Le Bahamas dopo l’uragano Dorian

Almeno 60.000 persone hanno bisogno di aiuto alimentare. Onu: «Un'enorme sfida umanitaria e di sviluppo»

[4 Settembre 2019]

Mentre l’uragano Dorian, declassificato a forte tempesta tropicale, si avvicina lentamente alle coste sud-orientali statunitensi alle Bahamas si contano i danni e sono considerevoli: un bilancio provvisorio di 5 morti e, secondo l’Office for the coordination of humanitarian affairs dell’Onu (Ocha), 76.000 persone sono state esposte a venti violentissimi (270 Km/h con raffiche fino a 321 Km/h) un quarto dei 330.000  abitanti di un Paese/Arcipelago di 700 isole che fino all’arrivo di Dorian era considerato un tranquillo paradiso caraibico per ricchi turisti. Il portavoce dell’Ocha ha ricordato che «la National emergency management agency delle Bahamas (Nema) stima che circa il 22% di questa popolazione siano dei bambini di meno di 15 anni, più del 70% ha tra i 15 e i 64 anni  e circa l’8% ha più di 64 anni».

Secondo le notizie che arrivano dall’isola do Abaco, la più colpita da Dorian, gran parte dei tetti delle case e le linee elettriche sono distrutti o danneggiati e alcune strade sono impraticabili. Il ministro del Parlemento di North Abaco ha detto che «Abaco ha subito danni catastrofici» e  Laerke aggiunge che «Sono state segnalate anche delle massicce inondazioni a Grand Bahama».

Il World food programme (Wpf) e la Caribbean disaster emergency management agency (Cedema) dicono che ad Abaco c’è bisogno di cibo per almeno 14.000 persone e a Grand Bahama per oltre 47.000, Ma il portavoce del Wpf, Herve Verhoosel, ha precisato che «Si tratta solo di cifre preliminari e bisogna attendere i risultati della valutazione sul terreno per disporre di cifre più precise». Comunque, i dati disponibili suggeriscono che c’è bisogno urgente di cibo, rifugi e di una ricostruzione rapida. Inoltre, quel che è evidente è che l’acqua potabile sarà un bisogno prioritario, visto che il sistema di alime tazione idrico sembra compromesso dall’intrusione dell’acqua di mare. Ci sono anche danni gravi per le comunicazioni, l’élettricità e i trasporti.

La Cedema, che coordina la risposta umanitaria, ha inviato nelle Bahama due team di valutazione dei bisogni della popolazione ai quali partecipano esperti del Wfp e dell’Ocha in sicurezza alimentare, telecomunicazioni di emergenza e logistica, che aiuteranno il governo delle Bahamas a valutare rapidamente i danni causati dall’uragano e a dare priorità ai bisogni più urgenti.

La Federazione internazionale delle società della Croce rossa e della Mezzaluna rossa (Ifrc) ha confermato i gravi danni causati dai forti venti e da mareggiate con onde tra i 5 e i 7 metri di altezza: ad Abaco e Gran Bahama sarebbero state distrutte e danneggiate oltre 13.000 case, circa 45% di tutte le case delle due isole. Il portavoce dell’Ifrc, Matthew Cochrane, ha detto che «In termini di esigenze, crediamo che l’isola di Abaco abbia la popolazione più vulnerabile. Sull’isola c’è una grande comunità haitiana che, a nostro avviso, avrà bisogno di una notevole quantità di assistenza per riprendersi e ricostruire dopo questa tempesta. Pensiamo anche che nelle due isole circa 62.000 persone avranno bisogno di accedere all’acqua potabile pulita».

Denis McClean, portavoce dell’UN Office for disaster risk reduction, ha ricordato che «Questo è il quarto anno consecutivo nel quale abbiamo assistito a una stagione degli uragani nell’Atlantico estremamente devastante, compresi gli uragani di categoria 5 come Dorian. Una sequenza non può essere separata dal fatto che questi ultimi 5 anni sono stati i più caldi mai registrati a causa del continuo aumento dei gas serra nell’atmosfera».

In vista del Climate Action Summit Onu che inizierà a New York il 23 settembre, McClean ha concluso: «Dorian cristallizza la minaccia esistenziale posta agli Small Island Developing States (SIDS)) dall’emergenza climatica in corso. Questa è un’enorme sfida umanitaria e di sviluppo per le Bahamas. Negli ultimi anni, le Bahamas sono state gravemente colpite da almeno tre grandi uragani, tutti con tempeste di categoria 4 o superiore. L’impatto degli uragani Joaquin, Matthew e Irma sulle Bahamas è costato circa 820 milioni di dollari».