Kyoto Club: l’emergenza del clima è una realtà non un’opinione

Sulla crisi climatica è tempo di agire, senza confondere le idee. Serve una buona e corretta informazione

[10 Ottobre 2019]

Kyoto Club invita a firmare la petizione lanciata il 4 ottobre da Annalisa Corrado – e alla quale ha aderito anche greenreport.it – che insiste sul rispetto della verità, scientificamente dimostrata, sui cambiamenti climatici e sul rischio che tutti corriamo.

L’associazione ricorda che «La crisi climatica è ormai una minaccia globale e la comunità scientifica, nazionale e internazionale, riconosce all’unanimità la responsabilità delle attività antropiche sulle alterazioni del clima del nostro pianeta. Se non si interviene radicalmente, e in tempi rapidi, si determinerà un contesto sempre più disastroso con condizioni ostili per le società umane. È per questo che i governi mondiali, incluso quello italiano, si sono impegnati ad affrontare l’emergenza climatica con l’Accordo di Parigi, sottoscrivendo obiettivi per una decarbonizzazione dell’economia entro il 2050. Eppure oggi assistiamo ancora a episodi di disinformazione, leggiamo titoli di giornale fuorvianti, in cui sono proposte affermazioni sul riscaldamento globale che la comunità scientifica ha da tempo confutato».

Annalisa Corrado, che del Ku yoto Club è responsabile attività tecniche, sottolinea che «Non esiste nessuna par condicio tra la scienza e le teorie già confutate da anni dalla comunità scientifica. Il 98% degli scienziati non ha dubbi, i cambiamenti climatici di natura antropocentrica sono un’emergenza da affrontare, non un’opinione o un dibattito: dare il medesimo spazio mediatico alle tesi scientifiche e a quelle negazionistiche, sostenute dal 2% della comunità scientifica internazionale, non fa altro che prolungare l’agonia e contribuire alla diffusione di vere e proprie bufale. Con questa petizione non chiediamo una censura ma il rispetto della verità sui cambiamenti climatici e sui rischi che tutti corriamo se non agiamo subito per contrastarli. Vogliamo più etica professionale su temi rilevanti come quello dell’emergenza climatica».

Antonello Pasini, climatologo e ricercatore del CNR, tra i primi firmatari della petizione, aggiunge: «Quando si parla di clima è importante riferirsi a risultati pubblicati su riviste internazionali, trattandosi di risultati controllati da una procedura di revisione da parte di altri esperti, che consente di considerarli risultati scientifici e non semplici opinioni» e sul Le Scienze Blog, nella sua rubrica “Il Kyoto Fisso”, Pasini scrive che «in Italia avremmo bisogno di più cultura scientifica per poter comprendere di cosa si parla quando parliamo di clima. Nella situazione attuale, non credo che in Italia ci meritiamo questo tipo di disinformazione sui media«. Poi, citando la petizione, sottolinea che «E’ chiaro che non si tratta assolutamente di censura: questi signori possono esprimere liberamente le loro opinioni, come facciamo tutti quanti al bar, ma non devono essere presentati sui media come esperti! Queste sono operazioni di disinformazione a danno di tutti».

Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club, spiega che «Negazionismo significa negare, senza argomentare, le evidenze conclamate da un’intera comunità scientifica come ha fatto recentemente Franco Prodi. Rovesciare le tesi dell’Ipcc, che ci dice che il cambiamento climatico è causato dalle attività umane, rappresenta una posizione “pro fossili” che non aiuta l’accelerazione sulle politiche ambientali verso una transizione energetica e una decarbonizzazione della nostra economia».

Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, conclude: «Con questa petizione, ci associamo all’atteggiamento dei grandi media inglesi che non danno spazio ai negazionisti del clima perché, in questo momento, la situazione è così grave che dobbiamo evitare di seminari dubbi tra la gente, e perché la scienza non è divisa su questo tema. Si deve discutere e fare chiarezza sui percorsi che aiutano ad evitare i rischi di una evoluzione catastrofica del cambiamento del clima».