Onu: un clima pericolosamente caldo fa sobbollire le tensioni politiche

Guterres: «Questa non è come le estati della nostra giovinezza. I record delle temperature a luglio obbligano a una mobilitazione mondiale»

[2 Agosto 2019]

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che «Sebbene ci siano sempre state estati calde, questa non è come le estati della nostra giovinezza, ma è un’emergenza climatica. Di fronte ai record delle temperature registrati quest’estate, è più che mai necessaria una mobilitazione mondiale per ridurre le emissioni di gas serra che sono responsabili del cambiamento climatico. Secondo tutti gli ultimi dati della World meteorological organization e del suo Centro di climatologia, il mese di luglio è stato uguale, se non superiore, al mese più caldo della storia. Questo avviene dopo il mese di giugno più caldo di sempre».

All’Onu ricordano che «gli anni che vanno dal 2015 al 2019 potrebbero essere il periodo climatico di 5 anni più caldo mai registrato«. Quest’anno sono state registrate temperatire record a New Delhi (India), Anchorage (Alaska, Usa), Parigi (Francia), Santiago (Cilei), Adelaide (Australia) e nell’intero Circolo Artico, dove sono ancora in corso indomabili incendi che sono probabilmente di un’estensione mai vista.

Guterres  è molto preoccupato:«Se non agiamo subito contro il cambiamento climatico, questi fenomeni meteorologici estremi saranno solo la parte visibile dell’iceberg». Ricordando il summit climatico all’Onu del 21 settembre, al quale parteciperà anche Greta Thunberg, Guterres ha chiesto nuovamente ai leader mondiali di arrivare a New York con piani concreti e ambiziosi: «Dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra del 45% entro il 2030. Dobbiamo arrivare alla carbon neutrality entro il 2050».

Guterres ha affermato che «Molte soluzioni sono disponibili e sono già in fase di attuazione. Includono l’uso crescente della tecnologia che sta rendendo l’energia rinnovabile più economica rispetto ai combustibili fossili; la piantagione di milioni di alberi per invertire la deforestazione e rimuovere l’anidride carbonica dall’ambiente, il mondo della finanza che attribuisce un prezzo sempre maggiore ai rischi di carbonio nel suo processo decisionale e invita i leader a eliminare gradualmente i sussidi ai combustibili fossili; le aziende leader che stanno riconoscendo che, al fine di evitare enormi perdite, è giunto il momento di passare dall’economia “grigia”, inquinante, all’economia verde. Abbiamo bisogno di rapidi e profondi cambiamenti nel modo in cui facciamo affari, generiamo energia, costruiamo città e nutriamo il mondo».

Oltre alle ondate di caldo di quest’estate, il Capo dell’Onu è preoccupato per le tensioni politiche crescenti, a cominciare dal Golfo Persico dove «Un piccolo errore di calcolo potrebbe portare a un grande scontro» e per questo ha invitato i leader della regione a mantenere «la massima calma». Riferendosi ai recenti incidenti nello Stretto di Hormuz – Il sequestro di una petroliera battente bandiera britannica da parte dell’Iran, la distruzione di un drone iraniano da parte degli Usa e la decisione del Regno Unito di fornire una scorta navale al le petroliere – il capo delle Nazioni Unite ha sottolineato «la necessità rispettare i diritti e i doveri relativi alla navigazione attraverso lo Stretto e le sue acque adiacenti, in conformità al diritto internazionale».

Ma a preoccupare Guterres sono anche le frizioni crescenti tra le due più grandi economie mondiali, Cina e Usa, «Dobbiamo trarre gli insegnamenti dalla guerra fredda ed evitarne una nuova. In un futuro non così lontano, vedo il possibile emergere di due blocchi concorrenti: ognuno con la sua moneta dominante, le sue regole commerciali e finanziarie, il suo Internet e la sua strategia per l’intelligenza artificiale, così come dei punti di vista geopolitici e militari in contraddizione. Abbiamo ancora il tempo per evitarlo. Con un leadership impegnata nella cooperazione strategica e nella gestione degli interessi concorrenti, possiamo guidare il mondo verso un percorso più sicuro».

E Guterres e anche fortemente preoccupato per le tensioni esistenti tra i Paesi che detengono armi nucleari e per l’imminente fine dell’Intermediate Nuclear Forces Treaty «Un accordo storico che ha permesso di stabilizzare l’Europa e di mettere fine alla guerra fredda. Quando spirerà, il mondo perderà un prezioso freno contro la guerra nucleare. Questo rischia di aumentare, e non di ridurre, la minaccia posta dai missili balistici».

Per questo Guterres ha incoraggiato Donald Trump e Vladimir Putin a prolungare l’accordo “New Start” e a procedere nel 2020 alla Review of the Treaty on the Non-Proliferation of Nuclear Weapons, «Per fornire la stabilità e il tempo necessario per negoziare future misure di gestione degli armamenti».