Marcia globale per il clima ieri in tutto il mondo. Basta sussidi alle fonti fossili (VIDEO)

Un buon accordo globale sul clima significa rilanciare la pace in un mondo alimentato da energia rinnovabile

[30 Novembre 2015]

All’iniziativa di Roma per il clima e per la pace, organizzata dalla Coalizione italiana Clima costituita da oltre 150 organizzazioni, è intervenuta anche la Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, che ha espresso il suo sostegno a tutti gli organizzatori e ai partecipanti di tutta Italia. L’appuntamento, al quale hanno partecipato almeno 20.000 persone, era uno dei 2.300 eventi in tutto della Global Climate March, la più grande mobilitazione della storia contro i cambiamenti climatici, animata da organizzazioni della società civile, sindacati, studenti, cittadini e gruppi religiosi di 150 paesi, per chiedere ai loro governi di sottoscrivere a Parigi un accordo legalmente vincolante, equo ed efficace contro i cambiamenti climatici.

A Roma il corteo è stato seguito da un grande Concerto per il Clima in via dei Fori imperiali. Sul palco Bandabardò, Piotta, Dolcenera, Meganoidi, Têtes de Bois, Kutzo, Sandro Joyeux, MedFreeOrkestra, La casa del vento, Stag, Anonima Armonisti, Ricky Anelli, Zio Felp, Andrea Rivera, Giobbe Covatta e Luca Abete, presentati da Massimo Cirri e Sara Zambotti della trasmissione Caterpillar.

Il corteo della capitale non è stato l’unico evento della Global Climate March in IItalia: la grande marcia italiana si è snodata in oltre 30 città, tra cui Aosta, Ivrea, Alba (Cn), Torino, Cuneo, Asti, Milano, Legnano (Mi), Germignana (Va), Bolzano, Trento, Bassano Del Grappa, Venezia, Verona, Trieste, Udine, Savona, Modena, Imola, Piacenza, Rimini, Sassuolo e una marcia a piedi, in bici, in treno è stata promossa da 29 sindaci e da oltre 50 organizzazioni nelle province di Cremona, Mantova e Parma.

Tanti appuntamenti in cui si è marciato anche per coloro che non hanno potuto manifestare nella capitale rancese, per rispondere con wemarch4you all’appello dei Parigini ai cittadini di tutto il mondo affinché marciassero anche per loro e in solidarietà con tutti coloro che in diversi paesi sono stati colpiti dal terrorismo. Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza,che ha partecipato  alla Marcia per il clima di Roma, ha sottolineato che «lottare per un buon accordo globale sul clima vuol dire combattere le lobbies delle fonti fossili, rifiutare il terrorismo, rilanciare la democrazia e la pace. Parigi oggi è il luogo simbolico per eccellenza per esplicitare le connessioni profonde tra clima e pace, tra petrolio e guerra. L’emergenza climatica non può essere affrontata con gli strumenti della guerra e richiede un accordo globale e un organismo autorevole che ne verifichi l’applicazione. I governi di tutto il mondo, riuniti a Parigi dovranno giungere a un accordo equo e legalmente vincolante, che consenta di limitare il riscaldamento globale almeno al di sotto di 2°C  e acceleri la transizione verso la decarbonizzazione. La scommessa è che si possa assicurare un futuro giusto e sostenibile per tutto il pianeta con un mondo alimentato al 100% da energia rinnovabile entro il 2050. Serve una forte volontà politica per un irreversibile cambio di rotta».

Anche Emete Realacci, presidente della Commissione ambiente della Camera ha partecipato alla Marcia Globale per il Clima, ed ha detto che «la posta in gioco alla Cop21 va ben al di là delle questioni ambientali. Quella del clima infatti è una sfida geopolitica, tecnologica, economica e sociale. Che può aiutarci anche a dare risposte a tensioni e terrorismo. Diminuire l’uso dei combustibili fossili, oltre ad un bene per l’ambiente, è anche un modo per limitare l’uso di quelle risorse per il cui controllo troppo spesso si generano conflitti. A Parigi l’Italia insieme all’Europa, che sul clima ha sempre avuto posizioni molto avanzate, deve ribadire obiettivi ambiziosi. Anche grandi paesi emettitori come gli Stati Uniti e la Cina sono scesi in campo. L’Italia ha le carte in regola. Siamo all’avanguardia in tanti settori della green economy. Nel campo energetico, ad esempio, abbiamo il 43% di energia rinnovabile nella produzione elettrica. Puntando sul green il made in Italy coniuga qualità, tradizioni, innovazione e competitività. Un modello di sviluppo che somiglia a quell’economia a misura d’uomo, che rifiuta lo scarto, attenta alla custodia della casa comune di cui parla Papa Francesco. Un’economia in cui un’Italia che fa l’Italia è già in campo e può rappresentare il nostro contributo alla Cop21. Anche la spinta che arriva dalla società civile è fondamentale per la riuscita del vertice».

Anche secondo Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, «serve un taglio drastico dei sussidi alle fonti fossili, per riequilibrare il mercato e liberare denaro (secondo il FMI 1.800 miliardi di euro) da mettere a disposizione delle misure di mitigazione e adattamento per combattere i cambiamenti climatici in tutto il mondo. In Italia, su questo fronte il governo sta sbagliando: con una scelta irresponsabile rilancia le trivellazioni e fa regredire le rinnovabili. Speriamo che ha Parigi sappia cambiare drasticamente direzione e sostenere l’eliminazione totale ed equa dei sussidi alle fonti fossili entro il 2020».

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