Conferma WMO: il 2019 è stato il secondo anno più caldo mai registrato (VIDEO)

Petteri Taalas: «Stiamo andando verso un aumento della temperatura da 3 a 5 gradi Celsius entro la fine del secolo»

[16 Gennaio 2020]

Secondo l’analisi consolidata dei principali dataset internazionali realizzata dalla World Meteorological Organization (Wmo), «Il 2019 è stato il secondo anno più caldo mai registrato dopo il 2016».

L’agenzia meteorologica dell’Onu sottolinea che «Le temperature medie per periodi quinquennale (2015-2019) e decennale (2010-2019) sono state le più alte mai registrate. Dagli anni ’80 ogni decennio è stato più caldo di quello precedente. Si prevede che questa tendenza continuerà a causa dei livelli record di gas serra che intrappolano il calore nell’atmosfera».

L’analisi consolidata Wmo è la media di 5 dataset dalla quale emerge che «La temperatura globale annuale nel 2019 era più calda di 1,1° C rispetto alla media del 1850-1900, utilizzata per rappresentare le condizioni preindustriali. Il 2016 rimane l’anno più caldo mai registrato a causa della combinazione di un evento molto forte di El Niño, che ha un impatto sul riscaldamento, e dei cambiamenti climatici a lungo termine».

La Wmo utilizza dataset che si basano sui dati climatici mensili provenienti dai Global Observing Systems della  Noaa Usa, dal Goddard Institute for Space Studies della NASA, dal Met Office britannico  e dalla Climatic Research Unit dell’East Anglia, ma anche dataset  European Centre for Medium Range Weather Forecastse del suo Copernicus Climate Change Service e della Japan Meteorological Agency.  Alla Wmo evidenziano che «Questo metodo combina milioni di osservazioni meteorologiche e marine, anche satellitari, con modelli per produrre una rianalisi completa dell’atmosfera. La combinazione delle osservazioni con i modelli consente di stimare le temperature in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo del globo, anche in aree scarse di dati come le regioni polari.

La differenza tra i 5 dataset è stata di 0,15° C, con sia il valore più basso (1,05° C) che quello più alto (1,20° C) più caldi di 1° C rispetto al valore basale preindustriale.

Il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, sottolinea che «La temperatura globale media è aumentata di circa 1,1° C dall’era preindustriale e il contenuto di calore degli oceani è a livelli record. Proseguendo nell’attuale percorso delle emissioni di anidride carbonica, stiamo andando verso un aumento della temperatura da 3 a 5 gradi Celsius entro la fine del secolo».

Ma le temperature sono solo un aspetto del disastro climatico che abbiamo innescato: la Wmo ricorda che «L’anno e il decennio passati sono stati caratterizzati da una ritirata del ghiaccio, da record dei livelli del mare, dall’aumento del caldo e dell’acidificazione degli oceani e da condizioni meteorologiche estreme». come evidenziato dal WMO’s Provisional Statement on the State of the Global Climate in 2019, presentata alla 25esima Conferenza delle parti Unfccc di Madrid, tutto questo, nel su insieme ha importanti impatti sulla salute e sul benessere sia dell’uomo che dell’ambiente.  Il rapporto completo Global Climate 2019 verrà pubblicato a marzo.

Taalas. Sottolinea che «Il 2020 è iniziato da dove il 2019 si è interrotto, con eventi meteorologici e climatici di grande impatto. Nel 2019lL’Australia ha registrato il suo anno più caldo e secco in assoluto, ponendo le basi per gli enormi incendi boschivi che sono stati così devastanti per le persone e le proprietà, la fauna selvatica, gli ecosistemi e l’ambiente, Sfortunatamente, prevediamo un clima molto estremo per tutto il 2020 e per i prossimi decenni, alimentato da livelli record di gas serra che intrappolano il calore nell’atmosfera».

Oltre il 90% del caldo in eccesso viene stoccato negli oceani e, quindi, il contenuto di calore nell’oceano è un buon modo per quantificare il tasso di riscaldamento globale. Il nuovo studio “Record-Setting Ocean Warmth Continued in 2019”, pubblicato il 13 gennaio su Advances in Atmospher Sciences da un team di ricercatori cinesi e statunitensi e che si basa sui dati  della National Oceanic and Atmospher Administration (Noaa), National Center for Environmental Information e Institute of Atmospheric Physics, dimostra che il contenuto di calore degli oceani nel 2019 ha raggiunto un livello record e che l’ultimo decennio e l’ultimo quinquennio sono stati i più caldi mai registrati per le temperature oceaniche dal 1850.

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  • State of the Climate in 2019 (English)