Il 36% di energie rinnovabili farebbe aumentare il Pil mondiale di 1,3 trilioni di dollari

Con una forte crescita delle rinnovabili nel mix energetico globale più benessere sociale e occupazione

[18 Gennaio 2016]

Secondo il rapporto “Renewable Energy Benefits: Measuring the Economics”, presentato alla sesta Assemblea dell’International Renewable Energy Agency (Irena), che si è conclusa ieri ad Abu Dhabi,  «Il raggiungimento entro il 2030 di una quota del 36% energie rinnovabili nel mix energetico globale,  aumenterebbe il prodotto interno lordo globale (Pil) fino all’1,1%, circa 1.300 miliardi di dollari». Il rapporto fornisce la prima stima globale degli impatti macroeconomici dello sviluppo delle energie rinnovabili e, in particolare, delinea i vantaggi che si otterrebbero con il raddoppio della percentuale dell’energia rinnovabile entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010.

Il direttore generale di Irena, Adnan Z. Amin, ha sottolineato che «Il recente accordo di Parigi ha inviato un segnale forte ai Paesi perché passino  dalla negoziazione all’azione e decarbonizzino rapidamente l’industria energetica. Questa analisi fornisce prove convincenti che il raggiungimento della necessaria transizione energia, non solo mitigherebbe il cambiamento climatico, ma stimolerebbe anche l’economia, migliorerebbe il benessere umano e favorirebbe l’occupazione in tutto il mondo».

Il nuovo rapporto si basa, una precedente analisi di Irena sui benefici socio-economici delle energie rinnovabili e su REmap 2030, una roadmap per raddoppiare la quota globale di energia rinnovabile entro il 2030. Lo studio fornisce un primo sguardo alla gamma completa di vantaggi offerti da una transizione energetica rinnovabile.

Oltre a scoprire che il Pil mondiale nel 2030 potrebbe aumentare di 1.300 miliardi, più delle economie di Cile, Sudafrica e Svizzera messe insieme, il rapporto analizza anche l’impatto specifico sui  diversi Paesi e dice che «Il Giappone vedrebbe  il maggiore impatto positivo sul PIl (2,3%), ma anche Australia, Brasile, Germania, Messico, Sudafrica e Corea del Sud  potrebbero avere ognuno una crescita di oltre l’1%».

Ma non si tratta solo di 1,1 punti di Pil: l’intera umanità ci guadagnerebbe molto in termini di benessere, grazie a una serie di benefici sociali e ambientali: «L’impatto dell’implementazione delle energie rinnovabili sul benessere è stimato essere 3-4 volte più grande rispetto al suo impatto sul Pil – dice Irena – Con il benessere globale che crescerebbe fino al 3,7%. ‘occupazione nell’industria delle energie rinnovabili potrebbe anche aumentare dai 9,2 milioni di posti di oggi a livello globale, a più di 24 milioni entro il 2030».

La transizione verso maggiori quote di energie rinnovabili nel mix energetico globale potrebbe anche provocare un cambiamento nei flussi commerciali, dato che ridurrebbe di oltre la metà le importazioni globali di carbone e petrolio e di gas, cosa della quale trarrebbero beneficio i grandi importatori come il Giappone, l’India, la Corea e l’Unione europea. Ma anche i Paesi esportatori di combustibili fossili dovrebbero beneficiare di un’economia diversificata: Amin ha ricordato che «Mitigare il cambiamento climatico attraverso la diffusione delle energie rinnovabili e raggiungere altri obiettivi socio-economici non è più un aut o un’equazione. Grazie alla crescita dei  business case delle energie rinnovabili, un investimento in uno è un investimento in entrambi. Questa è la definizione di uno scenario win-win».