Conto termico, dopo 1 anno dallo Sblocca Italia l’aggiornamento promesso ancora non si vede

Da Realacci nuova interrogazione: «Uno scandalo insopportabile, la cattiva burocrazia genera inquinamento»

[14 Gennaio 2016]

L’efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili sono politiche strategiche per l’ambiente perché danno un contributo importante alla riduzione delle emissioni climalteranti e non a caso sono tra le priorità indicate dagli accordi sul clima di Parigi. Più efficienza e rinnovabili, anche nel riscaldamento degli edifici, significa inoltre meno inquinamento per le nostre città, notevoli risparmi su consumi energetici e bollette, più innovazione e competitività per le nostre imprese. Le misure per ridurre le emissioni legate alla produzione di calore coincidono largamente con quelle necessarie a limitare l’inquinamento che colpisce molte città e l’area della Pianura Padana in particolare. E sono più lungimiranti ed efficaci di misure tampone ed effimere. Basti considerare che dipendono dal riscaldamento circa il 40% delle polveri sottili Pm10.

Per promuovere l’efficienza e l’uso delle rinnovabili nel riscaldamento l’articolo 22 dello Sblocca Italia prescriveva, entro dicembre 2014, un aggiornamento normativo di semplificazione dei criteri di utilizzo dei fondi del ‘conto termico’ così da facilitare l’accesso a tali contributi per imprese, famiglie e soggetti pubblici. Ben 900 milioni di euro, di cui 700 milioni per i privati e 200 per il pubblico, rimasti inutilizzati per la farraginosità dell’iter burocratico finora previsto. Lo stesso articolo prevedeva inoltre una verifica sull’efficacia delle nuove norme da fare entro dicembre 2015.

A oltre un anno dalla conversione in legge dello Sblocca Italia, nonostante le sollecitazioni dei miei diversi atti di sindacato ispettivo, siamo ancora in attesa della semplificazione del conto termico e i 900 milioni di fondi pubblici messi a disposizione per migliorare l’efficienza del riscaldamento e promuovere l’uso di fonti pulite nella generazione di energia termica restano inutilizzati. Un’occasione persa, sia per i nostri polmoni che per la nostra economia, a causa di inaccettabili ritardi burocratici. Uno scandalo insopportabile.

Per sapere se e quando il presidente del Consiglio e i ministri dell’Ambiente dello Sviluppo economico intendano dare seguito all’aggiornamento del sistema di incentivi del conto termico previsto dalla normativa vigente ho presentato una nuova interrogazione. Al presidente del Consiglio e ai ministri competenti, infine, ho chiesto se oltre alla cabina di regia istituita sulla carta al Mise, intendano valutare l’istituzione di una Struttura di missione per l’efficienza energetica presso la Presidenza del Consiglio, sul modello di Italia Sicura, per esaminare e coordinare l’insieme delle politiche per l’efficienza messe in campo da ministeri, regioni ed enti locali e ottimizzare così i risultati attesi.

di Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera