Cop 21 e politiche low carbon potrebbero prevenire fino a 175.000 morti negli Usa entro il 2030

Riduzione delle emissioni di gas serra: benefici da 5 a 10 volte più grandi rispetto ai costi

[23 Febbraio 2016]

Drew T. Shindell e Yunha Lee, della Nicholas School of the Environment della Duke University, e Greg Faluvegi, del NASA Goddard Institute for Space Studies, hanno pubblicato su Nature Climate Change lo studio “Climate and health impacts of US emissions reductions consistent with 2 °C” che promuove, pur considerandole ancora insufficienti, le politiche climatiche di Obama e le decisioni prese alla COP21 Unfccc di Parigi

Secondo I ricercatori statunitensi, «Riducendo le emissioni Usa abbastanza  da evitare un aumento di 2 gradi Celsius del riscaldamento globale, potrebbe prevenire fino a 175.000 morti premature legate all’inquinamento a livello nazionale entro il 2030 e generare benefici per la salute per circa 250 miliardi di dollari all’anno».

Shindel sottolinea che «Molte persone vedono il cambiamento climatico come un problema futuro, ma la nostra analisi di mostra che la riduzione delle emissioni che causano il riscaldamento – molte delle quali contribuiscono anche all’inquinamento atmosferico – andrebbe a vantaggio della salute pubblica qui e ora. Quando per l’impatto globale a lungo termine sulla salute si prendono in considerazione i benefici della riduzione delle emissioni, potrebbero essere da 5 a 10 volte più grandi del costo stimato per l’attuazione delle politiche e per le tecnologie necessarie».

I negoziati sul clima si sono concentrati soprattutto sulla riduzione degli attuali livelli di emissioni per contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2° C  gradi, una soglia oltre a quale ci sarebbero  siccità e ondate di calore prolungate, accelererebbe l’innalzamento del livello del mare e si produrrebbero  altri impatti climatici così devastanti da superare la nostra capacità di adattamento. Gran parte delle decisioni della COP21 Unfcc di Parigi puntano a ridurre le emissioni di gas serra più duraturi, come la CO2,, ma lo studio Duke/NASA  dimostra che anche  riduzione allo stesso tempo altri inquinanti atmosferici porta notevoli benefici.

Shindell. Spiega che «Bruciare i combustibili fossili nelle centrali elettriche, nell’industria e nei veicoli a motore è la principale fonte di emissioni di gas serra degli Usa. L’inquinamento atmosferico legato per lo più a queste stesse fonti è anche la principale causa ambientale di morte prematura in tutto il mondo. Frenare le loro emissioni, faremo  punti su due fronti».

Lo studio si basa su scenari di riduzione delle emissioni dei trasporti e dell’industria energetica, i due maggiori produttori di sostanze climalteranti degli Usa, poi hanno analizzato quali sarebbero i benefici per la salute umana e per gli impatti climatici se, entro il 2030, le emissioni di ciascun settore fossero ridotte a sufficienza per consentire agli Stati Uniti di rimanere sotto la soglia del 2° C.

Shindell spèiega ancora: «Abbiamo creato uno scenario “trasporto pulito” in cui le emissioni dei trasporti o di superficie sono ridotte del 75% e uno scenario “energia pulita” in cui le emissioni sono ridotte del 63%. Questi scenari superano gli attuali obiettivi Usa di riduzione delle emissioni, ma sono tecnicamente fattibili e conformi alle riduzioni ci siamo impegnati a raggiungere alla conferenza COP21 sul clima della a Parigi lo scorso dicembre e nel nostro accordo sul clima con la Cina l’anno scorso».

I modelli Duke/NASA  dimostrano che, entro il 2030, le politiche energetiche più pulite potrebbero prevenire fino a 175.000 morti premature e altre 22.000 morti in meno per ogni anno successivo.

Politiche di trasporto meno inquinanti potrebbero prevenire circa 120.000 morti premature entro il 2030 e circa altre 14.000 morti ogni anno successivo.

I benefici per la salute statunitense legate alla prevenzione di queste morti premature farebbero risparmiare circa 250 miliardi di dillari all’anno nel breve periodo, superando probabilmente i costi per attuare le nuove politiche climatiche, volute da Obama e avversate dai repubblicani e dai loro finanziatori Big Oil e King Coal,  e andrebbero a beneficio delle imprese e dei cittadini che si devono far carico di questi costi

Se si prendono in considerazione insieme gli impatti sulla salute e sul clima globale della riduzione delle emissioni il valore dei benefici maturati a lungo termine potrebbe essere grosso da 5 a 10 volte più grande rispetto ai costi.

Shindell conclude: «Questo è fattibile. “Ma non sarà facile. Rimangono gli ostacoli e sono probabili battute d’arresto a breve termine. Impegnarsi a ridurre le nostre emissioni è una cosa; l’attuazione delle politiche nazionali e accordi internazionali vincolanti necessari per superare questi ostacoli sarà impegnativa».