Dal G7 passi avanti in difesa del clima: ora serve coerenza, anche in Italia

Iacoboni: «Renzi non può annunciare di voler contrastare i cambiamenti climatici e poi autorizzare le trivellazioni, affossando al contempo il mercato delle rinnovabili»

[9 Giugno 2015]

Il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) pone un sigillo autorevole – e ottimista – in merito all’accordo politico sul clima siglato ieri in Gerrnania, che impegna i leader del G7 a fermare il riscaldamento globale entro i 2 °C rispetto ai livelli preindustriali. «Questa dichiarazione – afferma il direttore esecutivo dell’Unep Achim Steiner – è un trampolino di lancio importante verso un futuro al 100% di energie rinnovabili. Il mondo è davvero in grado di raggiungere un’economia a bassa intensità di carbonio ed efficiente nell’impiego delle risorse naturali, ma ancora molto deve essere fatto».

Con la leadership dei paesi G7 (tra i quali figura anche l’Italia), secondo Steiner saremo «in grado di raggiungere un accordo a Parigi quest’anno, che consentirà al mondo di combattere efficacemente i cambiamenti climatici».

L’importante impegno politico assunto ieri non potrà essere dimenticato, e rivendica l’attuazione di programmi coerenti in seno alle varie nazioni sottoscrittrici. Cosa, ahinoi, tutto fuorché scontata. «Da Elmau arriva un messaggio chiaro – sottolinea infatti il responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, Luca Iacoboni – ora attendiamo politiche nazionali coerenti anche da parte del governo italiano. Matteo Renzi non può annunciare al G7 di voler contrastare i cambiamenti climatici e poi autorizzare le trivellazioni in Italia, affossando al contempo il mercato delle rinnovabili. Ci aspettiamo un radicale cambiamento nella politica energetica nazionale, dobbiamo progressivamente abbandonare le fonti fossili e puntare su efficienza energetica e rinnovabili».

Sulla stessa linea anche l’analisi di Luana Zanella e Angelo Bonelli, coportavoce dei Verdi italiani. « Agli annunci sul clima del G7 in Baviera seguiranno i fatti?Quelle che arrivano dalla Germania potrebbero essere belle notizie se si sottoscrivessero subito accordi vincolanti per affrontare l’emergenza climatica che sta portando il Pianeta alla catastrofe. Il governo italiano cominci subito a rivedere le proprie politiche energetiche che fino ad oggi incentivano solo le fonti fossili e le trivellazioni petrolifere: ossia il contrario di quello che si dovrebbe fare per contribuire ad abbassare la febbre del Pianeta».

Più critico l’approccio di Oxfam, che contestualizza l’accordo siglato in Germania in un più ampio contesto riguardante la sostenibilità sociale oltre a quella ambientale. In Baviera «non vi è stata una focalizzazione sul crescente divario nei livelli di disuguaglianza nei Paesi e tra i Paesi», e i leader  del G7 «non hanno indicato alcun piano concreto per il miglioramento delle condizioni di vita di un miliardo di persone che nel mondo vivono in condizioni di estrema povertà». Altrettanto lacunose le indicazioni sul dove e come trovare le risorse necessarie per indirizzare le economie del G7 verso un’economia più verde, con buona parte dell’Europa ancora oggi fossilizzata attorno al totem dell’austerità di bilancio. Ieri a Elmau è stato comunque compiuto un passo avanti, e questa rimane una buona notizia. Da qui a fine anno, quando Parigi ospiterà la determinante Conferenza sul clima, oltre alle notizie dovranno arrivare i fatti.