La nuova presidente della Commissione europea e il clima

Ursula von der Leyen: green Deal per l’Europa, Ue carbon neutral entro il 2050 e carbon tax alle frontiere

[17 Luglio 2019]

Pubblichiamo i passaggi riguardanti l’azione climatica del discorso programmatico pronunciato di fronte al Parlamento europeo dalla nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

 

Evoluzione demografica, globalizzazione dell’economia, digitalizzazione galoppante del m nostro ambiente di lavoro e, ben inteso, cambiamento climatico. Nessuna di queste grandi trasformazioni è una novità, la scienza le prediceva da molto tempo. Quel che è nuovo è che oggi, come cittadine e cittadini dell’Europa, quale che sia il nostro Paese di residenza, constatiamo i loro effetti e li viviamo concretamente.

Che sia in Finlandia, dove i cerealicoltori sono colpiti dalla siccità, o in Francia che ha subito un’ondata di caldo mortale, risentiamo tutta la realtà del cambiamento climatico (…) La nostra sfida più pressante è la protezione del pianeta. E’ la più grande responsabilità e la più grande chance che abbiamo oggi. Voglio che l’Europa diventi il primo continente carbon neutral entro il 2050. Per questo dobbiamo prendere insieme delle misure audaci. Il nostro attuale obiettivo di riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030 non è sufficiente.

Dobbiamo andare oltre. Dobbiamo dimostrarci più ambiziosi. Si impone un approccio in due tappe per ridurre le emissioni di CO2 del 50%, forse del 55%, entro il 2030. L’Ue sarà in prima linea nei negoziati internazionali per accrescere il grado di ambizione delle altre grandi economie entro il 2021. Perché, per produrre un impatto reale, dobbiamo non solo essere ambiziosi al nostro interno – come facciamo – ma bisogna che il mondo avanzi con lo stesso passo.

Per riuscirci, proporrò un “green Deal per l’Europa” nei primi 100 giorni del mio mandato. Proporrò la prima legge europea in assoluto sul clima  che farà dell’obiettivo del 2050 un obbligo legale.

Queste nuove ambizioni necessiteranno di investimenti considerevoli. I fondi pubblici non saranno sufficienti. Proporrò un Piano di investimenti per un’Europa sostenibile e convertirò una parte della Banca europea di investimenti in una Banca per il clima. Questo permetterà di mobilitare mille miliardi di euro di investimenti nel corso del prossimo decennio.

Ne dovranno risultare dei cambiamenti. Ciascuno di noi, ogni settore, sarà chiamato a contribuire, dall’aviazione al trasporto marittimo, senza dimenticare il nostro modo di viaggiare e il nostro stile di vita. Le emissioni dovranno avere un prezzo che permetta di indurre un cambiamento di comportamento. A completamento di questi lavori, e per garantire alle nostre imprese condizioni di concorrenza eque, istituirò una carbon tax alle frontiere, al fine di evitare le fughe di carbonio.

Ma quel che è buono per il pianeta deve esserlo anche per le popolazioni e le regioni. Io sono veramente cosciente dell’importanza dei fondi di coesione. Ma dobbiamo fare di più. Dobbiamo assicurare una transizione giusta per tutti. Il punto di partenza non è lo stesso per tutte le regioni ma la nostra destinazione è identica. Così, proporrò un “Fondo per una transizione giusta” per aiutare le regioni che hanno più difficoltà.