La teoria più CO2 più crescita delle piante con il riscaldamento globale non funziona

Nuovo studio internazionale: mentre il clima si riscalda, le piante assorbono meno CO2

[25 Gennaio 2019]

Ieri davamo conto di una convention della neo-destra libertarian Usa, durante la quale la CO2 Coalition ha distribuito opuscoli nel quali si afferma che «il recente aumento dei livelli di CO2 ha avuto un effetto misurabile e positivo sulla vita delle piante» e il negazionista climatico estremo Caleb Rossiter, anche lui di CO2 Coalition, aggiungeva: «L’anidride carbonica è un fertilizzante che ha reso l’Africa più verde e che lì ha aumentato la produzione di cibo, riducendo la miseria umana».

Purtroppo per i negazionisti climatici (e per noi) è arrivata, praticamente in tempo reale, una smentita a questa tesi dallo studio “Large influence of soil moisture on long-term terrestrial carbon uptake”, pubblicato su Nature da un team internazionale di ricercatori guidato da Julia  Green del Department of Earth and Environmental Engineering della Columbia University che  ha scoperto che con il riscaldamento globale, invece che assorbire più emissioni di gas serra, le piante e il terreno possono iniziare ad assorbirne meno, accelerando il tasso di cambiamento climatico.

E’ vero che l’ultima volta che l’atmosfera aveva un livello di CO2 così elevato come quello attuale, i dinosauri vivevano in un pianeta in gran parte verdeggiante grazie all’abbondanza di CO₂, che le piante usano per la fotosintesi. E’ questo che ha portato all’idea che più CO₂ nell’atmosfera potrebbe creare letteralmente un pianeta più verde. Una tesi subito abbracciata da negazionisti climatici come quelli della CO2 Coalition e da politici come Vladimir Putin che vedono un futuro con una Siberia verde mentre il deserto avanza in altri Paesi.

Attualmente, le piante e il suolo di tutto il mondo assorbono circa un quarto dei gas serra che gli esseri umani rilasciano nell’atmosfera, aiutando la Terra ad evitare alcuni dei peggiori effetti dei cambiamenti climatici. In una situazione ideale, con l’aumentare dei livelli di anidride carbonica, le piante assorbirebbero ancora più di queste emissioni, contribuendo ad alimentare la loro crescita.

Ma come spiega uno degli autori dello studio, Pierre Gentine, professore del Department of Earth and Environmental Engineering della Columbia University,  «Abbiamo questa immagine del pianeta che diventa molto, molto verde mentre ci spostiamo nel futuro. Ma potrebbe essere il contrario».

I climatologi sanno bene che le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica aumentano durante gli anni secchi, segno che la terra sta assorbendo meno emissioni. Kendra Pierre-Louis spiega sul New York Times che «Quando il terreno è asciutto, le piante sono stressate e non possono assorbire più CO₂ per eseguire la fotosintesi. Allo stesso tempo, poiché le condizioni di siccità sono spesso accompagnate da temperature calde, i microrganismi nel terreno, che sono più produttivi quando è caldo, rilasciano più CO₂. Mentre il clima cambia, gli scienziati sanno che ci saranno più anni con condizioni meteorologiche estreme. Ciò significa che siccità estreme, seguite da anni di piogge più pesanti del normale, diventeranno più probabili».

Il team della Green si è chiesto se queste nuove condizioni alla fine si bilanceranno e per verificarlo hanno realizzato 4 diverse simulazioni climatiche e hanno utilizzato immagini i satellitari per osservare dallo spazio la fotosintesi al lavoro sul nostro pianeta. L’obiettivo era quello di capire l’impatto che l’umidità del suolo ha sulla capacità della Terra di assorbire le emissioni di gas serra. Ne è venuto fuori che, sebbene piante e terreno possono assorbire più CO₂ durante gli anni più umidi, questo non compensa la loro ridotta capacità di assorbire CO₂ negli anni in cui il terreno è secco.

Gentine spiega ancora: «Fondamentalmente, l’assorbimento di carbonio non è un gioco a somma zero”.  Anche quando un anno di siccità è seguito da un anno umido quanto come il precedente era seccco, non è sufficiente compensare l’anno secco».

Gli scienziati stanno già iniziando a vedere sempre più di questi tipi di oscillazioni climatiche  proprio mentre si stanno verificando e il nuovo studio suggerisce che «rafforzeranno il riscaldamento globale».

Caitlin E. Hicks Pries, un biologo del Dartmouth College che non ha partecipato allo studio, ha detto al New Tork Times che questo è «un campanello d’allarme per gli scienziati del cambiamento climatico come me perché diano priorità alle risposte all’umidità del suolo nei nostri esperimenti e nelle osservazioni degli ecosistemi terrestri».