Potremmo aver “acquistato” qualche anno in più per evitare un cambiamento climatico catastrofico

La cattiva notizia è che abbiamo solo 5 o 7 anni, al massimo 10, per agire

[30 Settembre 2015]

Secondo il nuovo studio Climate Scoreboard, il mondo sembrerebbe essere riuscito a prendere un po’ di tempo in più per riuscire ad evitare la catastrofe climatica. E’ quanto emerge dalla ricerca realizzata da Climate Interactive e dalla Sloan School of Business del Massachusetts Institute of Technology che ha fatto i conti degli impegni globali per limitare l’inquinamento di carbonio che a dicembre verranno portati alla Conferenza delle parti Unfccc di Parigi sul cambiamento climatico.

Praticamente tutti i principali Paesi del mondo si sono impegnati a limitare o ridurre le emissioni di gas serra,  con scadenze che variano dal 2025 o dal 2030, per poi proseguire verso un’economia low carbon, che diventerebbe quasi ad emissioni  zero entro la fine del secolo. Senza questi impegni sarebbe impossibile mantenere l’aumento delle temperature globali entro i 2 gradi centigradi e si rischierebbe concretamente di raggiungere i + 3,6° C entro il 2100.

Le intended nationally determined contributions (INDC) prese in esame comprendono l’impegno dell’Unione Europea di ridurre complessivamente del 40% le emissioni entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, il 26 – 28% di riduzione delle emissioni Usa rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025, e la promessa della Cina di raggiungere il picco delle sue missioni entro il 2030, mentre mette in campo forti azioni di riduzione dell’inquinamento. Messe tutte insieme, queste INDC permettono al mondo di prendere tempo per almeno 5 anni, ma forse 10, per potersi avvicinare al traguardo dei 2° C.

Secondo Andrew Jones, di Climate Interactive, in realtà si tratterebbe di 7 anni di tempo in più  e centrare, o meglio avvicinarsi, all’obiettivo dei 2° C che resta possibile, «anche se, ovviamente, politicamente ancora molto, molto impegnativo».

Naturalmente, come tutti i modelli delle emissioni, il modello climatico interattivo ipotizza quanto bisognerebbe tagliare le missioni per restare entro i 2° C e ne viene fuori che, nel loro insieme, i Paesi della Terra sarebbero in grado di ridurre le emissioni di gas serra del 3,5 – 4% all’anno, anche se nessuno sa quanto velocemente l’umanità potrebbe agire se si trovasse di fronte ad una catastrofe climatica planetaria o per evitare molteplici catastrofi simultanee, che sono irreversibili su un orizzonte temporale di molti secoli.

«Il punto è – dicono i ricercatori  – che un risultato positivo a Parigi non risolverà il problema del clima e in effetti non ci darà un mondo 2° C», come invece sembrano credere purtroppo in molti, anche per la superficialità con la quale i media affrontano troppe volte le politiche climatiche.

La cattiva notizia è che abbiamo solo 5 o 7 anni, al massimo 10, per agire, almeno  fino a che i governi non saranno disposti ad approvare impegni di riduzione delle emissioni di CO2 pluridecennali, come aveva tentato di fare Barack Obama nel 2009 con un disegno di legge sul clima che venne bocciato dal Senato Usa. Infatti, per stabilizzare le temperature globali ad un aumento massimo di + 2° C  bisognerebbe portare le emissioni globali quasi a zero entro la fine del secolo, con un processo costante e controllabile. La maggior parte degli impegni di Parigi di CO2 sono per il 2025 o il 2030.

Comunque sarebbe un risultato importante che, di fronte ai risultati ottenuti, potrebbe innescare il processo virtuoso che ha permesso di salvare lo strato di ozono, incrementando gli impegni e gli investimenti tecnologici mano a mano che si vedeva che le politiche avviate avevano successo.

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