I risultati di un convegno di Italia Nostra sul bacino del PO

La Pianura Padana è sempre più calda: 2,5° C in più rispetto a 100 anni fa

La siccità e l’eccezionale magra del Po, i fenomeni meteorologici estremi e l’antropizzazione

[12 Marzo 2019]

Dal convegno “Il bacino del Po: un ecosistema da salvare – Paesaggio, clima e sostenibilità: analisi e progetti per il futuro del bacino del Po”. organizzato a Parma dai Consigli regionali di Italia Nostra di  Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, arriva un grido di allarme: «Invertire il grave trend della pressione antropica (produzione industriale e agricola, mobilità, riscaldamento domestico, etc) sulla temperatura della Val Padana è ormai la priorità assoluta.

Italia Nostra sottolinea che a Parma «Si sono affrontate questioni molto attuali e spinose, come i recenti allarmi siccità e l’eccezionale magra del maggiore fiume italiano. Piove poco, ma soprattutto manca la neve che dalle montagne alimenta l’afflusso d’acqua nel Po e così è di nuovo emergenza. Assistiamo sempre più spesso a fenomeni estremi, determinati dal cambiamento climatico, passando dalla siccità direttamente alle piene e alle alluvioni. La Pianura Padana, insieme alle Alpi, è un hot spot del clima mondiale e, se in media la temperatura terrestre nell’ultimo secolo è cresciuta di un grado, a questa latitudine sfiora i 2,5° centigradi, con gravi ripercussioni sulla salute delle persone, sulle acque e sulle rese agricole».

Il convegno si è occupato anche di altre emergenze e modificazioni sull’ecosistema padano causate dalla pressione antropica: «Ancora oggi il 40% della superficie e il 32% della popolazione del distretto è a rischio alluvioni; l’abbassamento della quota di fondo, determinato dai prelievi di inerti, modifica profondamente l’assetto morfologico della golena del fiume; la sostituzione di colture invernali (come il grano) con altre estive (come il mais) ha fatto aumentare il consumo di acqua; il progressivo declino della popolazione bovina a favore di quella suina ha determinato la concentrazione di nitrati nelle acque; infine delle 31.723.100 tonnellate di consumi di carburante in Italia (dati del 2017 relativi al consumo globale di gpl, gasolio, benzina) l’area padana ne assorbe il 42 %. Per inciso, è sconfortante notare che dopo aver investito ingenti risorse nell’Alta Capacità (cioè il trasporto merci su Alta Velocità) sulla linea Torino/Salerno, gli alti costi del materiale rotabile specifico hanno impedito alle aziende logistiche di utilizzare la nuova linea e oggi solo il 6 % del totale delle merci viaggia su binario “lento”».

Di fronte a questi dati, Italia Nostra conclude: «Non bisogna farsi vincere dallo sconforto: insieme si possono individuare le soluzioni possibili e spingere affinché si adottino obiettivi concreti, stringenti, vincolanti, adeguatamente monitorati».