Hillary Clinton rompe con Obama sull’ambiente: no alle trivellazioni nell’Artico

Gli ambientalisti si schierano con la candidata alla presidenza Usa

[19 Agosto 2015]

Il Washington Post parla della «prima grande rottura con il presidente Obama sulla politica ambientale» da parte di Hillary Clinton, candidata alla presidenziali, dopo l’affermazione della sua volontà di opporsi alle trivellazioni petrolifere nella regione artica dell’Alaska, perché troppe pericolose. Con un tweet la Clinton ha annunciato, con tanto di firma, che «l’Artico è un tesoro unico. Dato quello che conosciamo, non vale la pena rischiare con la trivellazione». Una dichiarazione che è arrivata appena il giorno dopo l’approvazione definitiva da parte di Obama che consentirà alla Shell di trivellare nell’Artico, nel Mare dei Chukchi.

Una mossa che la Clinton ha ben ponderato, che ha spiazzato i suoi rivali democratici alle primarie e ha scatenato le ire dei repubblicani e delle compagnie petrolifere; una dichiarazione che arriva dopo che a luglio la candidata alla Casa Bianca aveva presentato il suo programma per il clima che: se la Clinton diventerà la prima presidente donna degli Stati Uniti, prevede che gli Usa entro il 2027 ricavino il 33% della loro elettricità da fonti rinnovabili, parecchio di più dell’obiettivo di Obama che si ferma al  20% (e attualmente negli Usa solo il 7% dell’energia elettrica è prodotta da fonti rinnovabili)

Gli ambientalisti hanno subito elogiato la decisione della Clinton di opporsi perforazione nell’Artico. Michael Brune, direttore esecutivo del Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, si è complimentato con la Clinton per aver fatto «quello che richiedono la scienza, la volontà del popolo americano e il buon senso». E ha aggiunto:  «È davvero nel giusto: tutto ciò che sappiamo delle pericolose trivellazioni petrolifere nell’Artico indica che queste mettono in pericolo un tesoro nazionale, ed è garantito che peggioreranno la nostra crisi climatica. Permettere alla Shell di utilizzare una tecnologia non provata nell’Artico è una ricetta per il disastro. Chiunque sarà il prossimo presidente avrà la possibilità di passare dalle parole all’azione, dicendo no alla richiesta della Shell di attuare la trivellazione commerciale nell’Artico».

Lois Epstein, che dirige il programma Artico della The Wilderness Society, ha rincarato la dose in un’intervista, affermando che la dichiarazione di Clinton non solo «si distingue la posizione del presidente Obama», ma mostra come «lei stia pensando a prendere in considerazione le condizioni ecologiche e tecniche specifiche dell’area. Nel caso di una fuoriuscita di petrolio, la più vicina stazione della US Coast Guard è a circa 1.000 miglia di distanza, anche se nella Regione ci sono alcune navi della Guardia Costiera. Ciò dimostra una riflessione più profonda. Non credo che Hillary Clinton abbia fatto questa affermazione con leggerezza, perché si porta dietro un sacco di implicazioni».