Mobilità, quanto sono puliti i mezzi per i trasporti in Europa?

Dall’Agenzia europea per l’ambiente le emissioni di CO2 medie per le due ruote, auto, bus o aerei

[2 Agosto 2016]

Se oggi guardiamo ad ogni singolo aspetto della nostra vita (dall’economia, al lavoro, all’alimentazione, al tempo libero, ai servizi…) è evidente quanto i trasporti giochino un ruolo fondamentale e quanto questi abbiano trasformato di fatto il nostro stile di vita e le nostre abitudini.

Al tempo stesso i trasporti – a livello europeo – oltre a causare l’inquinamento atmosferico e acustico e la frammentazione degli habitat, sono responsabili di un quarto delle emissioni di gas serra.

Un’infografica pubblicata dall’Agenzia europea per l’ambiente nella guida Signals 2016 – Towards green and smart mobility misura e mette a confronto in modo immediato l’impatto ambientale di diverse modalità di trasporto, in termini di emissioni di anidride carbonica per chilometro/passeggero viaggiato. Le emissioni sono calcolate utilizzando una stima della quantità di anidride carbonica per chilometro/passeggero e per ogni modalità di trasporto viene considerato il numero medio di passeggeri.

A livello di aree urbane, fra tutte le modalità di trasporto, quello motorizzato individuale è il maggiore responsabile delle emissioni di anidride carbonica.

È ormai appurato, però, che se si riesce a trasferire anche solo un’utenza dal trasporto urbano in auto a quello pubblico, si ottiene comunque una riduzione sostanziale dell’emissione di anidride carbonica, riduzione che è ancora più alta se si considerano le biciclette o altri mezzi di trasporto alternativi.

È dunque molto importante incoraggiare i cittadini a scegliere per i propri spostamenti dei mezzi di trasporto sostenibili.

Una recente ricerca promossa da ANCI (Gli stili di mobilità degli italiani: il percorso (lento) verso la sostenibilità) ha dimostrato come in Italia si sia ancora lontani da questo obiettivo: gli spostamenti in auto e moto sono infatti ancora i preferiti dagli utenti nelle aree urbane, costituendo il 68,4% tra tutte le modalità di trasporto.

Dalla ricerca emerge inoltre che i due-terzi dei veicoli che circolano nelle città italiane (oltre 1,2 milioni) si muovono con il solo conducente a bordo; veicoli che sarebbero 628mila in meno se solo ogni auto trasportasse due persone, con evidenti miglioramenti i termini di risparmio carburante e minori emissioni di anidride carbonica.

Il dossier conferma però una tendenza positiva del numero di cittadini che utilizzano i mezzi pubblici per gli spostamenti, così come aumenta, seppur a ritmi lenti, chi si reca al lavoro-scuola in bicicletta o a piedi e cresce il numero di zone a traffico limitato, aree pedonali e piste ciclabili a favore di una mobilità ‘dolce’.

A livello europeo sono già state adottate misure per mitigare gli effetti dell’inquinamento dei trasporti e sono state avviati piani ambiziosi per creare un’economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050.

Per raggiungere i risultati, si rende però necessaria una combinazione di più misure, tra cui anche una migliore pianificazione urbana, dei miglioramenti tecnologici, insieme ad un più ampio utilizzo di combustibili alternativi.

Molte misure messe in atto per contenere gli effetti negativi del settore dei trasporti in Europa si basano sul principio “chi inquina paga”: tasse sul carburante, pedaggi o altre tasse stradali che di fatto aumentano il prezzo di utilizzo del veicolo, riducendone potenzialmente la domanda.

Purtroppo, i prezzi che gli utenti attualmente pagano per i servizi di trasporto non riflettono l’intero costo per l’ambiente e per la salute pubblica; nel complesso i prezzi del carburante e delle auto tendono ad essere troppo bassi per riuscire ad inviare un segnale forte agli utenti e agli investitori.

Inoltre, il segnale che viene dal prezzo può essere distorto dalle sovvenzioni relative ai trasporti, il cui uso rimane ancora diffuso in Europa: in alcuni casi le sovvenzioni sono destinate a promuovere modalità più pulite (ad esempio il trasporto pubblico), in altri casi gli incentivi possono invece avere impatti negativi sull’ambiente (ad esempio gli sgravi fiscali per le auto aziendali, le esenzioni fiscali per l’aviazione, il trattamento fiscale differenziato per diesel e benzina).

Nella pubblicazione dell’Agenzia europea sopra citata si prendono anche in considerazione altre sfide che il sistema dei trasporti in Europa deve affrontare, a partire dai cambiamenti climatici che possono avere gravi conseguenze per i viaggiatori: si pensi per esempio alle possibili interruzioni nei servizi di trasporto dovuti a forti allagamenti.

Il sistema dei trasporti deve anche adattarsi ai cambiamenti demografici in atto e alle esigenze di mobilità di una popolazione sempre più anziana.

La sfida è dunque quella di costruire un sistema sempre più pulito, intelligente e completo, su misura per le esigenze degli utenti.

Tra le iniziative in atto in Europa per mitigare gli effetti dell’inquinamento dei trasporti e migrare verso forme di mobilità più sostenibili c’è il progetto CIVINET – CIVITAS National City Networks, tra i cui partner figura anche l’Italia.

Si tratta di un progetto che mira a promuovere l’approccio integrato per lo sviluppo e l’attuazione di strategie, politiche e misure nell’ambito della mobilità sostenibile, permettendo alle città aderenti di dialogare, condividere esperienze e buone pratiche.

di Arpat