Per greenreport l’analisi di Simona Fabiani, responsabile Ambiente della Cgil

Giro di boa per la Cop21: a che punto è la Conferenza Onu sul clima, vista da Parigi

In parallelo al summit ufficiale si è svolto a a Montreuil quello alternativo dei cittadini

[7 Dicembre 2015]

DA PARIGI. Sabato il gruppo di lavoro sulla piattaforma di Durban (Adp) ha chiuso i lavori con l’approvazione di un testo che viene consegnato alla politica per i prossimi giorni di negoziati. Il testo licenziato e consegnato al presidente della Cop21, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, contiene ancora le sostanziali questioni su cui non c’è accordo, e che vengono riportate nel testo sotto forma di opzioni alternative. Non si tratta di argomenti secondari: diritti umani, meccanismi di controllo sulla riduzione delle emissioni, finanza climatica per sostenere la decarbonizzazione e l’adattamento, rafforzamento degli obiettivi, ecc.

Tanto per fare un esempio, all’art. 2 comma 2 del testo approvato sabato si legge che: “[Questo accordo sarà attuato su basi di equità e scienza, in accordo al principio di equità e di responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità, alla luce delle diverse capacita nazionali, e nel rispetto dei diritti umani e della promozione dell’equità di genere [e dei diritti dei disoccupati]”.  Più avanti troviamo, sempre fra parentesi, fra gli obiettivi di lungo periodo, “[nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell’eradicazione della povertà, assicurando che la sicurezza alimentare, produzione e distribuzione non sia minacciata…]”.

Sono passaggi molto importanti che riaffermano, fra l’altro, il principio delle responsabilità comuni ma differenziate fra paesi ricchi e paesi in via di sviluppo, il rispetto dei diritti umani, la necessità di coniugare sviluppo sostenibile e lotta alla povertà e sicurezza alimentare, ma il fatto che siano scritti fra le parentesi quadre indica che non c’è accordo e che quindi potrebbero essere completamente cancellati o relegati nel preambolo del testo e non nelle disposizioni. L’accordo multilaterale che verrà, si spera, raggiunto a Parigi, sarà infatti basato sul  principio del consenso volontario di tutti i paesi e pertanto il testo finale riporterà solo le questioni su cui ci sarà unanime condivisione. L’eventuale accordo potrebbe quindi avere una forza collettiva straordinaria ma potrebbe anche, al contrario, essere completamente vuoto di contenuti, tutto dipende dal livello della mediazione politica che sarà raggiunta nei prossimi giorni.

Il tema della giusta transizione dei lavoratori al momento non è parte del testo dell’accordo, ma è riportata nel preambolo con le parole: “Tenere in considerazione gli imperativi di una giusta transizione della forza lavoro e la creazione di lavoro dignitoso e lavoro di qualità in conformità con le priorità di  sviluppo definite a livello nazionale.” Nella nota finale di riflessione però si suggerisce di inserire la giusta transizione nell’articolo 2, insieme ai diritti umani.

In parallelo alla conferenza ufficiale, il 5 e 6 dicembre si è svolta la conferenza alternativa dei cittadini, un grande evento a Montreuil con incontri, musica, attività informative e un mercato contadino.  Il liceo, il municipio, il cinema, il teatro, e la sala concerti cittadina hanno ospitato 260 conferenze, workshop, proiezioni, e altro ancora su giustizia climatica, democrazia energetica, diritti della natura e della madre terra, sviluppo sostenibile. Dopo le meravigliose mobilitazioni per il clima che ci sono state il 28 e il 29 novembre in tutto il mondo, fra cui la marcia di Roma con oltre 20.000 persone, l’impressione però è che qui a Parigi si faccia ancora un po’ fatica ad affermare con forza la volontà dei popoli e un’azione collettiva per il clima, così come invece si era manifestata in tutta la sua bellezza l’anno scorso a Lima nella Cumbre de los Pueblos, mettendo insieme i movimenti sociali, sindacati, popolazioni indigene, donne e associazioni ambientaliste.

Nei prossimi giorni la politica e tutti noi della “società civile” abbiamo una grande responsabilità per l’esito dei negoziati; la rappresentante del Sud Africa nel gruppo Adp ha concluso il suo intervento con una citazione di Nelson Mandela: «Tutto sembra impossibile finchè non avviene». Voglio sperare che questa frase sia di buon auspicio per il futuro del nostro pianeta.