Il cambiamento climatico mette sotto pressione il sistema energetico europeo

L’Europa meridionale più penalizzata di quella settentrionale

[18 Giugno 2019]

L’elemento chiave per i cambiamenti nel sistema energetico globale ed europeo è la necessità di una transizione energetica pulita che riduca drasticamente le emissioni di gas serra. L’Unione europeo sta costruendo l’Unione dell’energia che punta a rendere l’energia più sicura, economica e sostenibile. Con il 2030 climate and energy framework, l’Ue ha adottato diversi obiettivi riguardanti il sistema energetico. Mentre la Commissione europea ha proposto una strategia per un’economia a impatto climatico zero entro il 2050 , compresi diversi scenari di decarbonizzazione a lungo termine fino al 2050. L’Ue sta inoltre valutando la sua strategia di adattamento per rivederla alla luce dei nuovi rapporti Ipcc.

Per fare il punto sulla situazione, l’ European environment agency (Eea) ha pubblicato il rapporto  “Adaptation challenges and opportunities for the European energy system”, dal quale emerge che «Tutte i componenti del sistema energetico europeo, dalla disponibilità di fonti energetiche al consumo di energia, sono potenzialmente vulnerabili ai cambiamenti climatici e agli eventi meteorologici estremi» e all’Eea dicono che «Per garantire un approvvigionamento affidabile di energia pulita, il sistema energetico europeo deve adattarsi e diventare più resiliente al clima».

La valutazione dell’Eea analizza le esigenze di adattamento ai cambiamenti climatici e di resilienza climatica nel sistema energetico europeo, attualmente e in futuro. Si tratta di un rapporto che supporta la transizione verso l’energia pulita, «che comporta una massiccia espansione delle fonti di energia rinnovabile, molte delle quali sono sensibili ai fattori climatici».

Ecco i principali risultati del rapporto:

La disponibilità idrica è generalmente prevista in aumento nell’Europa settentrionale e in diminuzione nell’Europa meridionale, ma con marcate differenze stagionali. Questi cambiamenti possono influire sulla disponibilità di acqua di raffreddamento per centrali termiche, energia idroelettrica e potenziale bioenergetico, trasporto di carburante sui fiumi e domanda di energia per la fornitura di acqua.

La sostituzione delle centrali a carbone con l’energia solare ed eolica riduce radicalmente le emissioni di gas serra e il consumo di acqua, contribuendo così alla mitigazione e all’adeguamento delle regioni con scarsità idrica.

I biocarburanti e la carbon capture and storage richiedono quantità significative di acqua o terreni coltivabili, il che potrebbero limitare la loro espansione, in particolare nelle regioni a scarsità idrica.

Le temperature più calde riducono la richiesta di energia per il riscaldamento, ma aumentano la richiesta di energia per il raffreddamento. Possono anche influenzare la produzione e la trasmissione di elettricità.

I cambiamenti climatici possono influire sul potenziale dell’energia eolica e solare, ma le proiezioni disponibili mostrano una significativa incertezza.

Diversi studi indicano che, senza adeguate misure di adattamento, entro la fine del secolo, i danni diretti al sistema energetico europeo provocati da eventi meteorologici estremi potrebbero ammontare a miliardi di euro all’anno, con costi indiretti molto più elevati.

L’Agenzia ambientale europea  avverte che «I cambiamenti climatici e gli eventi meteorologici estremi incidono sempre più su tutte le parti del sistema energetico europeo. Le modifiche più importanti includono aumenti delle temperature medie ed estreme dell’aria e dell’acqua e cambiamenti nella disponibilità di acqua, eventi climatici estremi e rischi costieri e marittimi. Questi cambiamenti influenzeranno la disponibilità di fonti energetiche primarie – in particolare le fonti energetiche rinnovabili – nonché la trasformazione, la trasmissione, la distribuzione e lo stoccaggio di energia e la domanda di energia».

Ma non ci sono solo problemi: alcuni degli impatti dei cambiamenti climatici sul sistema energetico possono essere economicamente vantaggiosi, come la riduzione della domanda di energia per il riscaldamento. Ma L’Eea evidenzia che la maggioranza  degli impatti «sono negativi sia per il settore energetico che per la società nel suo complesso. Tali impatti includono la riduzione della disponibilità di acqua di raffreddamento per le centrali termiche e la ridotta disponibilità di acqua per la produzione di energia idroelettrica e l’aumento dei rischi per le infrastrutture energetiche a causa degli eventi meteorologici estremi e dell’innalzamento del livello del mare».

Secondo la valutazione dell’Eea,  «Gli impatti dei cambiamenti climatici e le relative esigenze di adattamento variano significativamente tra le regioni europee. In generale, l’Europa settentrionale sperimenterà sia effetti positivi che negativi sul suo sistema energetico, mentre le regioni dell’Europa meridionale (Italia compresa, ndr) vanno verso impatti avversi».

Concludendo, l’Eea fa notare che «Il quadro politico in evoluzione nell’ambito dell’Unione dell’energia offre opportunità uniche per integrare l’adattamento ai cambiamenti climatici nella pianificazione energetica nazionale ed europea». La valutazione raccomanda di «tenere in considerazione gli impatti dei cambiamenti climatici nello sviluppo dei piani nazionali per il clima e l’energia e ldele strategie a lungo termine nell’ambito dell’Unione europea per l’energia. Gli operatori di mercato nel settore energetico dovrebbero anche prendere in considerazione il rafforzamento della resilienza climatica come parte integrante delle loro attività».