo aspettarci per il nostro Paese?

«Difficile ipotizzare scenari futuri, certamente il Mediterraneo negli ultimi anni è stato teatro di fenomeni estremi via via più frequenti. Occorre studiare il più possibile e soprattutto proci le domande giuste, ancor prima di cercare le risposte».